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Triathlon
Triathlon, World Series: un’Italia promossa con riserva
E’ un’Italia promossa con riserva quella che esce dalla stagione, appena conclusa, delle World Series di triathlon. Una prima parte fatta di grandi risultati e ottimi piazzamenti, seconda parte altalenante chiusa con un Mondiale al di sotto delle aspettative.
Le note positive arrivano dalle donne, in particolar modo da Charlotte Bonin, Anna Maria Mazzetti e Alice Betto: la valdostana, durante l’anno è stata autrice di gare di alto livello, in particolar modo in quella di Chicago, dove è giunta in quinta posizione, cogliendo il miglior risultato stagionale. Un’annata di maturazione per l’azzurra, che è rimasta costante per tutta la stagione, lottando sempre con le migliori, grazie anche ad una frazione di ciclismo eccellente, che condita ad un ottimo nuoto e ad una corsa sempre più in miglioramento, le permetterà di dire la sua anche negli anni a venire.
Una stagione dalla doppia faccia per Anna Maria Mazzetti: la milanese è stata autrice di un buon inizio, come dimostrano il quarto posto ottenuto in quel di Chicago e il sesto ad Amburgo, ma nelle ultime uscite non ha dimostrato le sue reali potenzialità, finendo spesso nelle retrovie, un calo di condizione misto ad un pizzico di sfortuna non hanno permesso all’azzurra di far uscire tutte le sue capacità.
Stessa sorte anche per Alice Betto: la milanese ha ottenuto il quarto posto nella tappa di Londra come miglior risultato, ma non ha saputo esprimere al meglio il suo talento causa qualche infortunio di troppo che l’ha tenuta ferma per un periodo e un po’ di sfortuna che si è accanita su di lei, facendola ritirare nella tappa di Stoccolma.
Tra gli uomini il migliore è stato Alessandro Fabian, che ha chiuso la sua avventura nelle World Series in 18esima posizione, entrando per ben tre volte nella top ten. Risultati che fanno bene al movimento azzurro, come confessa il Direttore Tecnico Mario Miglio sul sito federale: “Oggi abbiamo tre donne, Alice Betto, Anna Maria Mazzetti e Charlotte Bonin e un uomo, Alessandro Fabian, che sono stati capaci di entrare più volte nella Top Ten di una WTS. Davide Uccellari è tornato sul podio di una World Cup. La staffetta ha vinto il titolo continentale. Matthias Steinwandter, Andrea De Ponti, Luca Facchinetti hanno cominciato a mettere il naso nella parte alta delle classifiche che contano. La situazione non mi sembra disastrosa, anzi decisamente positiva. Questo non significa che tutto vada bene, che non ci siano problemi, che non rimanga un “gap” significativo tra il nostro modo di “fare triathlon” e quello dei Paesi più evoluti. Per porre rimedio alle carenze culturali che stigmatizzano il nostro mondo è necessario studiare e lavorare molto e farlo con il giusto approccio metodologico. Abbiamo sempre parlato della ‘cultura del triathlon’ della ‘scuola del triathlon’ e questo stiamo tentando di fare: mi riferisco anche del lavoro di analisi che si accompagna all’applicazione quotidiana dei tecnici federali come di quelli delle società di base e della necessità di incentivare sempre più giovani tecnici a stare sul campo e davanti a un computer nella pratica, nell’approfondimento e nella ricerca. Il Settore Tecnico, con l’aiuto del Centro Studi, ha prodotto e sta producendo del materiale importante di cui, in vari modi, sta cercando la più efficace e finalizzata diffusione”.
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foto Riccardo Giardina