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Tuffi, Tania Cagnotto: “A Rio 2016 come a Barcellona. Il nuovo tuffo…”

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MILANO – Metti cappuccino e brioche una mattina a Milano con Tania Cagnotto. Ancora super abbronzata dopo le meritate vacanze, con la regina dei tuffi italiani si parla in pieno relax di passato, presente e futuro. L’occasione è quindi buona per ricordare i recenti Europei di Berlino (due ori ed un argento) e per proiettarsi verso l’ultimo bienno olimpico di una strepitosa carriera. Alla quale, però, manca soltanto proprio la gemma a Cinque Cerchi. Rio 2016 ultima occasione, ma senza rimanere vittima della tensione. “In queste due stagioni punterò soprattutto sul divertimento – commenta Tania – e sul piacere di gareggiare. A Rio vorrò godermi l’atmosfera ed assaporare la mia ultima Olimpiade. Il sogno sarebbe viverla come Barcellona 2013, con l’ansia solo al momento della gara. Vorrò smettere con la coscienza pulita, sapendo di aver dato il possibile“.

Tra il 2014 e il 2016 c’è però di mezzo un denso 2015, con l’obiettivo clou rappresentato dai Mondiali di Kazan a fine luglio. “Sarà una stagione di allenamenti intensi – assicura la bolzanina – dopo due anni più tranquilli fondamentali per recuperare le energie mentali e le motivazioni dopo i due quarti posti di Londra. Il relax era necessario, sono soddisfatta per aver compiuto la scelta giusta. A Kazan spero di poter strappare già la qualificazione per Rio (in palio per le dodici finaliste, ndr), in modo di poter preparare l’Olimpiade nel migliore dei modi nel 2016“. I discorsi tornano a Berlino, al maledetto errore nell’amato doppio e mezzo rovesciato da tre metri che ha privato Tania della tripletta d’oro: “Premetto che sono contenta, non avrei immaginato alla partenza di chiudere con questo bottino, non ero molto allenata anche perché da maggio la piscina interna di Bolzano è rimasta chiusa per ristrutturazione e gli allenamenti esterni sono stati penalizzati dal freddo. Però mi dispiace per l’ultimo tuffo: ho commesso un errore non da me, nel mio cavallo da battaglia, che non era mai capitato prima. Ora dovrò analizzare il perché, forse la poca resistenza frutto di una preparazione ridotta. I tre metri sono molto più faticosi del metro“.

A breve, comunque, cambio di passo. Si tornerà (quasi) ai ritmi pre Londra, con un grande obiettivo in mente. Ed un asso nella manica, chiamato 5337d. Per i non addetti ai lavori, uno e mezzo rovesciato con tre avvitamenti e mezzo, nuovo tuffo che farebbe aumentare di 0.5 punti il suo programma di coefficienti. “A maggio l’ho provato, devo dire anche bene. È fattibile, se riuscissi ad eseguirlo bene in gara mi porterebbe molti più punti dell’avvitamento che ho adesso. Vedremo, a dicembre o gennaio tornerò a lavorarci con decisione“. Infine, una prima panoramica verso Rio: “Alla portata più la medaglia individuale o nel sincro con Francesca Dallapè? Nella prima gara posso dire la mia a patto di non commettere alcuna sbavatura, nella seconda dietro alla Cina siamo tante nazioni quasi allo stesso livello. Sarà una gara punto su punto, canadesi ed australiane non scherzano affatto e anche loro stanno lavorando sull’aumento di coefficienti”.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: ufficio stampa Arena/Lapresse

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