Pallavolo
Volley, Mondiali 2014 – Italia, è stato un disastro! Ma davvero serve la rifondazione?
È palese che sia andata male. Molto, molto male. L’Italia ha ampiamente deluso in Polonia. Gli azzurri dovevano quantomeno arrivare alla terza fase, dove erano poi chiamati concretamente a giocarsi l’accesso alle semifinali (e alla lotta per le medaglie). Invece no. Si conclude al 13esimo posto, il peggior risultato degli ultimi 28 anni.
Siamo i primi a essere rammaricati, perché sapete quanto OA ha creduto in questa Nazionale. L’abbiamo accompagnata da maggio, dalle imprese in terra brasiliana fino al terzo posto in World League, credendo seriamente che al Mondiale si sarebbe potuto sognare.
Abbiamo già dato la nostra analisi ed elencato i 10 motivi per cui, secondo noi, si è miseramente fallito nella rassegna iridata (clicca qui per conoscerli).
La delusione è tanta, le critiche vanno fatte (e così è stato) ma nel day after della disfatta (arrivata già nel ko con la Serbia, poi appesantita dagli scivoloni contro Polonia e Argentina, senza mai dimenticarsi dell’umiliazione inflittaci dalla Cenerentola Porto Rico) vogliamo provare a rispondere al quesito che sta spopolando nelle ultime ore: “Serve la rifondazione?”.
Siamo nel Paese in cui richiedere la testa del CT è moda sovente. Berruto ha certamente le sue colpe (come tutti i coach che non riescono a centrare l’obiettivo minimo prefissato) ma non dobbiamo certamente scordarci quanto fatto nelle ultime tre stagioni.
Tra Cracovia, Lodz e Bydgoszcz ha sbagliato molto con una gestione tecnica e tattica non all’altezza della sua fame e ampiamente al di sotto dello standard a cui ci ha abituato (salvo il lampo del cambio di formazione che ci ha regalato il rimontone sulla Francia, unica vera gioia di questa spedizione).
Bisogna però sottolineare che il piemontese ha molti meriti. Ha plasmato questa Nazionale, ha introdotto elementi e giovani importanti, ha rinsaldato i veterani, ha saputo gestire bene la spinosa questione Juantorena (di cui forse, troppo spesso, ci si dimentica), ha dato un buon gioco e soprattutto è sempre andato a medaglia nelle competizioni internazionali degli ultimi 3 anni: argento agli Europei 2011, bronzo alle Olimpiadi 2012, bronzo alla World League 2013, argento agli Europei 2013, bronzo alla Grand Champions Cup 2013, bronzo alla World League 2014. Certo: è sempre mancato l’oro. Si può forse imputare la mancanza del carattere vincente, del quid in più che consente di prevalere nei momenti cruciali, della tenuta psicologica da dare al gruppo nei big match contro Brasile e Russia, le uniche squadra che al momento ci sono davvero superiori.
Deve partire la rifondazione? No, sarebbe sostanzialmente folle. C’è un’Olimpiade ormai alle porte (e il progetto Rio già ben avviato da Berruto), speriamo di salvare la partecipazione alla Coppa del Mondo 2015 (bisognerà vedere cosa combinerà la Polonia, in un difficile gioco di risultati e di ranking) che rappresenta la prima chance di qualificazione a Rio 2016.
Poi rivoluzione su cosa? Gli uomini sono questi! A casa non è rimasto sostanzialmente nessuno (Randazzo? Maruotti? Beretta?) quantomeno di davvero forte. Gli “azzurrabili” si trovano tutti all’interno del gruppo che Berruto ha creato, plasmato, modellato, tagliato, allargato, ristretto nelle ultime stagioni. E, diciamolo chiaramente, non possono essere diventati dei brocchi tutto d’un tratto. Spogliatoio rotto (si dice), analisi sbagliate del coach, giocatori non in forme, fondamentali saltato e chi più ne ha più di metta sono motivi che hanno avuto la stessa portata in questa disfatta.
Ora ci auguriamo che si mediti ampiamente su quanto successo a questi Mondiali e si traggano le corrette valutazioni. Magri, Presidente della Federvolley Italiana, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che dovrà sedersi a un tavolo con Mauro Berruto e parlare ampiamente del futuro. Dimissioni, esonero, prosecuzione del contratto (il termine è previsto per 2016)?
Staremo a vedere, probabilmente a fine ottobre. Ora tutta la concentrazione è (giustamente) sul Mondiale femminile che il nostro Paese ospiterà dal 23 settembre al 12 ottobre: ormai è tutto pronto a Roma, Bari, Verona, Modena, Trieste, Milano (dove si svolgeranno le finali). Forza azzurre!
Ai maschi torneremo a pensare tra un mesetto, senza dimenticare che in Polonia si va comunque avanti: Brasile, Russia, Francia, Polonia, Iran e Germania si giocano il titolo! E l’Italia alla finestra, nella speranza di salvare la partecipazione alla Coppa del Mondo 2015…
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NunzioV
15 Settembre 2014 at 19:13
Un passaggio a vuoto può capitare, è vero che questi erano i campionati mondiali ma nello sport bisogna metterlo in conto. Queste ultime settimane non possono e non devono assolutamente far dimenticare i successi negli ultimi anni. Punto e a capo.
Luca46
15 Settembre 2014 at 18:42
Sono assolutamente daccordo anche perchè è una nazionale che stava seguendo un percorso di crescita che noi tutti abbiamo potuto constatare coi fatti. Quindi visto che ancora non si era fondato niente, che cosa si dovrebbe rifondare? Ora più che scivolati su una buccia di banana direi che siamo finiti in un mucchio di m****, sta di fatto però che Berruto a meno di fatti gravi che noi non possiamo conoscere deve rialzarsi e continuare quel percorso. Fortunatamente siamo stati talmente brutti che quando è così analizzare le cose serve a niente, perchè non ha funzionato davvero niente. Bisogna avere la capacità di resettare tutto evitando di ripetere quegli errori che ognuno dei giocatori e del tecnico probabilmente già conoscono. Da un certo punto di vista può essere anche abbastanza facile. Al contrario se non avesse funzionato un particolare a questo punto significava che difficilmente sarebbe stato possibile correggerlo.