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Volley, Mondiali 2014 – Italia, i 10 motivi della grande disfatta! Quanta delusione…

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L’Italia ora è ufficialmente eliminata dal Mondiale. Cinque sconfitte su sette incontri giocati, mai in corsa, uscita prematuramente a metà della seconda fase, 13esimo posto finale: il peggior risultato degli ultimi 28 anni.

Una bruttissima Nazionale, sbarcata in Polonia per arrivare almeno tra le migliori sei squadre del Pianeta (e possibilmente in semifinale) e invece costretta a fare le valigie dopo 10 giorni di gara.

Abbiamo provare a trovare i 10 motivi di questa grande debacle.

 

AGGRESSIVITA’ e ANIMA – Il carattere di questa Nazionale non ha convinto. Pochissima grinta, incapacità di incidere, di graffiare, di tirare fuori gli attributi. Il cuore è mancato, il muscolo più importante e che spesso ci ha regalato soddisfazioni non ha risposto all’appello quando davvero ci serviva.

Non c’è mai stata la svolta caratteriale, l’Italia non è mai riuscita a cambiare, a riscattarsi, a crederci per qualche minuto.

CONDIZIONE FISICA – Il cervello forse c’era, le intenzioni potevano anche essere buone, ma mancavano davvero le gambe (e le braccia). I giocatori probabilmente non erano al top della loro forma, spesso fermi e imballati: i loro neuroni mandavano degli impulsi, ma purtroppo non ricevevano risposta. Preparazione sbagliata?

ASSENZA DI BREAK POINT – L’Italia non è mai riuscita a infilare una serie continua di punti. Sempre costretta rincorrere, cambiopalla che faticava a ingranare, avversari mai messi sotto pressione.

BLACK-OUT – L’eterno cruccio. Gli azzurri giocano bene, poi commettono un paio di errori e si perdono davvero in un bicchier d’acqua. Questo è stato il leit-motiv delle ultime stagioni e che ha regnato sovrano anche in Polonia.

 

PROBLEMI DI SPOGLIATOIO? – Punto cruciale della spedizione. Sono tante le voci in merito e alcuni giocatori non lo hanno mascherato. Berruto è stato più volte interpellato in materia, ma ha sviato. Travica ha affermato che ne parlerà in seguito. E ora tutti ci chiediamo cosa sia successo. Anche in campo alcune cose non hanno convinto, come il mancato sostegno in alcune fase di gioco e un feeling prestazionale non certo dei migliori.

INFORTUNIO ZAYTSEV – Il crac che ha mutato l’andamento del nostro Mondiale. Sia chiaro: lo Zar si è fatto male, ma l’Italia era già stata brutta e anche con il nostro opposto in campo non sarebbe cambiato molto. Forse ci avremmo potuto credere di più, ma è l’impianto di squadra che non andava.

La distorsione alla caviglia destra ha comunque tolto alla Nazionale la star e l’unico uomo in grande di regalare il lampo di genio. Speriamo per lui che si rimetta al più presto.

JIRI KOVAR – Non è mai bello accanirsi contro un solo giocatore, ma davvero le sue prestazioni hanno spesso sconcertato. Fenomenale contro il Belgio, punto e stop. Un’infinità di errori in ogni dove (e soprattutto nei momenti topici), la maggior parte dei servizi sparati in rete, incapace di uscire dal tunnel degli orrori che lui stesso si stava creando, con quegli occhi lucidi che hanno fatto tenerezza. Pochi i consueti lampi di genio che non possono ritenere soddisfacente il Mondiale del nostro schiacciatore, le cui mancanze ci hanno limitato in fase offensiva.

 

MAURO BERRUTO – Indubbiamente ha delle colpe e sarà sicuramente il primo ad ammetterle. Certo è che in Italia la moda di chiedere la testa dell’allenatore è sempre molto diffusa.

Sicuramente ha sbagliato uno degli appuntamenti più importanti dei suoi primi tre anni sulla panchina azzurra: sbarcato in Polonia con il bottino di “sempre a medaglia in tutte le competizioni a cui abbiamo preso parte”, torna a casa a mani vuote e con un’eliminazione molto prematura. Ha avuto la capacità di cambiare in corsa la formazione contro la Francia, ma poi è anche colpa sua se la squadra non ha trovato la scossa giusta, se è mancata la quadratura, se si sono fatti degli errori di valutazione, se non si sono adoperati i doppi cambi, se non si sono dati consigli giusti ai giocatori in campo.

Ora come la mettiamo con il progetto Olimpiadi 2016? C’è già chi invoca le dimissioni. Staremo a vedere. Carlo Magri, Presidente della Federvolley, sembra averlo riconfermato ma ha dichiarato che dovrà incontrarlo. Nel frattempo circolano i nomi di Bernardi e Giani per la successione.

PROBLEMI DI FORMAZIONE – Si sono convocati tre opposti, per schierare Zaytsev di banda in caso di emergenza: non è stato fatto. Giulio Sabbi non ha mai giocato (salvo i due incontri finali, ad eliminazione già avvenuta) e Vettori è stato titolare solo a causa dell’infortunio dello Zar.

Nulla da imputare sulla scelta di schierare Buti al posto di Piano: Simone è stato tra i migliori in questa spedizione. Anche se Matteo era stato il titolare fisso per tutta la World League…

Non si è poi capito più nulla tra Parodi e Lanza, non c’è mai stato ordine. Kovar costantemente in campo nonostante gli errori. La staffetta tra Baranowicz e Travica doveva durare solo lo spazio del rimontone sulla Francia, ha regalato soddisfazioni anche contro il Belgio, ma la magia è subito svanita.

 

CONTRATTACCO e SERVIZIO – Abbiamo difeso tanti palloni, ma raramente si riusciva a trasformarli in punto. A differenza dei nostri avversari che invece ci hanno proprio surclassato in quel fondamentale. Anche l’attacco puro è stato spesso impreciso, con bassissime percentuali e tanti errori.

Il servizio, da nostra arma micidiale, si è trasformato invece in un pesante fardello. Mai incisivo, spesso nemmeno potente e la flottante che non ha fatto i danni sperati.

Fortunatamente il muro si è salvato, la ricezione è andata solo a tratti, in cabina di regia ci sono state delle gravi lacune (salvo rare eccezioni).

 

Non dimentichiamoci MAI dell’UMILIAZIONE inflittaci da Porto Rico. Autentica Cenerentola del volley mondiale, capace di farsi grande solo contro di noi. Quella serata sciagurata rappresenterà (e sempre così sarà) l’anno zero della nostra pallavolo.

 

Siamo delusi, è evidente. Abbiamo appoggiato questa Nazionale in ogni suo passo. Siamo stati i primi a crederci davvero in questo Mondiale, abbiamo profuso una fiducia immane in questi ragazzi e questo nessuno lo potrà rinnegare: ci sono i nostri articoli a testimoniarlo e ne eravamo davvero convinti.

Non stiamo abbandonando la barca, questo mai. Analizziamo semplicemente una spedizione deficitaria e che non rende giustizia al volley azzurro, per come è stato nelle ultime stagioni.

Il Mondiale non finisce qui perché, se ancora non si è capito, nel weekend vanno difesi i punti del ranking!

 

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1 Commento

  1. Luca46

    12 Settembre 2014 at 17:43

    Io non so se Berruto va cacciato o meno. So solo che non va cacciato per un risultato negativo ma se è stato protagonista di gravi mancanze che solo loro pissono sapere. Fin qui aveva fatto bene.

  2. Al

    12 Settembre 2014 at 15:09

    Infatti un voto che non ho ancora letto è 8 a Olimpiazzurra: saranno dieci anni che non seguivo così bene una competizione di pallavolo, con gli articoli e i commenti a sostituire le discussioni coi compagni in palestra. Bravi! Per me il mondiale è finito, credo che guarderò ancora la finale, magari gli Stati Uniti (di cui mi piace il gioco sempre lineare) e il Brasile solo per Lucarelli. Il mio mondiale personale di tifoso, grazie a voi è stato divertente. Un’ultima cosa: in Italia c’è la “moda di chiedere la testa” perché siamo un po’ teatrali, altrove non c’è neanche bisogno di chiedere, se non arriva il risultato, il capo se ne va. Questo è un discorso generale, non per forza applicabile a Mauro Berruto, che resta un grande allenatore. Bisogna capire se dopo 4 anni riesce ancora a trarre il massimo dalla squadra.

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