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Volley, Mondiali 2014 – Le pagelle dell’Italia: Kovar sontuoso, Belgio abbattuto, ora si sogna

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Ieri sera una bella Italia sconfiggeva il Belgio nella sua terza partita ai Mondiali (clicca qui per la cronaca) e a Cracovia proseguiva la sua avventura iridata. Di seguito il nostro commento e le consuete pagelle.

 

ITALIA: 7,5. Non saremo ancora completamente guariti, ma la nostra Nazionale è sulla via giusta. Dopo il clamoroso rimontone sulla Francia, gli azzurri conquistano la seconda vittoria consecutiva e indirizzano al meglio un Mondiale nato male (sconfitta contro l’Iran) e che rischiavamo addirittura di salutare in anticipo (dopo il massacro dei primi due set contro i transalpini).

Berruto conferma in campo il sestetto dell’impresa e la sua visione tattica lo premia: eccellenti prestazioni in tutti i fondamentali (muro da urlo con 16 stampatone, annichilito il Belgio), gioco convincente e gradevole, tanti sorrisi sui volti dei nostri ragazzi.

Stava filando tutto liscio poi il solito, immancabile blackout: match in assoluto controllo, 17-10 nel quarto set e ci siamo ridotti a giocare i vantaggi, dovendo addirittura annullare un set-point che ci avrebbe trascinati al tie-break. Sono proprio questi i momenti che non ci piacciono del nostro team e che vanno assolutamente ridotti al minimo: non è la prima volta che succede.

La classifica ora si è messa a posto: cinque punti, terzo posto in una Pool D sempre più indecifrabile e in cui tutti possono sconfiggere tutti. Sabato la facile passeggiata sul Porto Rico, poi la chiusura della prima fase contro gli USA domenica sera: quella sfida deciderà, in bene o in male, quale sarà il nostro cammino mondiale.

 

JIRI KOVAR: 9. Il migliore in campo. Riscatta l’opaca prestazione esibita contro la Francia grazie a un gioco molto intelligente, mirato e preciso: non dirompente per potenza, ma di classe. E soprattutto non solo in attacco (20 punti, 67% in fase offensiva, top scorer assoluto dell’incontro) ma anche in ricezione, dove risulta fondamentale per gli equilibri di squadra: è onnipresente sui tentativi belgi, li tira su che è un piacere e aiuta in maniera determinante la ricostruzione del gioco.

La sua intesa con Baranowicz è eccellente: hanno giocato insieme tutta la stagione con la casacca di Macerata Campione d’Italia e si vede. Conferma che, quando prende fiducia, diventa determinante per la nostra Nazionale. E lo si è visto anche sorridere, in netta opposizione con gli occhi lucidi dei primi due parziali contro la Francia. Annulla un set-point nel quarto parziale che ci avrebbe costretto a un clamoroso tie-break.

 

MICHELE BARANOWICZ: 8. Una visione tattica fenomenale. Il palleggiatore di Macerata ha dato nuovi equilibri a questa squadra che è tornata a divertirsi, a giocare a pallavolo, a macinare buone prestazioni. Per lui tutti i cinque compagni in campo meritano le stesse attenzioni: serve dei super primi tempi ai centrali, cerca ripetutamente Kovar avvertendo il suo braccio caldo, mette in condizioni Lanza di sfruttare le sue caratteristiche, non isola Zaytsev quando è un po’ sottotono ma anzi gli consente di recuperare ottimamente. Troverà anche quattro punti personali e un ace che fanno sicuramente morale. Ancora determinante dopo aver ribaltato la sfida contro la Francia.

 

FILIPPO LANZA: 8. Altro che riserva. In grandissime condizioni fisiche, si esalta e trova fiducia nel suo buon gioco. Molto bene in attacco, con alcuni punti sparati a terra nei momenti caldi del match. Granitica la sua prestazione sottorete, dove giganteggia con ben 5 stampatone. Qualche piccola imprecisione qua e là, giusto per cercare l’ago nel pagliaio.

IVAN ZAYTSEV: 7. Non inizia nel migliore dei modi ed è un po’ spento per i suoi standard. Da segnare in agenda un momento storico, perché difficilmente lo rivedremo di nuovo: commette tre errori consecutivi (attacchi fuori)! L’Italia conduceva agevolmente 15-12 nel primo set e poi si è ritrovata nella lotta punto a punto finale. Dare delle colpe allo Zar sarebbe però assurdo: è sempre stato il salvatore della Patria e anche a lui possono capitare certi incidenti.

Nel prosieguo dell’incontro alza notevolmente la propria qualità di gioco. Chiuderà con 17 punti a referto (35% in fase offensiva, dato un po’ basso per i suoi abituali standard), non smentendo il suo istinto da killer: l’Italia non aveva ancora realizzato aces, sale in cattedra e ne spara due nel momento migliore del quarto set.

 

EMANUELE BIRARELLI e SIMONE BUTI: 7,5. Una grandissima diga al centro, insuperabile per il Belgio nei tre set vinti dall’Italia (almeno fino al 17-10 del quarto set, poi sono calati). Gradiscono i primi tempi alzati da Baranowicz e li concretizzano (5 e 6 punti in attacco rispettivamente), spina nel fianco della difesa belga che fatica a fermarli. Le stampatone sono la base del loro eccellente lavoro, precise e puntuali nei momenti cruciali dell’incontro (4 a testa).

SALVATORE ROSSINI e MASSIMO COLACI: 7. Il modulo a due liberi si sta rivelando una chiave tattica fenomenale. Ricezione e difesa sono girati davvero alla meraviglia (salvo il black out del quarto set) grazie a pulita prestazione dei nostri due uomini che danno ulteriormente sicurezza alla nostra squadra.

 

SIMONE ANZANI: S.V. Abbozzare un voto solo su alcuni scambi del quarto set risulta difficile (e ingiusto nei confronti di chi ha affrontato tutte le difficoltà dell’incontro), ma è stato decisivo! Il nostro giovane centrale firma il suo primo punto iridato e regala all’Italia il terzo match-point, proprio quello che ci porterà alla vittoria!

LUCA VETTORI: S.V. Debutto mondiale. Subentra sul 24-23 del primo set per sfruttare il suo servizio. Troverà più spazio in futuro?

DRAGAN TRAVICA: S.V. Entra nel finale del primo parziale per alzare un po’ il muro. Il nostro palleggiatore titolare paga i brutti primi due set contro la Francia. Vedremo se lo recupereremo nel corso del Mondiale.

SIMONE PARODI: S.V. Pochi palloni nel secondo set al posto di Lanza, a cui dà un meritato piccolo riposo.

Non a referto (in tribuna): MATTEO PIANO, GIULIO SABBI.

 

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1 Commento

  1. Al

    5 Settembre 2014 at 10:51

    Un bel passo avanti sebbene contro una squadra di seconda fascia, aspettiamo di vedere se la buona partita si ripete con gli USA, sarebbe quello il segnale decisivo che l’Italia c’è. Secondo me la mossa che ha sistemato il mosaico è stata l’innesto di Lanza tra i titolari: per una serie di comprensibili motivi doveva essere il vaso di coccio, invece è stato subito solido, efficace in attacco, pronto in difesa, con personalità. Ha sgravato Zaytsev dallo scomodo ruolo di attaccante unico, vista l’assenza di Kovar e Parodi, e questo ha aiutato anche Kovar, che rende meglio quando la squadra non ha troppo bisogno di lui. Messo così, Baranowicz aveva più scelte rispetto a Travica e ci ha aggiunto l’intelligenza di dare a Kovar la mezza dalla seconda linea (insomma la ‘pipe’) almeno una volta a giro: si vede che a Kovar quell’azione viene naturale e questo gli dà fiducia. I centrali erano tutto sommato la parte meno problematica della squadra e sono anche migliorati a muro. In generale ho visto bene la difesa, segnale primario che una squadra è concentrata. Specie Baranowicz. Si sa che la difesa è anche molto questione di fortuna, perché la schiacciata va a terra in 2 decimi (anche meno se la prendi in faccia), e chi non è sulla traiettoria può fare poco. Però ho visto tante palle toccate, tenute alte, tirate su e ributtate di là, così facendo alla lunga emerge la differenza tra un Brasile e un Belgio. Tra l’altro con i nostri passaggi a vuoto, segnalati anche da Olimpiazzurra, il Brasile ci manderebbe a casa. Insomma direi che Berruto ha recuperato i punti persi e la squadra si è messa sulla buona strada, ma niente fetta di torta fino a dopo gli Stati Uniti!

    • alebi

      5 Settembre 2014 at 11:49

      Mi hai tolto le parole di bocca! Guardando la partita pensavo proprio che potremo gioire solo se ripeteremo una prestazione del genere con le squadre di valore, USA in primis. Anzi per ora l’unica costante rimangono quei black-out spaventosi che hanno rimesso in gioco il Belgio nel primo e nel quarto set e finora le giocate punto a punto ci vedono anche un po’ sfavoriti (i set vinti ai vantaggi o 25-23 sono stati tutti frutto di errori degli avversari in battuta…).

      Le cose positive di questa partita però sono fortunatamente tante. Era da tanto che non si vedeva una voglia di difendere ogni pallone fin dal primissimo scambio del match, in questo Lanza e Bara sono stati superlativi. Poi il gioco così vario del Bara (anche con palle non pulitissime dalla difesa) ha letteralmente mandato in palla il muro avversario, che non sapeva se marcare i primi tempi, le pipe, le bande… insomma, è stato un piacere per gli occhi! Dal mio punto di vista l’uomo della “provvidenza” è stato proprio il nostro palleggiatore. Questo ha permesso a Jiri di giocare con serenità (e si è visto di cosa è capace! tra l’altro è rimasto costante ad altissimo livello durante l’intero match) e allo Zar di non doversi caricare il peso della squadra (anzi abbiamo quasi ottenuto l’effetto contrario 😛 che si addormentasse un po’ durante il match).

      Ora rimane il dubbio di vedere se con Porto Rico farà riposare la squadra (soprattutto Ivan e centrali) o insisterà con questo sestetto per migliorare l’intesa. Il problema di quando si affrontano squadre “materasso” è che ci si può esaltare anche giocando male (cosa dannosissima) o si affatica inutilmente chi poi dovrà essere al meglio nelle sfide che contano. Questa è l’unica partita dove si potrebbe far riposare la squadra (mica siamo nel girone della Russia noi….), dalla seconda fase gli avversari bene o male saranno tutti “rognosetti” almeno del livello del Belgio (penso ad Australia e Argentina).

      • Al

        5 Settembre 2014 at 13:16

        Sono d’accordo con le tue valutazioni, fossi Berruto ora non penserei a far riposare gli atleti con Porto Rico, visto cosa è successo durante la World League. La tensione quando cala non torna su a comando, e noi purtroppo abbiamo proprio questo difetto della solidità mentale, per cui ora che la formazione gira bene, sfrutterei Porto Rico per farli stare ancora in campo insieme. Certamente se ad es. Buti ha un dito insaccato (in partita si toccava la mano), Ivan è stanco (se è calato per quello, lui lo sa), allora sarebbe l’occasione giusta per farli riposare.

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