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Volley, Mondiali 2014 – Le pagelle dell’Italia: quanta fatica, gioco a sprazzi, USA superiori
Ieri sera l’Italia veniva sconfitta dagli USA nell’ultima partita della prima fase dei Mondiali 2014 (clicca qui per la cronaca). Di seguito il nostro commento e le consuete pagelle.
ITALIA: 5. Non ci siamo proprio. Sì, qualche lampo di buon gioco lo si è anche visto ma è davvero troppo poco per una Nazionale presentatasi in Polonia per entrare tra le prime quattro e ora scioltasi così, nella prima fase.
Poca cattiveria, grinta rimasta in gola, azzurri poco incisivi in una partita che doveva rappresentare la svolta del nostro Mondiale e che invece, sostanzialmente, verrà ricordata come il nostro capolinea.
La nostra Nazionale commette ancora troppo errori, non riesce mai a sfruttare la battuta (storico fondamentale a noi favorevole), si aggrappa troppo spesso ai primi tempi e non riesce a proporre un attacco continuativo, fluido, costante e preciso. I ragazzi fanno fatica ad esprimere continuità di gioco e hanno enormi difficoltà a collezionare punti consecutivi (nel match si sono visti non più di tre break point significativi).
Sembra essere scomparso il gruppo che tra maggio e giugno collezionò le storiche sei vittorie consecutive in World League, che espugnò il Brasile con due vittorie nel giro di 18 ore, che ha sconfitto proprio gli USA durante le Final Six di Firenze. Dov’è finito? Perché quella era una squadra davvero competitiva e che se la giocava con qualsiasi avversario.
Si sono perse tre partite su cinque: accettabile il passo falso con l’Iran, umiliante il ko contro Porto Rico, la sconfitta contro gli USA non doveva arrivare per come si è messo il girone. Solo la cattiveria ha permesso di rimontare sulla Francia (l’assurdo è che l’Italia è l’unica squadra ad aver sconfitto i transalpini in questi Mondiali) e un buon gioco ordinato ci ha relegato punti “salvezza” contro il Belgio.
Ci presentiamo alla seconda fase con 2 miseri punti (proprio quelli del tie-break trionfale sui galletti) e sembra ora impossibile entrare tra le prime tre della Pool E. Non tanto per le quattro vittorie su quattro da realizzare, quanto perché questa Italia sembra incapace di infilare quattro successi in cinque giorni. Australia e Argentina saranno anche alla portata (beh, abbiamo visto poi cos’è successo contro i caraibici…), ma Serbia e Polonia sono ora due gradini sopra. A meno che non ci si svegli definitivamente!
IVAN ZAYTSEV: (giudizio sospeso). Il suo infortunio sul 16-16 ci ha fatto tremare. Lo Zar cade male da un attacco dopo aver infilato un paio di punti preziosi e purtroppo la sua caviglia si storta. La situazione non sembra gravissima, come ha affermato lui stesso in un’intervista rilasciata alla Rai nel post-partita.
Dovremo recuperarlo al più presto. Certo il set e mezzo giocato non è stato dei migliori per il suo talento, ma si è dovuto fermare proprio nel momento migliore, quando la nostra Nazionale stava dando il massimo per provare a pareggiare il conto set, proprio sulla spinta di Zaytsev.
SIMONE BUTI: 7. Il miglior azzurro in campo. Viene spesso cercato con dei bei primi tempi e non tradisce mai: sono questi i palloni che più mettono in difficoltà gli statunitensi. A muro spesso si fa sentire ed è l’unico (insieme al capitano) a impensierire Anderson e compagni.
EMANUELE BIRARELLI: 6,5. Anche il capitano prova a tenere a galla la baracca. Produce dei bei muri di contenimento (2 stampatone) e, come per il compagno di reparto, viene spesso chiamato in causa con dei primi tempi.
JIRI KOVAR: 4,5. Mescola sprazzi di genio assoluto (come i due punti consecutivi del terzo set, break fondamentale per poi vincerlo), attacchi spettacolari e difese pazzesche con degli errori davvero grossolani e inspiegabili: diagonali facili out, battuta molto fallosa e quella riga pestata dai 3 metri che ancora chiede giustizia… Sarà comunque il nostro top scorer con 13 punti all’attivo.
SIMONE PARODI: 4. Torna titolare nel sestetto, ma purtroppo non è quello dei giorni migliori. Fatica a macinare gioco, percentuali troppo basse in attacco (25%), alcuni errori importanti e un gioco poco propositivo.
LUCA VETTORI: 4,5. Sostituisce Zaytsev, ma purtroppo non è in serata di grazia. L’opposto ha anche qualche buono spunto, proprio nel terzo set vinto, ma la fase offensiva è davvero spuntata (28%) e non riesce a incidere all’amato servizio. Chiuderà con soli 6 punti a referto.
MICHELE BARANOWICZ: 4. Purtroppo è scomparso tutto d’un tratto il giocatore che ci aveva salvato contro la Francia e che ci aveva ben indirizzato contro il Belgio. I suoi sprazzi sono tutti racchiusi in alcuni buoni passaggi della prima metà di primo set (soprattutto con primi tempi), poi il crollo verticale e l’obbligata sostituzione con Travica.
DRAGAN TRAVICA: 6,5. Se il match si è trascinato fino al quarto set è merito soprattutto suo. Il suo ingresso modifica gli ingranaggi, rimette sicurezza in cabina di regia, i centrali tornano a macinare gioco e gli opposti raddrizzano una serata per il resto storta. Poi si spegne anche lui gradualmente nel finale di quarto set. Il palleggiatore dei momenti migliori è una garanzia, non quello visto nelle prime due partite e negli scampoli dell’horror contro Porto Rico.
SALVATORE ROSSINI e MASSIMO COLACI: 6. I due liberi non si comportano male. Ricezione e difesa, lato loro, tengono anche abbastanza bene ma la cornice intorno non è certamente delle migliori. Pagano la potenza di Sander e Anderson, vera spina nel fianco.
FILIPPO LANZA: S.V. Entra nel momento peggiore del quarto set, difficile pensare che potesse raddrizzare l’incontro.
Non entrato: MATTEO PIANO.
Non a referto (in tribuna): SIMONE ANZANI, GIULIO SABBI (per la quarta volta, la sua convocazione ora resta davvero un mistero)
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