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Ciclismo

Vuelta a España 2014: l’inossidabile Chris Froome

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Sono tanti gli spunti regalati dalla quattordicesima frazione della Vuelta a España 2014: la gioia di Hesjedal per rispondere alle polemiche e tornare al successo dopo lungo tempo, l’atroce beffa subita da Zaugg, la tattica ancora una volta discutibile di Valverde, la forza di Contador e quella di un Fabio Aru sempre più grande ogni giorno che passa.

Non ce ne vogliano gli altri grandi protagonisti di questa spettacolare Vuelta, dunque, se scegliamo di concentrarci su Chris Froome. Questo perché il modo di correre del britannico stupisce ogni volta di più e ha davvero pochissimi termine di paragone tanto nel ciclismo contemporaneo, quanto in quello passato: quando mai si è visto un simile campione di intelligenza? Froome ha costruito i suoi successi, su tutti ovviamente il Tour de France 2013, con un marchio di fabbrica ben preciso: mai rispondere agli attacchi. O meglio, farlo a proprio modo. Scattano Contador, Valverde, gli altri favoriti? Il white kenian resta seduto sui pedali e si fa sfilare, illudendo rivali e tifosi su una sua pessima condizione atletica. Ma appena chi sta davanti si risiede in sella per controllare la situazione (e lo deve fare, perché nessuna salita può essere percorsa interamente fuori soglia), Froome si riporta sotto come un avvoltoio: ancora una volta, senza uno scatto, senza un’azione diversa da quel rullo compressore che ha nelle gambe le quali mulinano a velocità eguale indipendentemente dalla pendenza.

Chris Froome è inossidabile; Alberto Contador lo sa bene ed è perfettamente consapevole che, con il britannico in queste condizioni, la strada verso Madrid nasconde una temibile insidia in più.

foto: pagina Facebook team Sky

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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