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Ciclismo, il pagellone del 2014: da Nibali a Kwiatkowski, ecco tutti i big!

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La stagione ciclistica 2014, per quanto riguarda l’attività su strada, è ormai andata in archivio. A partire da gennaio è stato un susseguirsi di emozioni, vittorie e sconfitte, anche dolorose. Proviamo, in questo primo scorcio d’inverno, a tirare le somme di quanto abbiamo visto analizzando le prestazioni dei corridori con un pagellone di quanto visto negli scorsi mesi. Oggi ci soffermeremo sui big del ciclismo mondiale.

VALVERDE Alejandro, voto 8,5: un mostro di continuità. Nella sua stagione, che vede a referto un numero esorbitante di piazzamenti e vittorie, mancano il podio al Tour de France e un successo di prestigio. Incredibile come riesca a stare sulla cresta dell’onda per 8 mesi consecutivi, ma probabilmente è proprio questo essere sempre competitivo che gli toglie il turbo nelle situazioni più importanti. Secondo alla Liegi, terzo al Mondiale e ancora secondo al Giro di Lombardia. Un corridore come pochissimi: avesse anche acume tattico, probabilmente, gli altri dovrebbero iniziare a correre per il secondo posto.

CONTADOR Alberto, voto 9: il suo grande obiettivo era il Tour de France, ma viene messo fuori gara da una caduta. Quantomeno il podio sarebbe stato facilmente alla sua portata. Con un recupero lampo si presenta ai nastri di partenza della Vuelta a España e con il passare delle tappe diventa sempre più padrone della maglia Roja che conquista a Santiago de Compostela. Tra gli altri successi merita un menzione importante la Tirreno-Adriatico.

KRISTOFF Alexander, voto 8,5: per lui si tratta della stagione della consacrazione. A marzo vince la Milano-Sanremo ed è competitivo anche tra Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix, dove per vari motivi è costretto al ritiro. Al Mondiale regola il gruppo in volata e con una squadra a sua disposizione, probabilmente, avrebbe potuto provare a giocarsi l’iride. Condisce il tutto con tanti successi minori e due straordinarie tappe al Tour de France. In crescita e ancora relativamente giovane.

KWIATKOWSKI Michal, voto 9: fatica al Tour, è un classe ’90, ma per il resto la stagione è da incorniciare. Fa vedere di che pasta è fatto in occasione delle Strade Bianche, quando asfalta Peter Sagan sullo strappo finale. Si cocnentra sulle classiche delle Ardenne e dimostra di valere il podio, e in futuro anche qualcosa di più. La vittoria al Mondiale di Ponferrada è un manifesto della sua classe: straordinaria.

DEGENKOLB John, voto 7,5: un signor corridore. Probabilmente gli è mancato qualcosa nelle occasioni importanti (come un po’ di fortuna alla Milano-Sanremo), ma per il resto un ottimo 2014. La prima classica monumento sembra nell’aria.

GERRANS Simon, voto 8,5: vince la Liegi e arriva secondo al Mondiale. Dopo il successo inaspettato della Milano-Sanremo 2012 l’australiano pare finalmente aver trovato la sua dimensione. Corre in maniera poco spettacolare, ma che spesso e volentieri si dimostra vincente.

SAGAN Peter, voto 7: l’ultima sua vittoria risale a giugno, ai campionati nazionali in linea. Delude nelle corse più importanti e probabilmente questa per lui è la stagione meno brillante da quando è passato professionista, considerando anche le attese. In ogni caso fa un gran Tour de France, anche se gli è mancata la vittoria di tappa tanto agognata. Porta comunque a casa una maglia verde mai in discussione.

GILBERT Philippe, voto 7: conferma di trovarsi perfettamente a proprio agio sul Cauberg e vince l’Amstel Gold Race con una progressione da urlo. Per il resto vince poco e si fa vedere solo a sprazzi. Chiude bene la stagione ma non è più il Gilbert devastante di qualche stagione fa. Stagione buona ma che forse lo proietta sul viale del tramonto? Il 2015 potrebbe essere l’anno del definitivo riscatto.

NIBALI Vincenzo, voto 8,5: riesce nell’impresa di riportare in Italia il Tour de France, ma per il resto il suo 2014 si perde nell’anonimato salvo qualche eccezione. Nella prima parte di stagione rincorre la miglior condizione, regala spettacolo al Tour de France sul pavè e in salita salvo poi sparire nuovamente. Impietosa la mancata risposta delle gambe durante l’ultimo giro del Mondiale sullo scatto di Joaquim Rodriguez. Troppo monodimensionale per arrivare ad un voto maggiore, ma resta la grande impresa.

QUINTANA Nairo, voto 8: il Giro d’Italia è il suo pane. Da leggenda la vittoria nella tappa dello Stelvio tra la neve e l’arrivo in Val Martello. La seconda parte di stagione viene compromessa da una caduta alla Vuelta che gli impedisce di lottare per un podio decisamente alla portata in terra iberica. Nel 2015 non può che puntare alla maglia gialla di Parigi.

RUI COSTA Alberto, voto 7,5: si batte come un leone con la maglia di campione del mondo, ma quando conta gli manca sempre qualcosa per ottenere un successo importante. Stagione positiva che non ha però impressionato: certo, l’iride sulle spalle può essere un peso difficile da portare e lui ci è riuscito meglio di tanti altri.

FROOME Chris, voto 6,5: poche corse e poche vittorie, si salva con il podio della Vuelta ma è sempre apparso molto lontano da quello dominante del 2013. Sfortunato in terra di Francia, con le cadute al Giro del Delfinato e al Tour de France che gli hanno mandato all’aria i piani per il mese di luglio e non solo. Se davvero è il corridore dello scorsa stagione è chiamato a dimostrarlo.

MARTIN Tony, voto 7,5: impossibile dimenticare la cavalcata solitaria al Tour de France, quando sembrava una vera e propria locomotiva. A settembre, però, ha deluso nell’appuntamento più importante per lui: i Mondiali a cronometro. Alla ricerca del poker, si è dovuto arrendere a Bradley Wiggins. Impossibile possa vendicarsi dato che l’inglese non dovrebbe nemmeno difendere il titolo l’anno prossimo per concentrarsi su altri obiettivi. Martin resta il pedalatore che maggiormente è in grado di impressionare in gruppo.

MARTIN Daniel, voto 7,5: uno dei corridori più bersagliati dalla sfortuna di tutto il plotone. Quando sembrava prossimo a doppiare la vittoria della Liegi 2013 un pedale che tocca l’asfalto all’ultima curva lo manda gambe all’aria, mentre al Giro d’Italia è costretto ad issare bandiera bianca per la rocambolesca caduta che ha coinvolto la Garmin-Sharp nella cronosquadre inaugurale. Il successo al Lombardia vale tanto anche per questo: nonostante tanta sfortuna il 2014 gli ha portato la seconda Monumento della carriera. E a Bergamo abbiamo visto tutta la sua abilità di cacciatore di Classiche.

RODRIGUEZ Joaquim, voto 5: non gliene va bene una. Dalle Classiche alla Vuelta passando per Giro e Tour. Nettamente la sua peggior annata da anni a questa parte con ormai 35 primavere sulle spalle. Il 2015 l’ultima occasione?

CANCELLARA Fabian, voto 7: si salva con il Giro delle Fiandre e i due podi tra Sanremo e Roubaix. Ma il super-Cancellara degli altri anni sembra ormai un ricordo. Gli anni passano anche per lui e fare la differenza diventa sempre più difficile. Ha però sviluppato capacità tattiche che gli sarebbero risultate molto utili negli anni precedenti di carriera, quando faticava a vincere anche quando risultava essere il più forte in corsa. Ora la situazione sembra essersi ribaltata.

BOUHANNI Nacer, voto 8,5: il volto nuovo degli sprint. E non solo. Nelle salite brevi ha dimostrato di andare molto forte e potrebbe anche togliersi soddisfazioni importanti nelle classiche altimetricamente meno impegnative. Tra Giro e Vuelta sono fuochi d’artificio in ogni volata.

TERPSTRA Niki, voto 7,5: con lui chiudiamo i vincitori delle classiche monumento. Conquista una Parigi-Roubaux d’astuzia, sfruttando la superiorità numerica della sua squadra. Per il resto si vede poco, ma l’arrivo in solitaria al velodromo vale una carriera. E forse anche qualcosa di più

KITTEL Marcel, voto 9: è il re degli sprint, senza ombra di dubbio. Una potenza fuori dal comune che in volata pare incontrastabile. Quando è nel gruppo di testa all’ultimo chilometro, se non ci sono salite, è sempre e comunque il favorito numero uno. Stagione della consacrazione come miglior velocista al mondo.

ARU Fabio, voto 8: il nuovo che avanza. Podio al Giro e quinto posto finale con, rispettivamente, una e due vittorie di tappa. La crescita rispetto al 2013 è evidente e per il 2015 le aspettative sono tante. Per ora sta crescendo bene ed è giusto dargli tempo. Inutile nascondere, però, che l’Italia fa grande affidamento su di lui. E quanto fatto vedere in questo 2014 conferma che le aspettative sono fondate. E anche per le classiche potrebbe essere un nome interessante.

MATTHEWS Michael, voto 7,5: stagione di alto livello, ma gli manca concretezza nelle occasioni più importanti. È giovane e gli serve esperienza, ma le basi sembrano ottime.

WIGGINS Bradley, voto 8,5: corre poco, è vero, penalizzato anche dalla squadra. Ma quando sale sulla sua Pinarello è una vera e propria poesia in movimento. Stupisce alla Roubaix, dove arriva a giocarsi podio e vittoria, poi nella prova a cronometro del mondiale confeziona un piccolo capolavoro e conquista l’iride proprio all’ultima occasione utile. Ora l’obiettivo è la Parigi-Roubaix prima di dedicarsi al record dell’ora e alla pista in vista di Rio 2016.

CAVENDISH Mark, voto 5: stagione da buttare, rovinata dalla caduta alla prima tappa del Tour de France. Per il resto poco da segnalare.

BETANCUR Carlos, voto 4: difficile dare un voto al corridore dell’AG2R. Dopo un buon inizio scompare letteralmente nel nulla in Colombia. Quando torna in Europa si presenta con un fisico decisamente poco adatto ad un corridore e anche solo finire la Vuelta sembra un’impresa. Correre gli fa bene ma ha lasciato sul piatto una stagione che avrebbe potuto regalargli tante soddisfazioni.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Gianluca Santo

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