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Ciclismo
Ciclismo su pista: gli Europei delle conferme azzurre
Si sono conclusi nella notte gli Europei di ciclismo su pista 2014: per l’Italia, sono arrivate importanti conferme anche a livello élite dei progressi fatti negli ultimi due anni, che si erano già esplicitati più volte in Coppa del Mondo e nelle competizioni giovanili, non centrando il bersaglio invece ai Mondiali di inizio anno.
Anzitutto, una breve ma importante premessa: l’Unione Ciclistica Europea ha appaltato all’ultimo momento gli Europei a Baie-Mahault, località della Guadalupa francese, a causa della rinuncia di Apeldoorn. I caraibici hanno dunque ristrutturato il proprio velodromo: un “classico” di 333 metri a fronte dei 250 di lunghezza ormai in voga nei principali impianti internazionali, con fondo in cemento e non in legno. Inoltre, le temperature, soprattutto nei primi giorni, si sono rivelate piuttosto elevate, talvolta ai limiti dei 40°: dunque, condizioni ben poco “continentali” per questa manifestazione. Questi Europei costituivano oltretutto la prima delle dieci prove che assegnano il punteggio per la qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dove keirin, omnium, velocità, velocità a squadre e inseguimento a squadre costituiranno le cinque discipline, tanto per il maschile quanto per il femminile, del programma olimpico.
In ogni caso, la nazionale azzurra può tornare a casa abbastanza soddisfatta di quanto fatto. Soprattutto per la coppia della foto: Elena Cecchini ed Elia Viviani, fidanzati ormai da molti anni e atleti di altissimo profilo tanto in pista quanto in strada. La ventiduenne friulana, nel corso di un 2014 nel quale ha davvero compiuto un imponente salto di qualità, ha conquistato qualcosa come sette medaglie continentali, a cui si aggiungono quelle dei campionati nazionali di entrambi i settori: già campionessa europea U23 della corsa a punti, bronzo nello scratch e nell’inseguimento a squadre della stessa categoria e argento assoluto su strada, a Baie-Mahault sale per tre volte sul terzo gradino del podio nella corsa a punti, nello scratch e nell’inseguimento a squadre. Proprio il quartetto femminile ha conquistato un risultato importantissimo, sfruttando al meglio il nuovo regolamento che dà una seconda chance, quantomeno per la finale per il bronzo, alle formazioni che non brillano particolarmente in qualificazione: nel primo turno, infatti, un problema fisico occorso proprio alla Cecchini aveva limitato le potenzialità del quartetto, che comunque ha dominato i ripescaggi e ha poi conquistato l’agognata medaglia. Con la friulana, Salvoldi ha alternato in pista le veterane Silvia Valsecchi e Tatiana Guderzo e le più giovani, ma ormai introdotte da parecchi anni alla disciplina, Beatrice Bartelloni, Maria Giulia Confalonieri e Simona Frapporti.
La stessa Frapporti ha chiuso in nona posizione l’omnium: una gara regolare quella della bresciana della Valle Sabbia, che ad un certo punto poteva puntare anche ad un piazzamento tra le prime sei. Valsecchi e Bartelloni hanno poi conquistato due piazzamenti onorevoli nell’inseguimento individuale, mentre la Confalonieri ha concluso al dodicesimo posto la corsa a punti. Italia assente nella velocità: qui, come abbiamo già avuto modo di dire, le speranze si chiamano Miriam Vece ed Elena Bissolati, ma trattandosi di due ragazze non ancora maggiorenni si è preferito, ovviamente, evitare di buttarle sin da ora nella mischia della massima categoria.
Nel maschile, ecco l’altro elemento della coppia della foto, ovvero Elia Viviani: il veronese di Isola della Scala sigla l’unico oro della spedizione azzurra, ma è un oro preziosissimo perché arriva nell’omnium, la disciplina nella quale il velocista veneto era stato l’unico rappresentante tricolore alle Olimpiadi di Londra 2012. Una prova studiata meticolosamente, tanto da aver rinunciato a corsa a punti e Americana dopo aver fatto l’inseguimento a squadre per concentrarsi unicamente sull’omnium, e vinta, anzi dominata, con una prestazione di altissimo profilo, che lo colloca di diritto nell’élite globale della specialità. Il quartetto maschile, composto dallo stesso Viviani, da Marco Coledan, Alex Buttazzoni e Liam Bertazzo ha terminato al sesto posto la prova dell’inseguimento a squadre: un risultato buono, che apre con un certo ottimismo la caccia al pass olimpico. Coledan era invece molto atteso nell’inseguimento individuale, dove aveva sfiorato la medaglia iridata ad inizio anno: qui, il passistone della Bardiani ha vissuto invece una giornata decisamente negativa, con un piazzamento e un crono non all’altezza delle aspettative. La corsa a punti si è invece rivelata la consueta miniera per l’Italia, con il ventiduenne Liam Bertazzo capace di conquistare uno splendido argento, mentre Buttazzoni si è sfortunatamente fermato ai piedi del podio nello scratch. Le discipline veloci, ovvero velocità individuale, chilometro e keirin, sono state disputate unicamente da Francesco Ceci, da anni ormai l’unico rappresentante azzurro a livello internazionale in queste specialità: il dodicesimo posto nei mille metri rappresenta il miglior risultato per un comparto che comunque fatica ancora molto ad acquisire una maggiore competitività.
foto: Facebook Roberta Cailotto/Elena Cecchini-Elia Viviani
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com