Artistica
Ginnastica, Mondiali 2014 – Che bella Italia! Super squadra, tante Finali, manca solo la medaglia
Non ci si lasci ingannare dal medagliere, dove l’Italia è purtroppo rimasta a secco. La nostra Nazionale ha disputato un eccellente Mondiale 2014 di ginnastica artistica a cui purtroppo è mancata la classifica ciliegina sulla corta per chiudere con il botto. Vanessa Ferrari non è riuscita nell’impresa e il podio al corpo libero è sfumato. L’unica speranza di alloro era, come sempre, aggrappata alla nostra Cannibale che nella giornata conclusiva non ci ha regalato il consueto miracolo a cui ben ci ha abituato.
Brilla naturalmente il quinto posto a squadre, risultato di assoluto prestigio e rilievo, vero indicatore della validità del movimento ginnico di un Paese. Subito dietro alle storiche quatto grandi potenze della Polvere di Magnesio (USA, Cina, Russia, Romania che sono poi le uniche Nazioni andate a medaglia nel settore femminile, insieme alla Corea del Nord aggrappata all’oro della specialista Hong al volteggio) c’è la nostra Nazione che ha giganteggiato a Nanning giocandosela praticamente alla pari con i team guidati da Iordache e Mustafina.
Il nostro sestetto ci ha entusiasmato ed emozionato, regalandoci una performance ad alto contenuto tecnico e di assoluto livello mondiale, come l’occasione richiedeva. Il risultato finale può sostanzialmente considerarsi il migliore della nostra storia, visto che il quarto posto del 2007 venne conquistato grazie al clamoroso 0 della Kramarenko al volteggio (il bronzo del 1950 risale davvero a un’altra ginnastica e a un panorama molto meno ampio e di livello inferiore per ammettere un serio confronto). Mercoledì, invece, le azzurre hanno fatto tutto da sole e si sono conquistate con pieno merito una piazza difficilmente pronosticabile alla vigilia, soprattutto dopo lo stop forzato di Elisa Meneghini.
Quinti al Mondo, terzi in Europa (che peccato che non sia andata così a Sòfia). 222 punti abbondanti in qualifica (con 4 ginnaste sugli attrezzi), 169 punti in Finale (con 3 atlete per rotazione) sono risultati di assoluto spessore tecnico.
Andando oltre i freddi numeri (che però sono la base per analizzare lo sport agonistico, non dimentichiamolo mai) è da apprezzare quanto visto in pedana. Per atteggiamento, per voglia, per ardore e soprattutto per qualità tecnica espressa. Il secondo punteggio al Mondo al corpo libero (solo gli USA ci sono superiori) con i doppi tesi e acrobatica di livello; i tre doppi avvitamenti al volteggio, base per brillare in contesti internazionali. Accorgimenti tecnici notevoli e che hanno permesso alle azzurre di fare un deciso passo in avanti. Certo c’è ancora tanto da lavorare alle parallele, mentre la trave ha detto male ma più per difficoltà e imprevedibilità dei 10cm che non per altri problemi.
Gli errori sono stati relativamente pochi, aspetto assolutamente da rimarcare e da apprezzare dopo i troppi scivoloni degli Europei. Tra qualifica e finale se ne possono contare 5-6 di un certo peso, in piena linea con quanto espresso dalle avversarie.
Questo era un Mondiale a squadre e l’obiettivo era la prova per team, superata con ottimi voti. L’Italia guarda con fiducia verso la prossima rassegna iridata, in programma a Glasgow tra 12 mesi, che assegnerà i primi otto pass per le Olimpiadi di Rio 2016. Ripetere il piazzamento di Nanning (o comunque entrare in Finale) significherebbe strappare subito la qualificazione per la manifestazione a cinque cerchi, senza dover passare per la tagliola del Test Event come invece ci capitò nel 2012 (tra l’altro il calendario risulterà molto complesso, visto che la prova è schedulata per la primavera 2016 e non a gennaio dell’anno olimpico).
Il livello individuale potrebbe passare in secondo piano, ma così non deve essere. Si sono raccolte quattro Finali, si sono portate due ragazze tra le migliori 24 all-arounder, si è conquistata una doppia finale al corpo libero quasi inattesa ma non totalmente sorprendente.
Si può sorridere anche sotto questo punto di vista. Erika Fasana e Vanessa Ferrari hanno brillato, con la nostra capitana davvero infinita e trascinatrice, spettacolare sesta nel concorso generale (a un solo punto dal podio, insidiabile con degli staggi migliori), poi purtroppo solo quinta nella Finale che contava dove doveva difendere l’argento conquistato ad Anversa.
Eccezionale Lara Mori a sostituire all’ultimo Meneghini, debutto iridato anche per Lavinia Marongiu che ha complessivamente svolto due buoni giorni gara (peccato per le mani a terra in qualifica), veterana Giorgia Campana (dispiace per la caduta in finale senza il quale la Romania sarebbe stata ancora più vicina), Martina Rizzelli ha invece commesso due errori importanti nel turno preliminare.
Il futuro è assolutamente roseo anche perché qui mancavano ragazze come Enus Mariani, Carlotta Ferlito, Tea Ugrin, Alessia Leolini oltre alla già citata Meneghini, giusto per citare quelle che al momento sembrano essere le nostre migliori interpreti. Insomma il bacino da cui attingere è sempre più ampio, in attesa poi delle nuove seniores. C’è una grande Italia!
Gli uomini, invece, hanno sostanzialmente fatto il loro. I ragazzi di Pedrotti sono rimasti abbondantemente tra le 24 Nazioni che proseguono la propria rincorsa verso le Olimpiadi e il 13esimo posto può essere un buon biglietto da visita per Glasgow, viste le condizioni in cui ci si è presentati e considerando l’infortunio di Alberto Busnari alla sbarra prima di salire sul suo cavallo con maniglie. La top 12, che tra Glasgow 2015 e Test Event 2016, garantisce la partecipazione alla rassegna a cinque cerchi, è comunque alla nostra portata.
Bello il ricambio generazionale che si è potuto ammirare alla Guangxi Arena, tanti giovani pronti per la causa e bravi a risollevarsi nel momento di difficoltà. Non sono arrivate Finali di Specialità, ma si sapeva che sarebbe stata davvero durissima (livello generale davvero mostruoso!) mentre Ludovico Edalli è stato bravo a strappare l’accesso alla Finale all-around con l’ultimo posto utile e a concluderla in 24esima posizione.