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Rugby

Pro12, top e flop 6^ giornata: BergaMauro infinito, Campagnaro si prende Treviso

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TOP

Zebre

Gonzalo Garcia: uno come lui serviva come il pane, contro la squadra meglio organizzata offensivamente della lega. E l’italo-argentino, dopo un inizio balbettante in campionato, sale in cattedra non solo dal punto di vista dell’intensità e della leadership difensiva, ma anche in zona realizzativa. Prima la volata che permette a Bisegni di marcare, poi i fondamentali punti al piede per permettere alle Zebre di sperare nel colpaccio. Sfortunato per quella traversa.

La mischia: Aguero e Chistolini si confermano come una delle migliori coppie di piloni dell’intero Pro12. Se il buongiorno si vede dal mattino, difficilmente gli avversari di turno potranno impensierire i due azzurri, una garanzia anche in chiave Nazionale, sebbene gli spazi siano ristretti. Convincente anche la seconda linea (tutta italiana…), soprattutto con un Biagi così performante.

Mauro Bergamasco: immortale. Più di un flanker, più di un semplice trascinatore, ma quasi un’istituzione. Soltanto due anni fa sembrava aver imboccato il viale del tramonto, invece l’azzurro ha saputo ritrovarsi e gestire al meglio il proprio fisico, diventando una pedina fondamentale per Cavinato. E un’opzione di lusso per Brunel.

Benetton Treviso

Michele Campagnaro: non solo per le due mete, a conferma comunque della straordinaria vena offensiva del 21enne azzurro, ma anche per la continuità con cui sta cercando di contribuire alla causa in questo difficile inizio di stagione. Uno dei migliori finora, insieme al resto della truppa italiana. Money in the bank.

Matteo Zanusso: poca esperienza, ma delle potenzialità importanti e già in parte dimostrate. Anche contro i primi della classe. A 21 anni l’ex San Donà sta lentamente conquistando ed impressionando l’ambiente trevigiano, Casellato compreso, che sembra puntare forte sul giovane pilone. Solido in mischia e nel gioco aperto. Prospetto interessante.

Simone Favaro: il terrier è tornato. Per il top della condizione bisognerà attendere ancora qualche partita, ma il cambio di passo apportato in terza linea è evidente. Il breakdown è tornato ad essere una zona di contesa per Treviso, dopo un inizio di stagione in cui non sembrava esserci storia per i veneti. La difesa, inoltre, ha cominciato a progredire proprio con il rientro del preziosissimo flanker, capace al solito di placcare anche l’erba.

FLOP

Zebre

Luciano Orquera: due calci sbagliati e il testimone che passa a Garcia è la fotografia che riassume perfettamente il match dell’italo-argentino. Discontinuo e poco affidabile, venerdì così come in tante altre occasioni. E i campanelli d’allarme risuonano inevitabili nella testa di Jacques Brunel, senza alternative credibili ad Allan attualmente.

Samuela Vunisa: in confusione da inizio stagione. Il n°8 figiano non è ancora entrato nella forma migliore, eppure il gioco di Cavinato non può prescindere dalle cariche e dalla prepotenza fisica del proprio ball carrier di punta. Avrebbe bisogno di tirare il fiato, ma l’assenza di Van Schalkwyk non gli consentono di fermarsi ai box.

Alberto Chillon: solo uno scampolo di partita, ma il veneziano non fa nulla per mettere in difficoltà le gerarchie ben definite di Cavinato. Con Leonard fuori, la maglia n°9 è ben salda sulle spalle di Palazzani. Svogliato, a tratti rinunciatario e confusionario nelle scelte.

Benetton Treviso

Jayden Hayward: in pochi, probabilmente, avrebbero pensato di rimpiangere il comunque ottimo Simone Ragusi. Le prestazioni dell’estremo australiano, però, sono ben lungi dall’essere paragonabili a quelle sfornate dalla promessa italiana. Era uno degli stranieri più attesi, ma se non dovesse cambiare marcia (ed atteggiamento) diventerà velocemente anche il bidone più clamoroso.

Alberto Lucchese: maggiore rapidità d’esecuzione rispetto ad Ambrosini, ma anche maggiore confusione e capacità di perdersi in un bicchiere d’acqua. E, nel caso del match di ieri, anche di regalare un assist al bacio a van der Merwe. Nessuna traccia, per il momento, dell’ottimo giocatore ammirato a Mogliano.

Difesa: il solo Favaro, naturalmente, non può bastare a tappare tutti i buchi creati dalle maglie fin troppo aperte della linea trevigiana. In tutte le sei mete degli scozzesi, i Warriors hanno potuto beneficiare di svarioni difensivi dovuti ad un riposizionamento errato dei veneti o ad errori individuali nelle chiusure.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: FotosportIT/FIR – Roberto Bregani

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