Rugby
Rugby, l’ascesa di Edoardo Padovani: la prossima tappa si chiama azzurro?
Nelle gerarchie di tifosi ed appassionati Edoardo Padovani aveva già scalato diverse posizioni negli ultimi anni, dopo essersi messo in luce con la maglia del Mogliano e soprattutto della Nazionale Under 20. Le qualità sopra la media lo avevano classificato come uno dei prospetti più interessanti – e di formazione italiana – per il ruolo più enigmatico da dieci anni a questa parte dell’Italrugby. L’approdo in una celtica, inoltre, è stato molto meno indolore rispetto agli esordi di molti suoi colleghi ‘eccellenti’, nonostante la posizione estremamente delicata nello scacchiere delle Zebre di Cavinato. Le risposte del 21enne, però, hanno messo in luce una maturità ed un talento certamente raro al momento in Italia, a cui ha seguito l’inevitabile tormentone: potrebbe essere lui il mediano d’apertura giusto per la Nazionale?
Il problema è noto. Dopo il mito di Diego Dominguez, si sono alternati in cabina di regia numerosi aspiranti sostituti, chi maggiormente capace di prendersi sulle spalle un simile fardello, chi meno. Tra alti e bassi, però, nessuno ha mai davvero convinto. I vari Pez, Gower, Marcato, Bocchino, Burton e Orquera hanno regalato soltanto sprazzi del proprio potenziale, ma senza mai dare l’impressione di poter prendere per mano l’Ovalia azzurra. La spasmodica ricerca di un n°10 ha inoltre catalizzato in maniera tale l’attenzione da offuscare il resto dei ruoli, ma le carte in tavola non sono certo cambiate negli anni. Tra un Progetto Apertura accantonato ben prima di averlo davvero lanciato, tra una regola effimera sui n°10 dell’Eccellenza obbligatoriamente italiani, Jacques Brunel si ritrova un parco-aperture limitato al solo Orquera, quantomai poco affidabile, e ad un Allan su cui sono riposte le migliori speranze, ma finora solo quelle. Due giocatori impegnati spesso e volentieri con i rispettivi club, sottoposti ad un notevole logorio fisico e mentale, difficilmente potranno reggere con continuità (già assente di per sé…) da qui fino al Mondiale. Inserire un altro giovane come Padovani (classe 1993) potrebbe non portare alcun beneficio nel breve, ma sul ragazzo si potrebbe iniziare un percorso ben definito di crescita strutturale e tecnica per il medio/lungo termine, magari insieme al già citato Allan. Le basi gettate alle Zebre, in questo senso, sembrano solide, perlomeno per l’ambiente creatosi in questa prima fase di stagione. Con un Orquera fuori forma e con Haimona definitivamente (o quasi) dirottato al centro, Cavinato ha deciso di assegnare le chiavi della squadra proprio all’ex Mogliano, senza scomodare nuovamente uno Iannone evidentemente non più adatto a ricoprire il ruolo di playmaker. Senza un’esagerata pressione sulle spalle – quella che, ad esempio, avrebbe avuto a Treviso – e con la fiducia dell’allenatore, Padovani ha cominciato ad offrire prestazioni di livello assoluto, convincendo a pieno un’Italia rugbistica che, quasi senza accorgersene, si è ritrovata un mediano completo, dotato di interessanti skills e di un piede sopraffino, messo in mostra nella recente vittoria a Brive.. Avere di fianco un fuoriclasse come Brendon Leonard, oltretutto, non può che rendere ulteriormente più sicuro di sé il talentuoso veneto, abile a sfruttare l’emergenza nel ruolo e nell’adattarsi velocemente ad una realtà sicuramente più competitiva rispetto all’Eccellenza.
Naturalmente, è ancora presto per eleggerlo a salvatore della patria. Ma Jacques Brunel non potrà chiudere gli occhi di fronte ad un potenziale titolare della maglia più pesante, già per il prossimo Sei Nazioni. Per i test match è ormai tardi, ma se il veneto dovesse proseguire lungo questa direttrice l’azzurro diventerebbe, per forza di cose, una pura e semplice formalità, anche solo per il semplice fatto di aver tolto la maglia da titolare nel club a Orquera. Non sarà Dan Carter o Jonny Wilkinson, e probabilmente nessuno lo pretende, ma far ricadere la scelta su di lui, in futuro, potrebbe non essere soltanto una mossa ‘conservatrice’, bensì potrebbe rappresentare un valore aggiunto non indifferente. E insieme ad Allan, in futuro, non è da escludere una concorrenza come non se ne vedono da anni in Nazionale.
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com