Sci Alpino
Sci alpino: il punto sull’Italia dopo Sölden
L’Italia che torna ad allenarsi dopo Sölden, in attesa della tappa di Levi e della trasferta nordamericana, ha il sorriso felice di Marta Bassino.
Si può elogiare un ventunesimo posto? Sì, se la ragazza in questione è del 1996, la più giovane in gara, appena alla seconda apparizione in Coppa del Mondo. Lo si può elogiare soprattutto per il modo con cui è stato ottenuto: non solo per le qualità messe in mostra sugli sci, ma soprattutto per lo stile aggressivo, per la capacità di rischiare, la voglia di non accontentarsi. Marta ha affrontato il Rettenbach libera da pressioni e con una sicurezza da veterana, portando a casa i primi punti della carriera e la consapevolezza, pur essendo appena all’inizio della sua strada, di potersela giocare già con atlete ben più esperte e blasonate.
E se il sorriso è quello di Marta Bassino, gli occhi sono quelli di Federica Brignone: la valdostana è tornata con leg migliori della specialità, ad una manciata di centesimi dal podio e con la piacevole sorpresa di essere tra le più competitive sui piani, in assoluta controtendenza con lo storico (e attuale, a quanto visto nel weekend) problema delle nazionali azzurre. Positiva anche Nadia Fanchini, che attende piste a lei più congeniali per avvicinare, anzi no, per tornare sul podio, perché è lì che la camuna vuole e merita di stare, e una citazione speciale per Irene Curtoni, ancora tra le prime 15 nonostante un anno di lontananza dall’agonismo.
Rimpianti? Sì. I maledetti centesimi non privano solo la Brignone del terzo posto, ma anche Nicole Agnelli e Karoline Pichler della qualifica alla seconda manche (per la vicecampionessa del mondo junior sarebbe stata la prima). La voglia di strafare penalizza invece Manuela Moelgg e Francesca Marsaglia, entrambe out dopo una buona prima prova. Nel complesso, comunque, una gara in linea con le attese che gravano su una squadra a livello di collettivo potenzialmente la più forte della disciplina.
Anche nell’evento maschile si era consapevoli del valore della squadra azzurra e il risultato finale non è certo negativo: due ragazzi nei primi dieci e tre nei primi tredici rappresentano un ottimo viatico per aprire la stagione. Molto importante il sesto posto di Davide Simoncelli: l’esperto poliziotto di Rovereto non aveva mai gradito particolarmente il Rettenbach e soprattutto ha raggiunto un piazzamento che è già migliore rispetto al top fatto nell’ultima stagione, grazie principalmente ad una seconda manche in linea con i tempi dei big. Stilisticamente, oltretutto, Simo sembra riuscire a contenere le sue classiche “scodate” forse poco adatte ai nuovi raggi di curvatura. Bene anche Roberto Nani, pasticcione sì, ma ugualmente tra i primi dieci: se si ottiene un risultato del genere nonostante qualche errore di troppo, significa avere un margine di miglioramente enorme. In prospettiva futura, importante il diciottesimo posto di Giovanni Borsotti, atleta che vale almeno i primi 15 della specialità, da recuperare pienamente dopo una stagione post-infortunio abbastanza difficoltosa. Capitolo a parte quello di Florian Eisath, ma ne parleremo in separata sede perché la sua storia può davvero servire da esempio per alcune qualità che farebbero comodo ad ogni atleta.
Il rammarico più importante è legato a Luca De Aliprandini, che era comunque in linea per entrare nei primi dieci nonostante fosse nettamente debilitato sul piano fisico, ma Finferlo avrà più di un’occasione di riscatto. Ancora in difficoltà Massimiliano Blardone: anche per lui, il prossimo appello sarà oltreoceano.
foto: credit FISI
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com