Tennis
Tennis: Roger Federer e Martina Hingis, quelle storie che non finiscono mai..
Alcune partite, alcuni ricordi, alcune storie, hanno il potere di farti riconciliare col tennis, che non sempre può definirsi oggettivamente “bello”. C’è chi preferisce puntare sulla resistenza, chi si basa sulla potenza e chi tenta colpi strampalati. Poi c’è chi fa del tennis un’arte. E un artista è tale per sempre, perchè è in sè che trova l’ispirazione naturale ed è proprio quello che spinge a continuare a contemplare i suoi quadri. Ecco, i match di Roger Federer e Martina Hingis sono più o meno così. Basta davvero poco per rimanere affascinati da questi due campioni, che hanno portato la loro piccola Svizzera ai vertici del tennis mondiale per poco meno di un ventennio circa e che ancora oggi continuano a regalarci le loro perle rare.
Il 1997 è stato un anno storico. Una ragazzina di 16 anni spiazzava tutti diventando la più giovane n.1 della storia e vincendo tre dei quattro tornei del Grande Slam nello stesso anno. Un autentico fenomeno. Naturalezza nei colpi, che sembrano venir fuori senza il minimo sforzo, precisione chirurgica e intelligenza tattica, ciò che le ha consentito di dominare. Son passati 17 anni e tutti gli appassionati di sport auspicano un suo ritorno anche nel singolare, ma per ora i tifosi di Martina Hingis devono accontentarsi (si fa per dire) di vederla giocare in doppio. Perchè la Hingis non ha mai avuto il coraggio di abbandonare il tennis. Ci ha provato nel 2003, quando gli infortuni le impedivano di ripetere le glorie del passato, e poi nel 2007, quando fu (ingiustamente?) accusata di aver assunto cocaina. Ma a dispetto di quelle accuse che più volte ha assicurato essere infondate e di tutto ciò che ne è seguito, inaspettatamente Martina è tornata nel 2013 a prendere in mano la racchetta, limitandosi però al doppio, per iniziare una “terza” carriera.
Chissà cosa pensa Martina quando scende in campo oggi, se ci pensa mai alla sua carriera precedente. Ai tre Australian Open consecutivi, all’emozione di alzare il trofeo di Wimbledon quando sei ancora una bambina, al Grand Slam di doppio. Ma anche ai tanti fallimenti: al Roland Garros 1997, sfuggitole clamorosamente e che le impedì di completare il Grande Slam. O, ancora peggio, al Roland Garros 1999, in quella finale persa contro Steffi Graf, uno dei match più drammatici della storia del tennis femminile. Martina colpevole di aver contestato un punto all’arbitro e il pubblico, che è stato il protagonista indiscusso, a fischiarla in modo spropositato dall’inizio alla fine dell’incontro, quando una Hingis poco più che adolescente lascia scorrere le sue lacrime nell’abbraccio della madre. Tennista difficile da inquadrare o da descrivere in poche righe, ma sicuramente un personaggio: c’è chi l’ha accusata di avere un carattere particolare, chi di non saper perdere, perchè quando raggiungi la gloria così giovane, quando sei n.1 del mondo per 208 settimane, quando vinci 83 tornei fra singolare e doppio, non ti abitui mai a perdere. Ma Martina Hingis ha zittito tutti ed è tornata a far brillare la sua classe e la sua tecnica in doppio (un’onore per noi vederla al fianco della nostra Flavia Pennetta) e, quando lo fa, nessuno può resisterle. Il 2015 la aspetta, tanti successi ancora da ottenere e altri Slam da conquistare. Noi qui ad inchinarci. E chissà, magari un pensierino al singolare ce lo farà pure..
Secondo molti, è lui il più grande di tutti i tempi: Roger Federer, un simbolo dello sport, una leggenda dentro e fuori dal campo. Versatile, longevo, competitivo su tutte le superfici, con un bagaglio tecnico che fa rabbrividire chiunque lo sfidi, è anche il più cercato dalla stampa e il secondo sportivo più pagato al mondo. Eppure, nonostante notorietà e successo, sempre estremamente umile e con i piedi per terra, mostrando, prima di ogni cosa, l’amore indissolubile che lo lega a questo sport e in virtù del quale ancora oggi continua a giocare, e anche bene.
Era 2003 quando Federer vinse il primo dei suoi 17 tornei del Grande Slam, record assoluto per quanto riguarda il tennis maschile: siamo a Wimledon e, in quell’occasione, fino alla vittoria in finale, Roger lascia per strada un solo set in tutto il torneo. Forse proprio memore di quell’emozione Federer non si fermò di certo lì. E’ uno di quei pochi giocatori ad aver raggiunto il Career Grand Slam, n.1 del mondo per 302 settimane, secondo solo a Steffi Graf nella classifica complessiva, per ben tre anni (2004, 2006, 2007) vince tre Slam su quattro, andando più volte vicino al completamento del Grande Slam, che però non gli è mai riuscito. Stare ad elencare i record del Re sarebbe troppo impegnativo, tanto è grande l’impronta che ha lasciato in questo sport. Anni, quelli scorsi, caratterizzati dalla magica rivalità con Rafa Nadal, che negli scontri diretti conduce per 23-10, ma che, in fondo, non è mai riuscito ad eguagliare il tennista di Basilea, rimanendo, suo malgrado, sempre un gradino più in basso. Impressa nella mente degli appassionati la finale di Wimbledon 2008, una delle partite più avvicenti della storia dei tennis, in cui a prevalere fu lo spagnolo, ma dopo quasi 5 ore di gioco.
Il 2013 rappresenta per Roger un anno negativo: a marzo accusa il primo infortunio serio della sua carriera, alla schiena, che condizionerà la sua stagione a tal punto che scivola in ottava posizione nel ranking a fine anno. Siamo realisti, nessuno avrebbe mai pensato che Federer sarebbe mai ritornato Federer. A 33 anni, con l’età che avanza, contro i “picchiatori” del circuito, la chance di tornare in alto erano minime. Ma un campione che si rispetti ti lascia spiazzato e ritorna sempre quando meno te l’aspetti: non si fa attendere ed ecco che il 2014 rappresenta l’anno della rinascita. Non gioca fino agli Australian open dove raggiunge la semifinale e mette a segno, nel corso dell’anno, una serie di successi che lo riporteranno alla posizione n.2 delle classifiche mondiali. Mette alle spalle Nadal e volge lo sguardo in cima: Novak Djokovic è gia avvertito, Federer è tornato o, più semplicemente, non se n’è mai andato.
Roger Federer e Martina Hingis, leggende del tennis svizzero. E il doppio misto a Rio 2016 non è poi un’utopia…
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stefania.gemma@olimpiazzurra.com
Foto: Keystone