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Hockey ghiaccio, Mondiali U20: le parole del ct Erwin Kostner

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Manca ormai poco più di un mese ai Campionati del mondo Under 20 di Prima Divisione Gruppo A in programma all’Odegar di Asiago dal 14 al 20 dicembre. Un antipasto della rassegna iridata giovanile si terrà a Budapest nel week-end con gli azzurrini di Erwin Kostner impegnati nel Torneo 4 Nazioni. Nella capitale magiara l’Italia se la vedrà con Slovenia, avversaria poi anche al Mondiale, i padroni di casa magiari e Francia. Su wcasiagou20.com il ct azzurro ha risposto ad alcune domande in vista del prestigioso appuntamento iridato.

Cosa si aspetta da questi test?

“Devo vedere come si comportano i giocatori perché è da un po’ che non alleno questa squadra.
L’obiettivo è conoscere bene tutti gli elementi del gruppo, ma sono molto positivo perché stanno
giocando anche in serie A nei vari club; questo ci è d’aiuto, oltre a darci soddisfazione. È
comunque un team collaudato che ha ben figurato due anni fa nell’under 18. Adesso ogni
giocatore ha due anni di lavoro e di crescita in più sulle spalle per cui mi aspetto si comportino tutti
di conseguenza. In tornei come quello di Budapest servirà prima difendere, ma sarà anche
necessario trovare qualità offensive”.

Com’è allenare un gruppo di ragazzi under 20?

“Il mio compito credo sia quello di unire tutti gli elementi del gruppo, cercando di ottenere quello
che mi aspetto da loro. A questa età gli atleti sono come spugne, in grado di apprendere
tantissimo: mi aspetto, oltre a una maturità fisica che già hanno, anche una maturità caratteriale,
dentro e fuori dal ghiaccio”.

Quello di Asiago sarà un Mondiale di alto livello, con vari giocatori “in odore” di Draft NHL.
Tra questi c’è anche un azzurro: Alex Lambacher, che si sta mettendo in grande evidenza in
Germania con la squadra giovanile di Mannheim. Quanto è importante per i
giovani compiere scelte del genere, andando all’estero a giocare?

“Il problema dell’Italia, se così vogliamo chiamarlo, è che manca la concorrenza e lo spirito di
conquista tra i giocatori. Mi spiego meglio: essendoci poca competizione, visto che gli atleti sono
pochi, questi ultimi si permettono di giocare il minimo indispensabile per restare in squadra.
All’estero, invece, la concorrenza è sfrenata e il posto nel team meritato ad ogni allenamento. È
proprio questo il caso della formazione giovanile di Mannheim: un gruppo forte e professionale con
degli scout che danno visibilità agli atleti e creano contatti con campionati oltreoceano. Abbiamo
nominato Alex Lambacher, lui è un atleta che s’impegna ad ogni allenamento per conquistarsi un
posto in partita; in Italia capita che il club debba telefonare al giocatore per chiedergli di venire a
giocare. È questo che non va, è qui la differenza e forse il punto di forza nell’andare all’estero”.

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francesco.drago@olimpiazzurra.com

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