Rubriche
Rio 2016, Malagò: “Spero in qualche medaglia da nuovi sport”
Presente ieri presso il Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti dell’Acquacetosa nel corso della presentazione della squadra italiana di sollevamento pesi che da sabato sarà impegnata ai Mondiali di Almaty, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha approfittato dell’occasione per proiettarsi sulle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016: “Noi andiamo a perdere qualche medaglia rispetto al passato, alcune per un problema del programma olimpico (chiaro il riferimento all’assenza della prova a squadre di fioretto femminile, ndr), ma non ci piangiamo addosso. La mia speranza è che andiamo a prendere qualche medaglia dove non l’abbiamo mai presa: penso al tennis, al triathlon e anche ai pesi. Non posso dire che ci conto, ma ci spero e se non ci siamo a Rio, ci siamo a Tokyo. Dobbiamo sostituire il serbatoio delle medaglie tradizionali con altre discipline il cui percorso è iniziato anni fa“.
Il numero uno del Comitato Olimpico nazionale ha poi aggiunto: “Se arriveranno, e penso che avremo belle sorprese, saranno sicuramente medaglie pulite, come quelle degli altri sport italiani“.
Analizzando le parole di Malagò, una medaglia nel tennis appare effettivamente possibile nel doppio femminile, con Sara Errani e Roberta Vinci che occupano la prima posizione nel ranking mondiale; in teoria qualche chance vi sarebbe anche nel doppio misto, a patto che Federazione ed atleti puntino su questa disciplina con lungimiranza.
Per quanto riguarda il sollevamento pesi, l’unica in grado di ambire ad un podio a cinque cerchi sembra Genny Pagliaro (clicca qui per la sua intervista su OA). Difficile, invece, pensare al momento ad una medaglia nel triathlon, anche se in campo femminile Alice Betto ed Anna Maria Mazzetti hanno a più riprese dimostrato di non essere così distanti dal vertice.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
federico.militello@olimpiazzurra.com
Foto: Wikipedia
Al
5 Novembre 2014 at 09:51
Mi ero trattenuto dallo scrivere questo commento ma ci avete pensato voi, quindi evidentemente è una sensazione diffusa. Malagò mi è simpatico istintivamente perché è un signore distinto (così come Berlusconi era simpatico a mia moglie per il sorriso e la bella voce), fatto sta che la mia sensazione da uomo concreto è che partecipi a tante presentazioni coi giornalisti e le telecamere, e raramente mette la faccia sulle sconfitte, che purtroppo quest’anno abbondano. In un Paese stanco e sfiduciato, ma soprattutto male organizzato, difficilmente puoi avere un movimento sportivo brillante, eppure a quello che è di fatto il ministro dello Sport si chiede un approccio positivo e vincente. Poche risorse? Pochi progetti forti. Questo qui invece sta già preparando la sconfitta italiana a Rio, con due anni di anticipo. Molto insoddisfatto.
Gabriele Dente
5 Novembre 2014 at 00:02
Certo che Malagò ha citato proprio le discipline in cui sicuramente NON vinceremo medaglie! Parliamoci chiaro: nel 2016 nazioni come COREA DEL NORD e IRAN potrebbero vincere solo col sollevamento pesi più ori dell’Italia in tutte le discipline del programma (COREA DEL NORD e IRAN!!!). E questo la dice lunga su come stiamo scivolando in basso. Il 2014 mi ha fatto ricredere molto sulle potenzialità dello sport azzurro e, mai come in questo momento, lo spettro di Montreal ’76 o della Gran Bretagna ad Atlanta ’96 mi è sembrato così vicino. Il problema poi è il dopo: non mi sembra che si stiano seriamente ponendo le basi dopo il quasi annunciato fallimento di Rio 2016. Presto per il de profundis ma la preoccupazione è davvero tanta…
Luca46
6 Novembre 2014 at 21:33
Concordo e si potrebbe citare anche l’Olanda nelle invernali col pattinaggio velocità. È un bene che l’Italia punti alla polivalenza sportiva ma questo non dovrebbe demolire i settori di punta. Per esempio penso ancora alla pista di Cesana, cosa che ancora non mi va giù e penalizza il settore dei budelli. Poi mi viene da chiedere dov’è finito il ciclismo su pista e mi fermo qui.
ale sandro
4 Novembre 2014 at 18:16
Per fare il rompiballe della situazione 😀 , ricordo al presidente Malagò che nel tennis la casella non è a zero, anche se si tratta di preistoria e di bronzo conquistato, ma vale comunque. I “pesi” ci hanno visto per oltre mezzo secolo tra le prime 6-7 nazioni più medagliate a livello olimpico, e solo nelle ultima o ultime due edizioni siamo di poco usciti dalle dieci nella storia coplessiva di quello sport ai Giochi. In altro blog ormai non più presente (olimpiadi.blogosfere mi pare, di Massimo Brignolo) discussi a proposito su questo trascurare discipline in cui l’Italia aveva un ruolo importante, e che nonostante l’assenza ai vertici degli azzurri da alcuni decenni, nella storia complessiva della disciplina sie era ancora nei dieci (equitazione) o a ridosso (sollevamento pesi appunto).
Poi ovviamente capisco il senso del suo ragionamento: non si vince/si va a medaglia da un sacco di tempo, è ora di risalirci.