Rugby
Rugby, Italia alla prova Samoa: riacquistare le vecchie certezze per rialzare la testa
Cinque anni dopo, è ancora Italia-Samoa con Ascoli a fare da palcoscenico. Rispetto al 2009, non mancano le analogie con quel match entrato a suo modo della storia, in quanto rappresenta tuttora l’unica vittoria italiana contro i samoani, vuoi per il momento in cui verte la Banda Brunel, vuoi per la striscia negativa che sia gli uomini di Nick Mallett che gli attuali si sono trascinati dietro fino allo scontro con i giganti del Pacifico.
La Nazionale allenata dal sudafricano affrontò le Manu Samoa probabilmente nel momento più difficile della gestione ‘mallettiana’, caratterizzate da 13 sconfitte consecutive e da critiche feroci da parte di tifosi ed addetti ai lavori. Lo stesso percorso, di fatto, compiuto dal gruppo allenato dal ct francese: 13 sconfitte nelle ultime 14 partite, la sensazione di essere regrediti pesantemente rispetto a qualche anno fa e un’identità smarrita inesorabilmente con il passare dei mesi. Se possibile, l’attuale Italrugby è sprofondata in maniera più netta rispetto a quella del sudafricano, soprattutto per gli avversari affrontati dalla Banda Brunel. Fiji, le stesse Samoa e Giappone, naturalmente, sono distanti anni luce da Australia e All Blacks, le avversarie affrontate nel tour di giugno del 2009.
I risultati, però, hanno parlato chiaro. Tre sconfitte, di cui almeno due evitabili, e una crisi senza fine da cui provare a risollevarsi proprio contro la squadra che più di tutte ha evidenziato il grosso calo dell’Itarugby di Brunel nel suo complesso, perché capace di abbattere una delle mischie generalmente più dotate del globo. Il 15-0 di Apia è figlio soprattutto di un clamoroso mismatch tra i due pack, impensabile alla vigilia e che Brunel ha così interpretato: “La mischia ha avuto problemi proprio contro Samoa durante il tour, ma resto convinto si sia trattato di un episodio”. In realtà, i problemi erano cominciati dallo scorso novembre, quando gli azzurri si erano fatti trovare impreparati al cambio di regole. Questa volta, però, la mischia sembra una delle poche armi in grado di mettere sotto dei samoani sulla carta piuttosto deboli nel reparto avanzato (mancano Mulipola e i fratelli Johnston). Senza la spinta degli avanti azzurri, la luce si spegnerebbe definitivamente. Anche perché con i trequarti samoani e il loro strapotere fisico negoziare appare decisamente improbabile. E se la difesa dovesse confermarsi quella (purtroppo) ammirata negli ultimi mesi la potenza isolana non farebbe fatica a creare scompiglio e a seminare il panico.
Mischia e difesa, insomma. Sarà anche stato il dixit spesso vituperato di Nick Mallett, ma il bel gioco, al momento, non può essere una priorità. Riacquisire le vecchie certezze sarebbe di gran lunga più produttivo, per ritornare a sorridere.
Kick-off alle ore 15:00, diretta tv su DMAX (canale 52 del Digitale Terrestre e 126 di Sky) e streaming su www.dmax.it.
Italia: 15 Andrea Masi, 14 Luke Mclean, 13 Michele Campagnaro, 12 Luca Morisi, 11 Leonardo Sarto, 10 Kelly Haimona, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse (c), 7 Simone Favaro, 6 Alessandro Zanni, 5 Joshua Furno, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Dario Chistolini, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Matias Aguero
A disposizione: 16 Andrea Manici, 17 Alberto De Marchi, 18 Lorenzo Cittadini, 19 Marco Bortolami, 20 Robert Barbieri, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Luciano Orquera, 23 Giulio Toniolatti.
Samoa: 15 Fa’atoina Autagavaia, 14 Ken Pisi, 13 Johnny Leota, 12 Alapati Leiua, 11 David Lemi (c), 10 Tusiata Pisi, 9 Kahn Fotuali’i, 8 Taiasina Tuifua, 7 Jack Lam, 6 Piula Fa’asalele, 5 Fa’atiga Lemalu, 4 Kane Thompson, 3 Anthony Perenise, 2 Ti’i Paulo, 1 Sakaria TaulafoA disposizione: 16 Ole Avei, 17 Albert Toetu, 18 Viliamu Afatia, 19 Teofilo Paulo, 20 Maurie Faasavalu, 21 Pele Cowley, 22 Michael Stanley, 23 Winston Stanley
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Foto: FotosportIT/FIR – Roberto Bregani