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Rugby
Rugby, le pagelle di Italia-Samoa: Haimona e terza linea d’autore. Morisi-Campagnaro, quanti errori
Dopo tredici sconfitte nelle ultime quattordici partite, l’Italrugby ritrova sorrisi e morale nel primo test autunnale con una fondamentale vittoria contro Samoa, rimontata nel secondo tempo 24-13 e battuta ad Ascoli proprio come cinque anni fa. Le pagelle.
Andrea Masi, voto 6: quando si tratta di caricare a testa bassa diventa uno dei pericoli maggiori per i samoani. Elegante e allo stesso tempo incisivo nelle sue corse, efficace in difesa ma allo stesso tempo anche poco presente nel gioco tattico, fondamentale per un estremo. Cala con il passare dei minuti.
Leonardo Sarto, voto 5,5: non gli arriva praticamente nessun pallone per l’intero match, ma nemmeno fa molto per andarseli a cercare. Anonimo, si nota soltanto per qualche intervento difensivo, che dimostra comunque come stia progredendo anche sotto questo punto di vista.
Michele Campagnaro, voto 5: pregevoli le sue corse, deliziosi alcuni suoi break che mettono in mostra le sue grandi qualità atletiche, ma tanti – troppi – palloni persi in avanti che avrebbero potuto creare grandi grattacapi agli ospiti. Per quanto visto nelle scorse settimane in maglia Benetton, soltanto una giornata storta.
Luca Morisi, voto 5: vedi Campagnaro. Anche il milanese incappa in una serie di incredibili errori di handling che pregiudicano delle interessanti azioni, costruite anche dallo stesso centro, al solito pericoloso palla in mano con la sua corsa elusiva. Prende qualche placcaggio duro e, forse, il ricordo del colpo preso durante Italia-Fiji di un anno riaffiora troppo nitidamente.
Luke McLean, voto 6,5: imprescindibile per Brunel. Svolge i ruoli di ala, secondo estremo, apertura e anche centro in alcuni frangenti, tutti ricoperti con personalità e know-how di livello internazionale. Il ct francese gli affida i calci di liberazione e lo Sharks risponde naturalmente presente, vincendo spesso e volentieri la battaglia al piede con i dirimpettai samoani. Se solo avesse un po’ di velocità di base in più…
Kelly Haimona, voto 7: la grande sorpresa odierna. D’altronde, alle Zebre non aveva mai brillato granché da n°10, ma evidentemente la Nazionale dà nuova linfa al maori d’Italia. Rapido quanto basta in cabina di regia, intelligente nel capire quando attaccare la linea e sfruttare tutti i suoi oltre 100kg, semplicemente brillante al piede con dei grubber deliziosi, uno dei quali lancia in meta capitan Parisse. E anche dalla piazzola risponde presente.
Edoardo Gori, voto 5,5: miracoloso nel salvare su Tuifua una meta praticamente già fatta, ma anche confusionario in più occasioni. Idee poco chiare per Ugo soprattutto nel primo tempo, quando si rende protagonista troppo spesso di passaggi imprecisi e di scelte discutibili dalla base, che mettono sovente in difficoltà i ricevitori di turno. Meglio nel secondo tempo, ma può alzare decisamente il proprio livello.
Sergio Parisse, voto 7: vederlo uscire palla in mano da una mischia avanzante è un piacere per gli occhi. Il capitano spazza via le critiche con una prestazione d’autore, mostrando a più riprese la propria classe come in occasione della meta. Sontuoso sulle touche samoane (tre rubate), solido nel gioco aereo ed abrasivo quando si tratta di aprire le maglie della difesa samoana.
Simone Favaro, 8: Man of the Match al rientro dopo un anno di assenza dalla Nazionale. Di più, Brunel non poteva chiedere dal suo terrier di fiducia. Corre, sfonda, placca, disturba e alla fine corona un match di straordinaria intensità con la meta che vale il sorpasso, con cui dà slancio alla rimonta azzurra. Alza di parecchie tacche il livello della difesa italiana.
Alessandro Zanni, voto 7: il Monumento è il perfetto trait d’union tra la sfrontatezza e la verve di Favaro e l’eleganza e la classe di Parisse, in quanto incarna le caratteristiche di entrambi. Il suo compagno di club gli è superiore per rendimento, ma certamente non per demeriti del friulano, che mantiene elevatissimo il proprio work rate. Onnipresente.
Joshua Furno, voto 6: non eccelle in nessuna fase del gioco, ma la sua mobilità risulta utile in diverse situazioni, non ultima quella della meta, quando il suo apporto alla rolling maul diventa pressoché decisivo. Bene in touche, ma può contribuire in maniera più costante ed efficace alla causa.
Quintin Geldenhuys, voto 6,5: solito lavoro oscuro di grande qualità. Il grinder bianconero, al solito, non si vede ma si sente soprattutto in fase difensiva. Fondamentale per garantire fisicità e costanza di rendimento alla seconda linea azzurra.
Dario Chistolini, voto 6,5: il pilone zebrato continua a creare grattacapi ai suoi dirimpettai. Nel gioco aperto non avrà un grande impatto, ma al bianconero si chiedeva soprattutto di dare una scossa all’Italia in mischia. Il suo apporto si nota già nel primo tempo, ma diventa evidente nella fase decisiva del match, quando sale decisamente in cattedra. Prezioso.
Leonardo Ghiraldini, voto 7: Money in the Bank. Il tallonatore dei Leicester Tigers si rende protagonista della sua solita partita di grande sostanza, in fase offensiva come in fase difensiva. Da ball carrier riesce sempre a guadagnare metri alla difesa samoana, preciso in touche e solido in mischia chiusa. L’avventura inglese lo sta completando ulteriormente.
Matias Aguero, voto 6: rispetto a Chistolini, soffre maggiormente il suo dirimpettaio Perenise, con cui ingaggia una lotta equilibrata, senza vincitori né vinti. Cresce nel secondo tempo in mischia, ma paga gli sforzi nel gioco aperto dove non riesce ad incidere in alcun modo.
Andrea Manici, voto 6: entra nella fase calda del match, ma pochi minuti dopo la meta di Haimona la raffredda subito e il tallonatore zebrato può disimpegnarsi senza troppi patemi.
Alberto De Marchi, sv: si becca un cartellino giallo per proteggere la linea di meta dall’assalto samoano, segno dell’orgoglio messo in campo dagli azzurri.
Lorenzo Cittadini, sv
Marco Bortolami, sv
Robert Barbieri, 6: ci mette tanta verve, in pochi minuti fa comunque capire di non essere il giocatore svogliato ed abulico dell’ultimo tour estivo.
Giulio Toniolatti, sv
Non entrati: Guglielmo Palazzani, Luciano Orquera
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Foto: FotosportIT/FIR – Roberto Bregani
Al
9 Novembre 2014 at 00:18
Secondo me su Haimona è meglio aspettare, dal ritiro di Troncon tutti gli innesti nella mediana italiana sono partiti bene senza poi confermarsi al livello che si pensava.
Di certo uno con le sue caratteristiche potrebbe essere più adatto al nostro gioco, ancora privo di rapidità.
Se la squadra è tornata più forte del previsto penso che potremo dirlo dopo il Sudafrica: l’Italia da 13 sconfitte in 14 partite ‘deve’ uscire asfaltata, un’Italia veramente più forte di Samoa (che attualmente è 9a al mondo) se la gioca senza sfigurare.
L’anno scorso Italia-Sudafrica era già chiusa a metà del primo tempo…
ale sandro
8 Novembre 2014 at 21:03
Chiedo ai più esperti, con Haimona potrebbe esserci stata la svolta per l’apertura, ruolo delicato negli ultimi anni, oppure bisogna aspettare e fare altri esperimenti?
Potrebbe esserci stato magari l’inizio di una inversione di tendenza rispetto al recente passato, o almeno lo spero.