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Rugby | L’Italia post-Samoa, tra un gruppo unito e coeso e paure da superare

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Tante le note positive per Jacques Brunel dopo il primo test match autunnale dell’Italrugby contro Samoa, sconfitta 24-13 per la seconda volta nella storia. Gli azzurri ritrovano il sorriso a distanza di un anno dall’ultima vittoria, con un successo fondamentale in vista dei prossimi impegni contro Argentina e Sudafrica. Naturalmente, non tutto è oro quel che luccica, perché il ct francese dovrà anche (soprattutto…) ripartire da cosa non ha funzionato ad Ascoli.

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Coesione del gruppo: la squadra è parsa quantomai unita, nel bene e nel male. A dimostrarlo, la prima mezz’ora giocata con l’acceleratore decisamente abbassato per scrollarsi di dosso le paure di un’altra disfatta, le stesse che poi sono riemerse quando Samoa ha trovato il vantaggio. Nella ripresa, però, tutta la Banda Brunel ha rimesso tutti i tasselli del puzzle al proprio posto e ha stritolato gli ospiti con una serie di azioni corali che da tempo gli azzurri non riuscivano a sviluppare, mettendo in mostra la grande voglia di reagire e di svoltare pagina, nonché la grande intesa nata subito tra Haimona e i suoi compagni. La ciliegina sulla torta, poi, è stata la strenua difesa della propria linea di meta agli assalti samoani nel finale, respinti con una grinta ed un orgoglio finalmente da vera Italia.

I vecchi punti di forza: dopo aver toccato il fondo dell’abisso nei test di giugno, la mischia e la difesa ritornano ad offrire prove sontuose come non se ne vedevano da tempo. Il pack, eccezion fatta per alcuni ingaggi del primo tempo, domina quello samoano grazie alle ottime prestazioni di Aguero e Chistolini, che garantiscono a Brunel ulteriore profondità tra i piloni. Qualche sbavatura c’è stata anche a linea schierata, ma più individuale che collettiva, a testimonianza di un maggiore know-how nel salire ad anticipare gli avversari e nel riposizionamento. Il merito, in gran parte, è del rientro di due mastini come Favaro e Zanni, imprescindibili per l’organizzazione dell’Italrugby.

Il ritorno del capitano: la leadership di Sergio Parisse era scricchiolata a più riprese nello scorso Sei Nazioni, quando tutto – anche Brunel – era stato messo in discussione. Al n°8 azzurro erano state imputate scelte tattiche e decisionali sbagliate, nonché una scarsa capacità di guidare la squadra nei momenti difficili. Dopo la pausa di giugno, però, Parisse ha dimostrato nuovamente all’Italia intera di essere semplicemente il più forte, l’azzurro con più classe in assoluto e uno dei pochi – se non l’unico – capace di spostare gli equilibri. E, per non farsi mancare nulla, ha ribadito la sua leadership con scelte sempre azzeccate.

FLOP

Problemi di handling: passino se a commetterli sono i vari Aguero e Favaro, ma non se ad incapparvi anche a più riprese sono due talenti cristallini come Luca Morisi e Michele Campagnaro. La coppia trevigiana ha dimostrato di sapersi trovare anche con il giusto timing e di saper creare iniziative interessanti, spesso mortifere per la difesa samoana, ma anche di saperle sprecare a causa di continui in avanti e banalissimi errori per due gioiellini del genere. Con qualche controllo migliore in più, i due giovani Leoni avrebbero potuto far divertire il Del Duca. Solo una giornata storta (si spera).

La paura di perdere: negli ultimi dieci minuti del primo tempo, con la progressiva avanzata di Samoa, gli azzurri stavano pericolosamente dilapidando quanto di buono costruito nella mezz’ora precedente. La meta di Lam aveva riportato alla mente della Banda Brunel tutti i fantasmi degli ultimi mesi, congiunta alla paura di poter deludere nuovamente chi aveva ancora creduto negli azzurri. Il nervosismo e la mancanza di tranquillità, in quei frangenti, era lampante. E se contro Samoa sono stati solo dieci i minuti di vera difficoltà, contro Argentina e Sudafrica potrebbero essere di più. A quel punto, bisognerà solo abbassare la testa e rimboccarsi le maniche, senza timori reverenziali.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: FotosportIT/FIR – Roberto Bregani

1 Commento

  1. manolo

    10 Novembre 2014 at 14:19

    Morisi ha commesso due “inavanti” in tutta la partita;il primo perchè nella trasmissione della palla si è preso dentro il fianco,il secondo su palla “sparata” da Haimona e che ha cercato ugualmente di prendere.
    Parlare di banalissimi errori mi sembra esagerato

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