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Rugby, verso Italia-Sudafrica: gli Springboks, la prova più dura

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Dopo Samoa e Argentina, squadre estremamente potenti ed irruente, a Padova sbarca la Nazionale simbolo, da sempre, della potenza e di una certa ‘arroganza’ fisica. Rispetto ai pacifici e ad i sudamericani, però, l’asticella viene alzata sensibilmente, perché all’Euganeo scenderà in campo l’unico team in grado di sconfiggere gli All Blacks negli ultimi due anni, il Sudafrica.

E gli Springboks non sembrano intenzionati ad affrontare il match contro gli azzurri con noncuranza, come dimostrato anche dal XV scelto da Heyneke Meyer. Uomini di primissimo livello, pochi cambi ma per scelte ‘forzate’ e, quindi, quasi lo stesso Sudafrica capace di battere l’Inghilterra a Twickenham. Insomma, tanti gradini più su rispetto all’Italia, differentemente da quanto si potesse pensare nei giorni passati. Nonostante il match ben più impegnativo in programma con il Galles la prossima settimana, Meyer non vuole cali di concentrazione e si affida ai suoi migliori uomini del momento. La coppia De Villiers-Serfontein tra i centri, Habana all’ala, Lambie-Reinach in mediana, il fuoriclasse Vermuelen in terza linea, Matfield-Etzebeth in seconda linea. Soltanto come estremo (ma Le Roux è in panchina) e in prima linea mancherebbero i titolari, ma la mischia sarà retta dalle immediate riserve dei fratelli Du Plessis e di Mtawarira, oltretutto poco convincenti durante l’anno. Proprio il pack sudafricano sarà il pericolo numero 1 per la Banda Brunel, per la ferocia con cui i colossi Springboks riescono generalmente a conquistare il territorio e a mettere sul piede avanzante i trequarti. Ma se nel gioco aperto, la potenza e i placcaggi di Vermuelen (che sfida con Parisse) e soci potrebbero creare scompiglio tra gli azzurri, orfani di Favaro, proprio in mischia, dove i Boks non sembrano palesare la stessa solidità di qualche stagione fa.

I problemi sudafricani trovano origine al momento del cambio di regole, quando si è avvertita una certa discontinuità nelle prestazioni pre e post rivoluzione. E i piccoli passi indietro compiuti nell’ultimo anno sono evidenti ancora attualmente, ulteriormente sottolineati da Inghilterra e soprattutto Irlanda. I giovani in rampa di lancio, Nyakane e Oosthuizen, non sembrano oltretutto completamente pronti per il passaggio di consegne, ragion per cui si profila un’occasione d’oro per Aguero e Castrogiovanni (e De Marchi e Chistolini) per fare la voce grossa in mischia. Quest’ultima, però, potrebbe rivelarsi anche la sola arma a disposizione della Banda Brunel per impensierire la corazzata sudafricana. Sul piano tecnico, strutturale e dell’espressione del gioco, d’altronde, il divario è pressoché enorme…

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Twitter Super Sport

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