Sci Alpino
Sci alpino: vincere in Coppa Europa garantisce successi in Coppa del Mondo?
No. La risposta è no. Troppo diverso il livello di competitività, diverse le piste e le loro difficoltà, diversa l’atmosfera di gara. Come in quasi tutti gli sport, anche nello sci alpino vincere il “circuito giovanile” – anche se in realtà alla Coppa Europa partecipano e spesso vincono atleti ben più maturi – non equivale ad una garanzia di successo per il salto in Coppa del Mondo.
Certo, la challenge continentale è e resta uno step tanto prestigioso quando essenziale per la crescita di un atleta, ma gli stessi sciatori sono i primi ad aver ammesso, più volte, la totale differenza che intercorre tra queste gare e quelle del massimo circuito. Non dobbiamo perciò stupirci se tanti atleti si sono persi o fanno più fatica del dovuto dopo aver dominato in CE: anzi, sfatiamo il mito che quella di vincere a livello giovanile per faticare a quello più alto sia una peculiarità tipicamente italiana, perché tutto il mondo è paese. Ci sono moltissimi fuoriclasse che arrivano a trionfare in Coppe del Mondo, Mondiali ed Olimpiadi senza aver vinto nulla a livello giovanile; ce ne sono altri che si mantengono sullo stesso livello in entrambi gli step, e altri che invece non riescono a ripetere le brillante performance della Coppa Europa.
Qualche esempio? Prendiamo gli ultimi 15 anni. Se è vero che nell’albo d’oro della classifica generale del torneo continentale ci sono Marcel Hirscher, Alexis Pinturault, Kjetil Jansrud, Anna Fenninger, Lara Gut e Maria Riesch, è altrettanto vero che ci sono anche Martin Marinac, Peter Struger, Christian Spescha, Michael Gufler, Jessica Depauli e Lisa Agerer. Abbiamo citato due azzurri: Gufler ha recentemente posto fine ad una lunga e onesta carriera nella quale in Coppa del Mondo non è mai andato oltre un decimo posto nel gigante di Yongpyong 2003, Lisa Agerer ha invece dalla sua ancora la giovane età – ha compiuto 23 anni l’altro giorno – e soprattutto, come ci ha detto in questa intervista, sembra aver ritrovato la serenità e la leggerezza necessarie per fare bene.
Ma nell’anno in cui la Coppa Europa femminile veniva vinta da Maria Riesch (2002), quella maschile andava allo slalomista austriaco Martin Marinac, solo tre volte tra i primi 10 in CdM tra 2002 e 2004. Decisamente peggio il suo connazionale Peter Struger, vincitore nel 2007 e mai oltre un 28esimo posto in Coppa del Mondo; e che dire dell’elvetico Christian Spescha, che tra un infortunio e l’altro non ha ancora conquistato punti dopo aver vinto la Coppa Europa 2010?
Tra le ragazze, il caso limite è rappresentato dall’altra austrica Jessica Depauli, ritirata a ventun anni dopo una Coppa Europa, un oro mondiale juniores…e un 18esimo posto nello speciale di Ofterschwang nel marzo 2013 come miglior risultato. Sempre in casa Austria, anche Karin Blaser e Karin Hackl non hanno mai compiuto il salto di qualità dopo i trionfi giovanili.
Ci possono essere cause fisiche o psicologiche, difficoltà sportive o della propria vita umana: sono troppe le variabili che interferiscono nella carriera di un atleta, magari troppo spesso sottovalutate quando si analizza sommariamente uno piuttosto che l’altro etichettandolo come “mediocre” o “promessa non mantenuta” o “scarso“. In fondo, l’unica regola assoluta…è che non c’è nessuna regola. Vincere in Coppa Europa rappresenta sempre una testimonianza di talento, ma tradurre questo talento in Coppa del Mondo è un salto che alcuni non riescono a digerire.
foto: FIS
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com