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Tennis, ATP: le pagelle del 2014. Federer mostruoso

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La stagione 2014 è giunta al termine ed è il momento di tirare le somme. Il circuito ATP ha vissuto alti e bassi durante quest’anno, affidandosi, in alcune circostanze, ai solito campioni e mostrando, in altre, di essere quasi prossimo al rinnovamento. Ma proviamo ad analizzare, caso per caso, i protagonisti di quest’annata, soffermandoci oggi sui big stranieri che ci hanno tanto entusiamato, per lasciar spazio, nel prossimo articolo, agli italiani.

Novak DJOKOVIC, voto 8,5: il dominatore della stagione è lui. Ha cominciato l’anno dal secondo posto del ranking, ma, in realtà, non ha mai perso di vista la vetta, sentendola sempre più vicina, mese dopo mese. Il sorpasso definitivo, ai danni di Rafa Nadal, gli riesce a luglio, con la vittoria a Wimbledon, su Roger Federer, peraltro l’unico Slam della stagione vinto dal serbo. Si poteva fare forse un po’ di più negli altri Slam: un quarto di finale a Melbourne, ad inizio stagione ed una semifinale a New York. Nulla da recriminare invece al Roland Garros, in cui cede in finale solo al re della terra battuta, Nadal. Chiude la stagione nel migliore dei modi, conquistando il quarto Masters di fine anno della sua florida carriera, il terzo consecutivo, riuscendo a congelare fino a gennaio il numero uno accanto al suo nome. Tra le altre vittorie, menzione speciale agli Internazionali di Roma e ad Indian Wells.

Roger FEDERER, voto 9: evviva il Re. A chi lo dava per finito, Federer risponde con la solita eleganza nei colpi e l’amore per questo sport. Dopo le vicissitudini del 2013, anno che avrebbe potuto segnare un taglio netto alla sua carriera, lo svizzero non si è dato per vinto, risorgendo dalle ceneri in questo 2014, che lo ha riportato ai massimi livelli. La finale a Wimbledon gli fa accarezzare l’idea di poter tornare a vincere uno Slam e l’appuntamento, sia chiaro, è solo rimandato. In ottima forma per tutto l’anno, per lui sono arrivate vittorie prestigiose, tra le quali spiccano quelle a Cincinnati e a Shangai, mentre ben dodici sono state le finali ottenute nel corso dell’anno. Arriva al secondo posto del ranking e, per un momento, rischia addirittura di avere l’opportunità di raggiungere la vetta. Alle ATP Finals è uno dei protagonisti, raggiunge la finale ma non la gioca: un problema alla schiena rimescola le carte nel suo mazzo. Con l’augurio che non sia nulla di grave, un bel nove.

Rafael NADAL, voto 5: un’insufficienza potrebbe sembrare eccessiva per chi ha vinto il Roland Garros per la nona volta in carriera, ma per gli standard a cui ci ha abituati, il 2014 può ben definirsi un anno deludente per Nadal. Dopo una prima parte di stagione vissuta piuttosto bene, con la finale a Melbourne, quella a Roma e, non per ultima, la vittoria a Parigi, lo spagnolo inizia a cedere con la stagione sull’erba, perdendo all’esordio ad Halle e agli ottavi a Wimbledon. Con il passare del tempo la situazione peggiora e il fisico del maiorchino crolla definitivamente: un infortunio al polso lo costringe a saltare la stagione americana, con forfait a Toronto, Cincinnati e agli stessi US Open, mentre un’appendicite condiziona la sua stagione asiatica, con i quarti Pechino e addirittura il primo turno Shangai. L’agonia continua anche a fine stagione, con il ritiro sia dall’ultimo Masters 1000 (Parigi Bercy) sia dalle ATP Finals.

Stanislas WAWRINKA, voto 7.5: l’altro svizzero della top five, il talentuosissimo Wawrinka, ha vissuto una stagione che ricorderà a lungo, in grado di portargli il primo Slam della carriera, gli Australian Open ad inizio anno, prendendosi il lusso di sconfiggere in finale Nadal. Dopo quest’importante tappa raggiunta, Stan ha faticato per tutto il resto della stagione. Non eccelso il rendimento negli altri tornei dello Slam: primo turno a Parigi, quarti sia a Londra che a New York. Soprattutto nell’ultima parte della stagione, Wawrinka confessa di essere nervoso e di non riuscire più a giocare al meglio, sentendo troppa pressione e perdendo match perfettamente alla sua portata. Al Masters di fine anno si comporta comunque in modo egregio, mostrando segni di ripresa: raggiunge le semifinali, sconfitto solo dal connazionale Federer.

Kei NISHIKORI, voto 7: un anno da incorniciare per il giapponese, che ha regalato innumerevoli gioie a tutto il mondo asiatico, soprattutto la prima finale in uno Slam, gli US Open, fermato solo da Cilic dopo una dura lotta. Termina bene anche la stagione, con una semifinale a Parigi Bercy e la semifinale alle ATP Finals, in cui ha mostrato gli artigli anche contro Djokovic. Raggiunge per la prima volta la top ten a maggio, chiudendo al quinto posto del ranking. Altro risultato da sottolineare, la finale a Madrid, prima finale in un Masters 1000 per il nipponico. E’ mancata però un pizzico di costanza in più e il rendimento negli altri tornei dello Slam.

Andy MURRAY, voto 5,5: lieve insufficienza per Andy. Una stagione con più ombre che luci quella dello scozzese, che ad inizio anno ha stupito tutti con la scelta del nuovo coach, Amelie Mauresmo, e in verità i risultati di questa collaborazione inedita non si son visti. La sensazione è che Murray non sia più quello di un tempo: rendimento fiacco negli Slam, si salva solo la semifinale a Parigi, mentre, per il resto, solo deludenti quarti di finale. Nemmeno l’aria di casa porta dei giovamenti: al Masters di fine anno fa una figuraccia contro Federer, che gli concede un solo game.

Tomas BERDYCH, voto 5,5: tanto talento ma non ancora sfruttato al massimo. Solo una semifinale Slam salva il suo rendimento nei quattro tornei più importanti dell’anno: nonostante i due quarti a Parigi e agli US Open, ci si aspetta sempre di più da lui e il salto di qualità definitivo deve ancora arrivare. Due i titoli stagionali, quattro le finali.

Milos RAONIC, voto 6,5: il gigante canadese sta crescendo, stagione dopo stagione, e la sua età ancora acerba (classe 1990) lasciano ben sperare per il futuro. Non solo cemento per il talento di Podgorica, che ben si adatta ai suoi colpi potentissimi, ma anche un netto percorso sulla terra rossa, al culmine del quale vale la pena ricordare la semifinale inaspettata raggiunta a Roma, dove viene fermato solo da Djokovic, futuro vincitore del torneo. A Parigi Bercy, ultimo 1000 stagionale, arriva una stupefacente finale, dove, ancora una volta, c’è Nole a guastargli la festa. Non brilla al Masters di novembre, in cui problemi fisici lo inducono a dare forfait prima dell’ultimo singolare della fase a gironi

Marin CILIC, voto 7: il sogno del croato di vincere uno Slam si è realizzato proprio nel 2014, quando magicamente, quasi incredulo, alza il trofeo degli US Open, dopo un cammino impeccabile, sul quale incontra e supera ostacoli importanti come Roger Federer. Incostante però per tutto il resto della stagione, con pochissimi risultati da considerare. Male anche gli altri Slam: secondo turno agli Australian Open, terzo turno a Parigi e quarti di finale a Wimbledon. Delusione totale anche alle ATP Finals, dove chiude la fase a gironi con tre pesanti sconfitte.

David FERRER, voto 4: lo scivolone in classifica dello spagnolo salta subito agli occhi. Dal terzo posto con cui ha archiviato la stagione 2013, saluta il 2014 tennistico ai piedi della top ten. Stagione insipida, priva di colori e di successi, che gli vale una grave insufficenza in pagella.

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stefania.gemma@olimpiazzurra.com

Foto: Federtennis/Tonelli

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