Ciclismo
Ciclismo, un 2014 di casi doping: da Ballan all’Astana
Il 2014 è stato come sempre un anno di grandi emozioni per gli appassionati di ciclismo, ma non sembra aver segnato una battuta d’arresto per quanto riguarda le pratiche dopanti, con numerosi casi riscontrati nel mondo del professionismo. Le campagne antidoping e la nascita del Movimento per un Ciclismo Credibile (MPCC) hanno certamente avuto un effetto, sensibilizzando ancora di più l’opinione pubblica, ma evidentemente ci sono ancora degli atleti che sono rimasti impassibili di fronte a tutto ciò, continuando per la propria strada. Tra le note più negative, poi, c’è da riscontrare che l’Italia resta tra le nazioni “leader” in fatto di doping nel ciclismo, assieme a Spagna e Kazakistan.
GENNAIO: LA SQUALIFICA DI BALLAN
L’anno del doping si è aperto con un brutto colpo per il ciclismo italiano: l’inchiesta di Mantova ha infatti portato alla squalifica del farmacista Guido Nigrelli (a vita), del dottor Fiorenzo Egeo Bonazzi (quattro anni) e soprattutto del ciclista Alessandro Ballan, già campione mondiale nel 2008, fermato per due anni a causa di una trasfusione ricevuta nel 2009. Per il trentacinquenne si tratta quasi certamente della fine della sua carriera.
Nello stesso mese, il russo Kiril Sveshnikov risulta positivo al clenbuterolo in occasione dei Campionati Russi a cronometro, mentre il colombiano Luis Alberto Largo Quintero, del Team Colombia, viene trovato non negativo al nandrolone.
FEBBRAIO: IL CASO IMPEY
A Febbraio, il sudafricano della Orica-Green Edge Daryl Impey si aggiudica il titolo nazionale a cronometro. Solamente cinque mesi dopo, però, viene rivelata la sua positività al probenecid, un agente bloccante. Sospeso temporaneamente, l’atleta classe 1984 verrà scagionato ad Agosto dalla SAIDS, l’agenzia antidoping del suo Paese. Dopo la discussa assoluzione, Impey vincerà la classifica generale del Giro dell’Alberta, in Canada.
In Germania, invece, l’antidoping registra un importante successo con l’imposizione di otto anni di squalifica a Patrik Sinkewitz, risultato positivo nel 2011 all’ormone della crescita.
MARZO: LA SOSPENSIONE DI HENAO
Il 19 Marzo il Team Sky sospende il colombiano Sergio Henao per alcuni valori anomali riscontrati in dei controlli fuori competizione. Solamente a Giugno, però, lo scalatore tornerà a correre, prendendo parte al Tour de Suisse, senza però ottenere risultati di rilievo nella stagione.
APRILE: CONTINUA IL CASO ARMSTRONG
Il caso Armstrong non si è chiuso con la cancellazione dello statunitense dall’albo d’oro del Tour de France. Nel mese di Aprile, infatti, l’agenzia antidoping degli Stati Uniti (USADA) prova la colpevolezza dell’allenatore José Pepi Martín e del dottor Pedro Celaya riguardo le pratiche dopanti utilizzate nella US Postal ai tempi delle grandi vittorie di Lance. Entrambi sono stati sospesi per otto anni.
MAGGIO: ULISSI POSITIVO AL GIRO
Diego Ulissi è stato uno dei grandi protagonisti del Giro d’Italia 2014: il corridore della Lampre, infatti, si è aggiudicato due tappe. Un mese dopo, però, l’Unione Ciclistica Internazionale diffonde le notizie della riscontrata positività del corridore della Lampre-Merida al salbutamolo al termine dell’undicesima tappa. Ulissi viene sospeso dalla formazione, ma al momento non è stata emessa nessuna sentenza definitiva.
Nello stesso periodo risulta positivo anche lo spagnolo Constantino Zaballa, ciclista già fermato nel 2010 per lo stesso motivo e coinvolto nell’Operación Puerto. Ai Campionati Asiatici su strada, inoltre, risulta positivo agli steroidi il kazako Viktor Okishev: il caso scoppierà però solamente a Novembre, divenendo uno dei tasselli dello scandalo Astana.
Intanto, Paolo Savoldelli viene sanzionato per i suoi legami con il dottor Ferrari, e Patrick Facchini, corridore dell’Androni Giocattoli, risulta non negativo al tuaminoeptano in occasione della terza tappa del Giro del Belgio.
GIUGNO: SI APRE IL CASO KREUZIGER
È il 28 Giugno quado il ciclista ceco Roman Kreuziger, in forza alla Tinkoff-Saxo, fa sapere di essere sotto investigazione da parte dell’UCI per alcune irregolarità riscontrate nel suo passaporto biologico tra il 2011 ed il 2012, quando correva per l’Astana. Kreuziger verrà temporaneamente sospeso tra le proteste del proprietario del suo team, Oleg Tinkoff.
Al Grand Prix di Saguenay viene riscontrata la positività alla NESP, una variante dell’EPO, di Luca Benedetti. Il corridore italiano sarà squalificato a vita nel mese di Dicembre per recidività, vista una precedente non negatività risalente al GiroBio del 2010. Al Giro di Slovacchia, invece, l’estone Peeter Pruss viene trovato positivo alla trimetazidina: la sua squalifica sarà di soli dieci mesi.
LUGLIO: QUESTIONE DI PASSAPORTO BIOLOGICO
In pochi giorni, due casi riguardanti irregolarità nel passaporto biologico vengono resi pubblici. Ritiratosi da poco, il russo Denis Menchov viene sospeso per due anni a causa di risultati evidentemente figli di pratiche dopanti passate, e subisce la cancellazione dei risultati ottenuti al Tour de France negli anni 2009, 2010 e 2012.
Il secondo caso riguarda il britannico Jonathan Tiernan-Locke: il ciclista della Sky, le cui irregolarità erano già state riscontrate a fine 2013, viene licenziato definitivamente dalla sua squadra e squalificato per due anni. I valori anomali risalivano al periodo nel quale militava nell’Endura Racing.
Sempre a Luglio, l’ex ciclista olandese Bart Voskamp ammette, all’interno di una trasmissione televisiva, di aver fatto uso di EPOi durante la sua carriera.
AGOSTO: IL TEST A SORPRESA DI RABOTTINI
È il 7 Agosto quando Matteo Rabottini, ciclista della Neri Sottoli, viene sottoposto ad un test a sorpresa. Il mese successivo, vengono resi noti i risultati, che vedono il ciclista italiano positivo all’EPO. Per lui, come già per Ulissi, scatta immediatamente l’esclusione della nazionale azzurra in vista dei Mondiali. Al momento non è stata emessa nessuna sentenza.
SETTEMBRE: KREUZIGER ASSOLTO, ASTANA SOTTO ATTACCO
Il 22 Settembre, le autorità sportive della Repubblica Ceca assolvono a sorpresa Roman Kreuziger. Il corridore della Tinkoff-Saxo può così tornare a gareggiare, ma l’UCI e la WADA annunciano un possibile ricorso presso il TAS, e prendono in considerazione la possibilità di creare un tribunale internazionale indipendente che possa giudicare i casi doping nel ciclismo professionistico.
Qualche giorno prima era stata diffusa la notizia della positività di Valentin Iglinskiy, corridore kazako dell’Astana, risultato non negativo all’EPO durante l’Eneco Tour del mese precedente. Il corridore viene subito licenziato dalla sua formazione, ma per la squadra di Aleksandr Vinokurov il terremoto è appena iniziato.
OTTOBRE: ALTRI DUE CASI NELL’ASTANA
Dopo la positività di Valentin, viene trovato non negativo anche suo fratello, Maksim Iglinskiy. Un controllo a sorpresa rivela anche per lui la presenza di EPO nel sangue ed il corridore viene sospeso in via provvisoria. La squadra dell’Astana è oramai attaccata dall’opinione pubblica, visti anche i precedenti del suo team manager, Vinokurov. La situazione peggiora quando un membro della squadra Astana Continental, la formazione giovanile del team kazako, risulta positivo agli steroidi in occasione del Tour de l’Avenir: si tratta di Ilya Davidenok. A questo punto, l’UCI decide di sottoporre ad una commissione i vari casi riguardanti l’Astana, per decidere se rinnovare o meno la licenza World Tour alla squadra nella quale milita anche Vincenzo Nibali. L’Astana, intanto, si autosospende secondo il regolamento del MPCC, e non prende parte al Giro di Pechino.
NOVEMBRE: POKERISSIMO ASTANA
Dopo i casi dei fratelli Iglinskiy e di Davidenok, e quello di Okishev, rivelato solamente a Novembre, arriva il quinto ed ultimo tassello dello scandalo Astana. Un test effettuato al termine della quarta tappa del Tour de l’Ain, infatti, inchioda un altro giovane del team kazako, Artur Fedosseyev, anche lui risultato positivo agli steroidi. Vinokurov decide di sospendere a tempo indeterminato la formazione Astana Continental, affermando che i casi riguardanti la squadra di “riserva” non hanno nulla a che vedere con l’Astana Pro Team. Ma a pensarla così sono in pochi, e l’UCI si prepara ad emettere la sua sentenza.
Nel frattempo, Eddy Ratti viene dichiarato innocente dopo quattro anni a causa delle prove insufficienti a suo carico. Il corridore era stato accusato di aver fatto uso di doping nel 2010.
DICEMBRE: ASTANA PRO TEAM SENZA LICENZA
Al momento di rinnovare le licenze World Tour per la stagione 2015, l’Unione Ciclistica internazionale decidere di lasciare in sospeso l’Astana. Nibali rischia così di non poter difendere la Maglia Gialla conquistata quest’anno al Tour de France, ma la squadra kazaka è intenzionata a far sentire la sua voce per convincere l’UCI a cambiare decisione. Difficile, però, trovare giustificazioni di fronte ai casi degli ultimi mesi, anche alla luce delle ultime rivelazioni che vorrebbero un incontro tra l’Astana ed il famigerato dottor Ferrari.
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com