Sci Alpino
Sci alpino: Italia, allarme ricambi. I giovani scarseggiano
Se è vero che i buoni risultati nelle categorie giovanili non costituiscono un indicatore certo sulla conferma di queste prestazioni ai più alti livelli, è altrettanto vero che concorrono comunque al giudizio sullo stato di salute di un movimento sportivo e in particolare sulle sue prospettive future.
Nel caso dello sci alpino, il giudizio al 17 dicembre 2014 è giocoforza parziale, molto parziale. La stagione è iniziata da poche settimane e la Coppa Europa, ovvero il diretto serbatoio della Coppa del Mondo, ha patito più del massimo circuito l’assenza di neve sulle Alpi: ad oggi, non sono ancora state disputate gare veloci. In ogni caso, potrebbe comunque essere interessante fare una panoramica sui migliori prospetti dello sci alpino azzurro, anche se per molti, appunto, un giudizio più approfondito è da rimandare a data da destinarsi, viste le pochissime gare disputate.
Escludiamo a priori, in tale valutazione, atleti e atlete che hanno già un certo numero di gare di Coppa del Mondo, indipendentemente dalla loro età. Nell’attuale classifica di CE maschile, solamente quattro azzurri, al netto di quelli stabilmente del giro CdM, hanno ottenuto punti: si tratta di Andrea Ballerin, Michele Landini, Adam Peraudo e Simon Maurberger. I primi tre non sono proprio di primissimo pelo: se Landini, toscano dell’Esercito, non ha mai fatto quel salto di qualità necessario a guadagnarsi le squadre nazionali o la Coppa del Mondo, gli altri due superano i 25 anni e hanno già avuto qualche chance poco sfruttata in CdM, Peraudo anche solo nell’ultimo weekend. Ma di giovani “giovani”? Simon Maurberger, appunto. Lo abbiamo visto sul Rettenbach, questo diciannovenne dell’Alto Adige che certo non ha risultati clamorosi nelle categorie giovanili, ma rappresenta al pari di Hannes Zingerle, fratello di Alex e argento alle Olimpiadi studentesche 2012, il miglior prospetto nel gigante. Loro due, tuttavia, come lo sfortunatissimo Fabian Bacher (promettente slalomista) o i velocisti Emanuele Buzzi ed Henri Battilani (li vedremo entrambi nelle prove della Gardena) non hanno ancora fatto sfracelli in Coppa Europa, né quest’anno né in precedenza: per il sappadino qualche piazzamento interessante prevalentemente in supercombinata, per il valdostano anche un settimo posto. Meglio così, forse: arrivano e arriveranno al circuito di Coppa del Mondo senza quelle stimmate da predestinati che hanno affossato più di un talento, in Italia e non. Stimmate che potrebbe avere Matteo De Vettori, bimedagliato agli ultimi Mondiali juniores: nel suo caso, si attendono conferme importanti nella Coppa Europa, dove non ha mai ottenuto grandi risultati, prima di sbarcare in CdM.
Certo, l’idea di massima, comunque, è che non ci sia una grande quantità di ricambi nel settore maschile, o perlomeno quelli che ci sono devono ancora dimostrare di essere all’altezza della situazione. Discorso simile per il femminile: qui l’eccezione è il gigante, dove con Marta Bassino e Karoline Pichler possiamo nutrire più d’una speranza per la prosecuzione di quella scuola che ci sta dando svariate soddisfazioni in queste stagioni, senza trascurare la ventenne Valentina Cillara Rossi che si sta consacrando a livelli decisamente interessanti. Nelle prove tecniche si stanno affacciando alla ribalta della Coppa Europa anche due giovanissime valdostane: si tratta di Jasmine Fiorano e Martina Perruchon. La prima del ’95, la seconda del ’96, hanno ottenuto i primi punti in slalom con pettorali impossibili: non facciamoci illusioni, anche perché il distacco cronometrico dalle vincitrici è stato talvolta alto, però comunque sono una luce importante in un mare, quello dei rapid gates tinti di rosa, altrimenti nero. E in velocità? In attesa dei riscontri della nuova stagione, attendiamo due ragazze: Verena Gasslitter e Nicole Delago. La prima, campionessa 2013 agli European Youth Olympic Festival in gigante, ha buoni numeri in supergigante; come la seconda, recentemente ai piedi del podio in alcune gare Fis con atlete ben più esperte, oltre che ben piazzata sul finire della scorsa stagione. Entrambe del 1996, hanno dalla loro parte il tempo e il modo per colmare, anche in discesa libera, un altrimenti preoccupante vuoto generazionale.
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foto: pagina Facebook Simon Maurberger
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com