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Sci di fondo: Federico Pellegrino, unica luce nel deserto azzurro

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Inutile nascondersi dietro un dito. Il quadro più esaustivo del momento dello sci di fondo italiano, nonostante la giornata trionfale di Federico Pellegrino, lo traccia Giuseppe Chenetti. “Purtroppo una rondine non fa primavera. Diciamo che abbiamo compiuto un primo passo verso la rinascita, non è il caso di montarsi la testa però dobbiamo essere contenti. Il nostro obiettivo è quello di elevare il livello generale e questo risultato ci può aiutare a farlo”. Piedi per terra e testa sulle spalle, insomma. Scontato, direte voi? No, visti gli ultimi quadrienni della Nazionale italiana, costellati spesso di facili esaltazioni e poca considerazione per il futuro e per la programmazione. Il trionfo (straordinario e sensazionale) di Pellegrino non può e non deve nascondere il reale stato di salute dell’Italia degli sci stretti, ancora profondamente debilitata e alla ricerca della via maestra.

Perché il successo di Chicco a Davos non è altro che l’eccezione che conferma la regola, la testimonianza di come Pellegrino predichi nel deserto a tutti gli effetti. Il valdostano ha confermato, nel modo migliore possibile, la differente caratura tra lui e il resto della squadra di Coppa del Mondo. Non serviva la vittoria per certificarla, certo, ma il weekend vissuto da Pellegrino e dai suoi compagni potrebbe facilmente rappresentare l’apice di questo percorso parallelo. Da una parte, la corsa sfrenata del poliziotto di Nus verso la gloria e il prestigio mondiale, dall’altra una squadra che, dopo aver vissuto per troppo tempo nell’anonimato (non solo per colpa loro…), non sembra ancora avere lo slancio per imprimere una svolta alle rispettive carriere. Sepp Chenetti è un allenatore esperto, dotato di indiscusse qualità e capace di collezionare grandi successi in carriera da coach, ma ripartire da zero, dopo aver toccato il fondo nelle ultime stagioni, necessita di tempo, critiche e batoste pesanti. Quelle che, ad esempio, lo hanno indotto a non convocare nessuna atleta distance al femminile per la 10km di sabato, in seguito al disastroso inizio stagionale. Una decisione drastica ma legittima, i cui frutti potrebbero cominciare già a vedersi a partire dalle prossime settimane. Chissà che la squadra, inoltre non possa trovare gli stimoli giusti per ripartire anche da giovani promesse come Francesco De Fabiani (anche Gaia Vuerich e Greta Laurent, ma ci si attende in primis qualcosa di più da loro), capaci di essere protagonisti con la loro grinta e la loro determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Quella che ha saputo unire al proprio immenso potenziale Federico Pellegrino, talento cristallino e (finalmente) vittorioso dopo un’attesa quasi spasmodica e qualche piazzamento di troppo, tanto da far temere che il successo potesse diventare un tabù per colui in grado di confermare pienamente di essere il faro di questo movimento. Ma anche di non illuminare (quasi) nessuno.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: federicopellegrino.com

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