Tennis
Tennis, il 2015 dell’Italia: tra conferme, novità e (si spera) ricambi
Con un 2014 ormai ai titoli di coda, è giusto cominciare a proiettarsi al 2015 anche per ciò che riguarda il tennis italiano. La stagione appena passata è stata mediocre per i colori nostrani. Al di là della bella prestazione in Coppa Davis, con la semifinale raggiunta al cospetto della Svizzera di sua maestà Roger Federer, l’annata è stata deludente, complessivamente, se si pensa ai tennisti sui quali più puntavamo.
Partendo dal settore maschile, parliamo di Fabio Fognini, ad esempio, ormai più famoso per le sue sceneggiate in campo che per il gioco vario e di qualità. Il buon Fabio, diciamolo, c’è stato poco con la testa e rischia di sprecare un talento sconfinato da top 10. Sono discorsi non nuovi, tuttavia le potenzialità del giocatore ligure sono quelle di primeggiare a livello assoluto e il 2015 può rappresentare un’occasione di riscatto.
Un discorso di rivalsa può valere anche per altri due giocatori come Seppi e Quinzi. Il primo in crisi di identità, sceso oltre la 40esima posizione del ranking, deve ritrovare la strada perduta e i primi tornei, che porteranno ai prossimi Australian Open del 19 Gennaio 2015, saranno importanti per capire se l’altoatesino è tornato a livelli adeguati o meno. Nel secondo caso, c’è da fare un ragionamento diverso. Quinzi è stato eletto, dopo la vittoria del Wimbledon Junior 2013, il campione in erba, non solo perchè ha vinto il prestigioso torneo inglese, del nostro tennis. Tuttavia, dal quel giorno, l’atleta classe ’96 è stato vittima di diversi problemi fisici e ha cambiato molti allenatori. Questi ultimi episodi dimostrano una certa instabilità, dal punto di vista mentale, ed è quindi necessario ritrovare un certo equilibrio per far sì che i miglioramenti tecnici e psicologici siano evidenti se si vuol puntare ad essere davvero “il nuovo che avanza”. Attualmente orbitare oltre la 400esima posizione è la realtà di Quinzi, pertanto urge un cambio di rotta.
Da chi invece ci aspettiamo una conferma dei miglioramenti visti nel 2014 è Simone Bolelli, stabilmente secondo singolarista in Davis e sempre più convinto dei propri mezzi in tornei prestigiosi dello Slam. Ricordiamo tutti i match contro Kei Nishikori, con il giapponese costretto al quinto set a Wimbledon, e le vittorie di ben 4 challenge a testimoniare lo step che il tennista azzurro ha compiuto. Ora il 2015 è la prova del nove e costituisce un test importante per vedere se questa crescita è tassonomica o se ha un effetto “meteora”.
In campo femminile, pensiamo alla stagione straordinaria di Flavia Pennetta e la vittoria del WTA di Indian Wells come fiore all’occhiello, o alle solide prestazioni di Sara Errani sul rosso di Parigi e all’accoppiata vincente con Roberta Vinci valsa la vittoria di Wimbledon. E’ lecito attendersi da loro gli stessi feedback ma soprattutto siamo in cerca, un po’ come il settore maschile, di novità. Sarebbe bello, ad esempio, che Camila Giorgi, giocatrice dai colpi straordinari, si decida a registrare la propria bussola emotiva. Troppa discontinuità nel suo tennis che crea e disfa nel giro di due games.
Tutte queste menzioni dimostrano quanto lavoro c’è da fare e soprattutto quanta fatica fanno i volti nuovi ad emergere. Al di là del citato Quinzi, altri nomi non se ne vedono in grado di poter solo pensare di far qualcosa di importante e ormai sono anni che siamo alla ricerca di un campione. La causa più che tecnica, spesso, è psicologica e i casi trattati di Fognini e anche dello stesso vincitore di Wimbledon Jr 2013 rafforzano questa tesi. Occorre per il 2015 uno sviluppo in tal senso altrimenti i periodi ipotetici saranno sempre al centro delle nostre considerazioni.
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Immagine: Federtennis/Tonelli
giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com