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Sci di fondo
Tour de Ski 2015, occasione di redenzione azzurra: urge una scossa
Nove podi di tappa, uno complessivo e, in generale, un atteggiamento sempre positivo nelle otto edizioni fin qui disputate. Il Tour de Ski, per l’Italia maschile, è spesso stato terra di conquista, anche nelle recenti stagioni estremamente difficili (eufemismo…) per quanto riguarda le prestazioni di squadra. E, proprio per questo, la corsa a tappe dello sci di fondo sembra giungere nel momento adatto per una nazionale affamata di risultati a cui, probabilmente, la vittoria di Federico Pellegrino in quel di Davos può aver dato una scossa.
Gli azzurri, in assenza di un fuoriclasse capace di battagliare per le prime posizioni della classifica generale, dovranno recitare la parte dei cacciatori di tappe. E la punta di diamante, al solito, sarà proprio il valdostano. Nel mirino del poliziotto di Nus c’è la sprint in Val Mustair, località che evoca dolci ricordi a Chicco, già secondo in Svizzera nel 2013. E l’obiettivo minimo, dopo il successo di Davos, non potrà che essere quantomeno il podio. Se per il fenomeno della velocità l’occasione per mettersi mostra, però, sarà soltanto una, specialisti della distanza come Giorgio Di Centa e Francesco De Fabiani potranno dire la loro in quasi tutte le altre tappe. Il vecchio e il bambino, il Leone indomito e colui che vuole iniziare a ruggire dopo un promettente inizio di stagione. Il palmarés del friulano nel Tour de Ski, inoltre, parla per lui: in otto edizioni, il campione olimpico di Torino 2006 non è mai uscito dalla Top 20, con il picco del terzo posto conquistato nel 2008. La scalata del Cermis è pane per i suoi denti, ma sulla leggenda azzurra grava soprattutto l’incognita della condizione fisica, apparsa fin qui precaria anche a causa dell’operazione all’ernia della scorsa primavera. Ma uno squillo, da parte di re Giorgio, è lecito attenderlo.
Com’è lecito attenderlo anche da un talento puro come De Fabiani, al suo secondo Tour de Ski della carriera ma il primo a cui si presenta con reali ambizioni di ben figurare. Al valdostano, eclettico e capace di sfornare buone prestazioni sia in alternato che in tecnica libera, la corsa a tappe sembra essere adatta viste le proprie caratteristiche. Buoni segnali erano già arrivati nel minitour di Lillehammer e, se il 21enne talento dovesse confermarsi su quei livelli, la promessa azzurra potrà puntare a piazzamenti di prestigio. Quelli che mancano da fin troppo tempo a Roland Clara, David Hofer e Dietmar Noeckler. Tre atleti capaci di ritagliarsi un posto importante nell’élite nel recente passato, ma spesso frenati da problemi fisici e svariati errori di valutazione. Che sia il momento della svolta?
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Foto: Wikimedia