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Calcio: Vazquez apre all’Italia, si rinnova il dibattito sui naturalizzati

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L’asso italo argentino del Palermo apre alla chiamata in azzurro di Antonio Conte. No, non è Paulo Dybala, imprendibile folletto rosanero classe 1993 che finora ha già segnato 7 gol in 16 apparizioni in campionato, ma Franco Vazquez, trequartista nato a Tanti nel febbraio 1989 che alla sua seconda esperienza in Serie A ha messo a segno 5 reti in 15 presenze.

Intanto si riaccende il dibattito intorno alla Nazionale italiana. Naturalizzati sì, naturalizzati no? Le scuole di pensiero vanno come sempre una contro l’altra: chi ricorda Mauro German Camoranesi, pedina fondamentale nel 4-4-2 di Marcello Lippi che vinse il Mondiale 2006, e chi invece punta il dito su esperimenti recenti, da Amauri a Paletta, decisamente poco memorabili. Lo stesso Thiago Motta, sul tetto d’Europa e del mondo con l’Inter nel 2010, in azzurro non è mai riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, forse anche perché limitato per ragioni tattiche a compiti difensivi invece che creativi, avendo al suo fianco un certo Andrea Pirlo.

In futuro, dunque, potrebbe provarci Franco Vazquez, roccioso ma allo stesso tempo soprattutto agile e veloce nelle decisioni palla al piede. Bellissima la rete siglata nello scorso dicembre a Bergamo: morbido pallonetto da fuori area nel 3-3 tra Atalanta e Palermo, gara in cui l’ex Rayo Vallecano ha centrato la prima doppietta della carriera in Serie A. La squadra di Giuseppe Iachini è ormai una certezza in questa stagione: dopo il pareggio con l’Inter e il sacco di San Siro (2-0 in casa del Milan), i rosanero sono decimi in classifica con 22 punti e, salvo scossoni, dovrebbero navigare verso una comoda salvezza. Per porre le basi verso il ritorno in Europa, perché il talento – citando anche Andrea Belotti, terminale offensivo dell’under 21 di Luigi Di Biagio – non manca affatto.

Dalla Serie A alla Nazionale, però, il passo è parecchio lungo. Il livello del campionato italiano è diminuito molto negli ultimi anni e risulta quindi più semplice emergere per conquistare una chiamata dal ct, ma è anche vero che una volta in campo internazionale la differenza tecnica e di esperienza si nota. Italia-Croazia dello scorso novembre è l’ultimo esempio: la tradizione può poco, davanti all’evidente crescita dei balcanici, abili a lanciare molti propri prospetti nei più alti palcoscenici, Barcellona e Real Madrid in primis. L’ultima parola, quindi, spetterà ad Antonio Conte. Vazquez potrebbe risultare importante per conferire quella qualità offensiva che il gioco della Nazionale nella seconda parte di 2014 ha parecchio inseguito senza risultati, ma nel 3-5-2, dogma dell’ex bianconero, non è facile ritagliare una parte per un trequartista puro poco avvezzo a sacrifici difensivi. Sul livello del giocatore in sé, infine, la solfa si ripete da anni: buoni calciatori, sì, ma non fuoriclasse. Per sopperire a questa mancanza serviranno il doppio del cuore e della cattiveria agonistica.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

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Foto da: pagina ufficiale Facebook Palermo

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