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Combinata nordica
Combinata nordica: l’Italia sa ancora graffiare
Qualcosa di incoraggiante s’era già visto a Ramsau, nella tappa prenatalizia: la prova a squadre fece capire che gli azzurri perlomeno avevano mantenute intatte le grandi doti nel fondo (e qualche dubbio, dopo le gare di Ruka e Lillehammer, c’era), quella individuale regalò i primi punti della stagione a Samuel Costa e dunque alla nazionale.
A Schonach, il primo weekend del 2015 della Coppa del Mondo di combinata nordica va in archivio, finalmente, con la consapevolezza di aver rivisto gli azzurri sui livelli ad essi più consoni. Intanto, tre ragazzi su quattro superano il Provisional Competition Round: certo, magari aggrappati al filo del cinquantesimo posto, come Alessandro Pittin, o poco più avanti, come Armin Bauer, ma passare il PCR è l’unica strada per poter accedere alla gara individuale e dimostrare il proprio valore. Nel salto di gara, finalmente, anche il finanziere gardenese e il campione carnico si sono difesi più che discretamente, staccando rispettivamente il trentesimo e il trentaseiesimo punteggio: un miglioramento importante, senz’altro frutto dell’imponente lavoro in questo fondamentale che Jochen Strobl e Kimmo Savolainen stanno portando avanti da due anni, che ha concesso ad entrambi una posizione di partenza più accettabile nel fondo. E qui, mentre un Costa 24° dal trampolino si difendeva egregiamente e conquistava altri punti, Pittin si scatenava rimontando come un treno e agganciando il prestigioso sesto posto finale, facendo segnare di gran lunga il miglior tempo sugli sci stretti; anche Bauer recuperava una dozzina di posizioni, terminando diciannovesimo.
Peraltro, proprio Bauer era stato per certi versi il trascinatore azzurro nella giornata di sabato, quando l’Italia aveva chiuso al quinto posto la gara a squadre eguagliando il miglior risultato di sempre in questo format: un ottimo salto e una prima frazione a tutta del gardenese avevano permesso ai compagni di colmare il gap con i migliori per poter poi andare a cogliere l’importante piazzamento. Nella staffetta anche Lukas Runggaldier aveva fatto vedere buone cose nella parte di fondo, tuttavia nel suo caso i salti del PCR continuano ad essere poco positivi, impedendogli di prendere parte alle Gundersen individuali.
A Chaux-Neuve, nel prossimo weekend, bisogna sconfiggere il mito del grande trampolino: anche perché, proprio sul Large Hill d’Oltralpe, tre anni fa Alessandro Pittin realizzò una tripletta che tutti ancora ricordiamo.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com