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Freestyle, Mondiali 2015: Bertagna stella d’Italia, ma dietro c’è poco

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La fusione dei Mondiali di freestyle e di snowboard, per la prima volta organizzati assieme nella località austriaca di Kreischberg, ha evidenziato l’esistenza di un’Italia dai due volti, con il freestyle azzurro che guarda decisamente dal basso i cugini dello snow. A salvare il salvabile ci ha pensato ancora una volta Silvia Bertagna, che con il suo quinto posto nella finale di slopestyle è stata nettamente la migliore, come del resto aveva già fatto l’anno scorso classificandosi ottava alle Olimpiadi e raggiungendo uno storico podio in Coppa del Mondo. La ventottenne di Bressanone avrebbe potuto addirittura centrare la medaglia con una run leggermente più precisa, ma ha sporcato l’ultimo tentativo con un errore, anche se lieve, sul primo rail. Un podio, però, avrebbe forse celato eccessivamente quelle che sono le lacune del panorama del freestyle italiano.

A parte Bertagna, l’unico azzurro ad aver raggiunto le fasi finali di una competizione è stato Marco Tomasi nello skicross, che però si è fermato agli ottavi di finale, classificandosi alla fine trentesimo. Gli altri compoenenti squadra, invece, non sono riusciti a centrare l’obiettivo minimo dell’ingresso fra i migliori trentadue: un bilancio pallido di fronte alle due medaglie conquistate dai colleghi dello snowboardcross. Nelle gobbe, il “povero” Giacomo Matiz fa oramai squadra a sé, dopo che la Federazione ha inspiegabilmente deciso di trascurare il settore, costringendo inoltre la sua miglior atleta, Deborah Scanzio, ad optare per la nazionale del Paese che le ha dato i natali, la Svizzera, con la quale ha ottenuto un buon settimo posto.

Quello che appare evidente è che, a parte un discreto fermeto nello slopestyle alle spalle di Bertagna, il freestyle non rappresenta al momento una delle priorità dell’Italia sportiva. È anche vero, però, che nella storia sono stati pochi gli atleti azzurri a brillare in questa disciplina: l’ultima medaglia iridata è stata quella di bronzo vinta proprio da Deborah Scanzio nel 2007 a Madonna di Campiglio, ma per trovare un altro podio bisogna risalire ad Altenmark 1993, con l’argento di Petra Moroder, sempre nelle gobbe. Ma va pure sottolineato come, dei cinque podi iridati italiani, quattro siano stati conquistati tra il 1986 ed il 1993, mentre negli anni successivi c’è stato un netto declino, con una sola medaglia vinta in quattordici edizioni dei Mondiali.

Per emergere in uno sport come il freestyle, un Paese ha innanzi tutto bisogno di coinvolgere i giovanissimi, che sempre più numerosi si avvicinano alle discipline acrobatiche di ogni tipo: strutture adeguate e promozione nelle località sciistiche, in alternativa allo sci alpino “tradizionale”, sono i primi passi per costruire una base, alla quale deve poi fare seguito un sostegno per gli atleti di alto livello di TUTTE le specialità di questo variegato sport.

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Immagine: Silvia Bertagna (pagina Facebook)

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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