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Ciclismo

Giro d’Italia ciclocross – Arzuffi, Bertolini e Sala: racconto di una vittoria in famiglia

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Si è concluso da un paio di settimane la settima edizione del Giro d’Italia di ciclocross. Passati anche i campionati italiani, abbiamo chiesto ai vincitore della Maglia Rosa delle categorie Elite uomini e donne e Junior maschile di tracciare un bilancio su quanto fatto da novembre fino alla prima settimana di gennaio. Un racconto di fango, freddo e pioggia che hanno portato alla conquista del simbolo del primato.

Per Gioele Bertolini si tratta della seconda vittoria consecutiva dopo il primo posto conquistato nel 2014: “Rispetto allo scorso anno sono partito consapevole di potermelo giocare fin dall’inizio. Questa vittoria è diversa perché se lo scorso anno ho vinto un po’ sorprendentemente questa volta sono partito forte fin dall’inizio e ho tenuto la Maglia fino alla fine. Il momento più significativo è stato la gara di Rossano Veneto dove ho concluso in 3 posizione dietro i due belgi e ho guadagnato punti importanti sui miei avversari diretti. Quando c’è Marco Aurelio Fontana è sempre bello correre e cercare da capire e rubare ciò che fa lui: traiettorie,salti e pressioni. Con lui sono molto amico e per mia fortuna mi spiega e mi indica la strada giusta sempre. È un grande campione.
Ora dopo il campionato italiano andato un po’ male per me ho voltato pagina e voglio concludere bene la stagione con l’ultima prova di coppa del mondo ed il mondiale
La forza della Selle Italia Guerciotti è la tranquillità. Nessuno ha pressioni, ti appoggiano sempre e un atleta in questa società si sente come in una famiglia. Se vanno bene le gare tanto meglio se vanno male si cerca di capire dove abbiamo sbagliato senza dare colpe a nessuno, solo per cercare di migliorare sempre di più!”

Sua compagna di squadra alla Selle Italia Guerciotti, Alice Maria Arzuffi si è imposta per la prima volta nella categoria Elite dopo una battaglia con Chiara Teocchi che si è risolta solo all’ultima gara: “Per me questo è stato un Giro molto importante perché ci tenevo particolarmente a vincerlo, visto l’amaro in bocca che mi era rimasto dallo scorso anno. Dopo la prima tappa avevo già capito che la mia “avversaria” principale per questo Giro e comunque per tutta la stagione sarebbe stata Chiara Teocchi, giovane e forte. Per me essere in Selle Italia Guerciotti è come essere in famiglia. Sono davvero contenta e orgogliosa di appartenere a questo team. Non mi fanno marcare niente e sono tutti (Paolo, Alex, Vito, Mary, meccanici..) delle persone favolose. Senza il loro supporto e la loro fiducia sono sicura che non potrei essere qui adesso. Io e Eva Lechner siamo grandi amiche. Di questo sono davvero contenta perché lei è in primis una grandissima persona e poi una bravissima atleta. È una fuoriclasse. Con me è sempre molto disponibile, è un po’ come se fosse la mia maestra. Sono davvero orgogliosa di questo e spesso mi aiuta anche spiegandomi i tratti più difficili dei vari percorsi.
Io penso proprio di essere cresciuta rispetto gli altri anni e ciò è stato dimostrato anche dai risultati che ho ottenuto in Coppa del mondo e Superprestige nel mese di dicembre. Sicuramente c’è ancora tanto da migliorare, ma penso di essere sulla strada giusta. Ora penso a fare bene a queste due ultime gare (Coppa a Hoogerheide e Mondiale) perché ci tengo davvero molto a terminare questa stagione nel migliorie dei modi”. 

Non cambiano i colori sociali per Stefano Sala, rampante giovane a sua volta militante nella Selle Italia – Guerciotti. Per lui un Giro d’Italia quasi dominato e una maglia rosa portata praticamente dalla prima all’ultima tappa. Queste le sue parole: “Il momento più significativo del Giro è stato quando ho preso la maglia rosa all’Isola d’Elba, perché dopo aver condotto la gara da protagonista quando ho voluto andarmene a 3 giri dalla fine sono riuscito a prendere un modesto vantaggio nonostante un percorso non adatto alle mie caratteristiche, quindi è stato il primo segnale che stavo veramente bene.
Io e Giorgio Rossi siamo molto amici, a volte passiamo anche qualche settimana durante le vacanze per allenarci insieme. Durante la gara siamo due combattenti, a volte anche autori di “spallate da ultimo giro” ma finita la gara c’è sempre una grande stima.
Correre nella Guerciotti è un po’ come giocare nella Juventus del calcio italiano, è la squadra più forte, punto di riferimento di molti altri e atleti e team. Durante le trasferte per mia fortuna sono compagno di stanza di Gioele Bertolini e Bryan Falaschi, e cerco di imparare il più possibile da loro, con cui ho un ottimo rapporto. Ridere e scherzare è una cosa all’ordine del giorno per noi.
Il mio obbiettivo dopo il campionato italiano è solo uno: centrare la top 5 ai campionati del mondo a Tabor.
Questo Giro che ho vinto mi dà soddisfazione in merito ai sacrifici e allenamenti che ho dovuto fare per ottenere questa grande vittoria, io sono un ragazzo che si accontenta difficilmente e quindi sto già pensando di prepararmi al meglio per la prossima stagione da Under 23. Penso che il vero ciclismo, per me, inizierà a settembre dell’anno prossimo.
Il ciclocross è la mia più grande passione per il fatto che è uno sport spettacolare e duro, dove sei costretto a dare tutto ciò che hai in un’ora e questo vuol dire spettacolo. Non sono mai stato un attendista e per questo amo questo sport, dove parti a tutta e arrivi ancora più a tutta.
Ho due idoli in particolare: Niels Albert (che ha smesso un anno fa) e l’iridato Under 23 Wout Van Aert”. 

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia Ciclocross

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