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Scherma, Coppa del Mondo: manca l’acuto, ma l’Italia c’è

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La Coppa del Mondo di scherma è ripresa senza successi per l’Italia. Ed è quasi una novità, dato che sulle pedane di Danzica e Parigi erano impegnati fiorettiste e fiorettisti, fiori all’occhiello di un movimento che rappresenta a sua volta il volto più vincente dello sport azzurro. Nessun dramma, ovviamente, anche perché sono comunque giunti due secondi e un terzo posto. Ad avercene, di “problemi” così.

La vera e propria notizia del fine settimana, semmai, è la maledizione che pare affliggere il Dream Team, campione di tutto in carica ma ancora incapace di salire sul gradino più alto del podio in stagione. In Polonia Valentina Vezzali, Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e Martina Batini si sono inchinate nettamente dagli Usa in semifinale, dimostrando di essere in uno stato di forma ancora inferiore alle rivali. Per il resto della giornata, comunque, le azzurre hanno tirato al meglio delle proprie capacità e lo dimostra l’eloquente 45-14 sulla Germania nella finale (senza storia) per il bronzo. Alti e bassi, dunque, forse scatenati dall’assenza di medaglie sabato nell’individuale. Non accadeva da quasi due anni che tutte le italiane mancassero il podio in Coppa del Mondo: era il marzo 2013 a San Pietroburgo. A Danzica Errigo – ancora saldamente al comando della classifica dopo il tris di successi in apertura – e Vezzali si sono fermati ai quarti.

Parigi, invece, ha incoronato definitivamente il ritorno ai massimi livelli del fioretto maschile dopo un 2014 altalenante, iniziato al meglio proprio nella capitale francese ma povero di soddisfazioni nei due grandi appuntamenti dell’estate, gli Europei di Strasburgo e i Mondiali di Kazan. L’addio di Stefano Cerioni inizia a pesare, si diceva. E invece il ct Andrea Cipressa ha saputo valorizzare al meglio i tanti giovani ricchi di successi nelle categorie giovanili. Il risultato è stato, ed è, strepitoso: sei podi in quattro gare individuali, tutti con nomi diversi. Andrea Baldini, Lorenzo Nista ed Edoardo Luperi a San Francisco, Andrea Cassarà a Tokyo, Valerio Aspromonte a Torino e Daniele Garozzo sotto la Tour Eiffel, sconfitto 15-13 dal fuoriclasse statunitense Race Imboden. Manca la gemma più pregiata, vero, e manca anche lo squillo di un Giorgio Avola comunque prezioso nel secondo posto del quartetto, superato per una sola stoccata dagli stessi Usa in finale dopo aver dilapidato un buon vantaggio. Questione di tempo, perché i risultati ci sono e lasciano ben sperare non solo per l’immediato futuro, ma anche per gli anni post olimpici.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

1 Commento

  1. Francesco Caligaris

    20 Gennaio 2015 at 12:23

    Abbiamo subito corretto, grazie della segnalazione.

  2. MichiArdiz

    19 Gennaio 2015 at 19:26

    Ci riprovo…
    L’Italia è stata battuta in finale dagli USA, non dalla Russia!
    La Russia è tds n.2 e l’Italia tds n.1: già da questo si capisce che è impossibile che si incontrino in semifinale.
    Giusto per dimostrare la cosa riporto il tabellone ufficiale con i risultati della gara: http://fie.org/competitions/2015/824/results/table?suitTable=SuiteTab_A&table=1

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