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Sci alpino: l’urlo di Gross e il freddo Khoroshilov

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Lo sport regala emozioni, è un dato di fatto. Tanto tra gli atleti quanto tra i tifosi, però, le stesse vengono vissute in modo alquanto differenti: c’è chi si scatena e si lascia andare alla meritata gioia per un ottimo risultato, e chi reagisce allo stesso con impassibilità, quasi con freddezza.

Ecco, Stefano Gross e Alexander Khoroshilov, le due facce della spettacolare night race di Schladming, sono esattamente all’opposto. Il nostro Sabo, che è tornato in questo magnifico gennaio a ruggire con tre podi nelle ultime quattro gare, non nasconde mai la sua felicità: non lo ho fatto ieri sera in Austria, non lo ho fatto ad Adelboden, giornata di un’altra splendida rimonta terminata col primo successo della carriera. Urla, salti dal leader’s corner al parterre, sorrisi: Gross vive appieno ogni momento dopo una manche. Già, le manche di Gross: un tantino controllata la prima, soprattutto nell’ultimo settore; eccellente la seconda, in particolare con un numero da circo sull’ultima porta, ad un millimetro dall’inforcata. E poi la gioia, appunto, perché un podio nel “Mondiale” dello slalom è e deve essere motivo di gioia.

Khoroshilov no. Altra cultura, si dirà: i russi tendenzialmente lasciano trasparire meno emozioni rispetto ai “mediterranei”. Impressionante il suo viso glaciale, costantemente glaciale, in particolar modo nei lunghissimi momenti all’angolo del leader nella prima manche e poi sul podio, quando di solito si scatena la festa. Se poi consideriamo che si trattava del suo primo successo in carriera, il primo della Russia post sovietica, oltretutto nel tempio dello slalom….comunque, sorvolando sulla sua reazione, la prestazione di Khoroshilov non è del tutto sorprendente, anche se nessuno avrebbe scommesso su una sua vittoria con tale margine. Si tratta di un ragazzo nato combinatista – come molti dei paesi sciisticamente “poveri” di talento – e via via specializzatosi nello slalom, con una crescita sensibile nelle ultime due stagioni. Tecnicamente, è uno degli atleti meglio impostati, che sembra correre meno rischi durante il gesto: Paolo De Chiesa, in telecronaca, fa risalire tale particolarità ad una straordinaria reattività neuromuscolare, e forse è proprio il fisico il segreto del russo. Il russo glaciale, appunto. 

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foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

7 Commenti

1 Commento

  1. Al

    1 Febbraio 2015 at 20:16

    Premesso che mi va bene quanto avete scritto in risposta al mio commento, e che non bisogna farne una questione di Stato, due precisazioni per chiarezza.
    Uno, trovatemi un francese che esulta dicendo “wunderbar” o un tedesco che sul podio dice “andiamo”. Se vogliamo definirci potenza dello sport, a parte questi anni di difficoltà, dobbiamo esserlo, non solo dirlo. Che siano i tifosi di tutto il mondo a scoprire la musicalità della parola “andiamo”.
    Due, tenete presente che io ho notato questo vamos perché *ripetuto* più volte in camera, appunto sembrava che l’atleta stesse evitando volontariamente di usare la sua lingua…

  2. Luca46

    31 Gennaio 2015 at 09:59

    Più che la compostezza nel leader corner mi ha stupefatto la compostezza nella seconda manches. Nello slalom è usuale vedere prime manches eccezionali abbinate a seconde manches disastrose soprattutto per quegli atleti che non sono ne Hirscher ne Tomba. Abbiamo per esempio nel precedente slalom un Thaler che sembrava imbalsamato e un Dopfer sceso con la paura di sbagliare o con troppo controllo. Khoroshilov invece dal punto emotivo non ha avuto danni. Forse gli ha giovato la sconfitta di Dopfer, magari ha pensato piuttosto che perdere così preferisco uscire senza rimpianti. Secondo me ha solo leggermente alzato il piede dall’acceleratore in alcuni tratti ma per il resto ha fatto la sua manches. Comunque sia penso che Gross abbia più talento di Khoroshilov. Spesso atleti che hanno dei boom improvvisi poi si dissolvono allo stesso modo.

  3. ale sandro

    29 Gennaio 2015 at 23:49

    Interessante confronto tra i due che con Hargin sono forse la novità ad altissimo livello dello slalom speciale maschile di questo momento,intendendo proprio come continuità e gare spettacolari, tolti ovviamente i ‘mammasantissima’ Neureuther e Hirscher. Diversi a fine gara ma diversi anche come interpretazione delle manche stesse a mio modo di vedere. L’azzurro più aggressivo ,con una sciata che mi dà la percezione di prendersi tantissimi rischi, a differenza degli anni passati dove spesso molto raramente si manteneva con questa costanza ,non solo per due manche ,ma anche all’interno della singola prova. Il russo Khoroshilov non è mai stato male, ma sicuramente negli ultimi anni ha migliorato in modo esponenziale riuscendo a mantenere alte velocità e rapidità di esecuzione una compostezza che mi ha fatto impressione l’altro giorno. E sta dimostrando la sua completezza praticamente su qualsiasi tipo di pendio e tracciatura. Non so di preciso se e cosa sia cambiato negli ultimi anni per lui, forse la presenza di collaboratori e tecnici stranieri intorno alla federazione russa, magari anche per quanto riguarda i materiali, gli hanno permesso di poter fare un notevole salto di qualità, sempre costante. In ogni caso tanto di cappello perchè imporsi così a Schladming è semplicemente fantastico, così come riuscire a salire sul podio in una gara del genere ,una classica dello sci mondiale.
    Sul modo di esultare, è vero mi è sembrato freddo, ma secondo me ho come la sensazione che un po’ (tanto) fosse pure emozionato, subito dopo le congratulazioni ricevute dal tedesco la cosa mi è parsa evidente, quasi non ci credesse nemmeno lui, ed è anche comprensibile. Così come trovo comprensibile la reazione di Gross che è un mese che non sta nella pelle(dopo tre risultati del genere,così importanti per la sua specialità, qualsiasi sportivo a parità di contesto sarebbe in quella situazione), e se ci fosse un microfono attaccato al pannello del leader ne sentiremo di boiate 😀 (si scherza eh…mica tanto). Preferisco vederlo così che quasi scoraggiato come accadeva a volte in passato, magari non si saprà mai ma credo che abbia molto lavorato a livello mentale (tecnicamente è sempre stato validissimo secondo me), di concentrazione e determinazione ,per poter dare ancora di più nei momenti decisivi mantenendosi lucido.
    Il ‘vamos’ alla telecamera mi ricorda i tanti ‘vamos’ della Errani in ogni partita, che scappano ogni tanto pure in Fed Cup. Non ci ho trovato mai nulla di male, e penso che c’entri poco l’allenatore spagnolo o l’ammirazione per Nadal, lei si trova bene a (s)caricarsi così..felice io perchè vuol dire che si è vinto un’altro “15” importante. Grande tristezza mi fecero e mi fanno tanti commenti negativi nei suoi confronti in blog e forum che parlano di tennis,anche per questo genere di esultanza oltre ad altri motivi non tennistici, perchè mi è sempre sembrato un badare poco al sodo, e cioè alla partita, o alla gara nel caso di altri sportivi. Personalmente non vedo nemmeno un problema di “marketing” per il tennis femminile azzurro e l’interesse che può destare, così come analogamente lo sci e i suoi appassionati non diminuiranno secondo me di numero per le esultanze strane di Gross, anzi non mi sorprenderei se a forza di podi e qualche vittoria comparisse qualche cartello con su scritto ‘vamos’ Stefano. Per l’italiano medio conta solo vincere o andare a podio, allora sì che ci si interessa a uno sport in blocco, ecco perchè Tomba ( e gli altri campioni) potè(rono) trascinare in questo modo il paese verso gli sport della neve. Se le “guasconate” di Alberto fossero rimaste prive di vittorie a quei livelli e quantità,dubito che l’impattò sarebbe potuto essere lo stesso.

  4. Al

    28 Gennaio 2015 at 09:54

    A proposito di esultanza, qualcuno mi spiega perché Gross continuava a ripetere nella telecamera “vamos”? Ha problemi con l’italiano?

    • Marco Regazzoni

      28 Gennaio 2015 at 12:11

      Penso sia semplicemente il suo motto, non ne conosco la ragione ma sinceramente non me ne faccio un problema. 😉

      • Al

        29 Gennaio 2015 at 12:41

        Un problema no sicuramente, finché arriva tra i primi ha ragione lui. Diciamo che un atleta che snobba il suo retroterra culturale sarà difficile che appassioni, come faceva ad esempio Tomba. Vorrà dire che lo tiferanno gli spagnoli. 🙂

    • Luca46

      31 Gennaio 2015 at 09:51

      E’ solo un esclamazione. Diverse persone la usano anche in competizioni dilettantistiche. Pure a me a volte capita di dirlo senza saperne il motivo. Non ci farei troppo caso.

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