Sci di fondo

Tour de Ski 2015, due gare al termine: lotta a quattro tra gli uomini, Bjoergen per riempire il vuoto

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La quiete prima della tempesta. Il Tour de Ski vive il suo secondo e ultimo giorno di riposo prima delle due tappe conclusive in Val di Fiemme, dove sono previste una mass start di 15km in tecnica classica a Lago di Tesero e l’ormai consueta chiusura con la scalata del Cermis, i 9km infernali che conducono ai 400 punti in palio per chi scollinerà per primo.

Se tra le donne, di fatto, i discorsi sono chiusi, la lotta al maschile si prospetta estremamente avvincente per quanto dimostrato finora, con quattro atleti capaci di accumulare un distacco importante sul resto del parterre. Con tutta probabilità, infatti, saranno Petter Northug, Calle Halfvarsson, Martin Johnsrud Sundby e Evgeniy Belov a giocarsi la vittoria finale, in virtù del vantaggio di quasi due minuti del quarto (Belov) sul quinto in classifica, giunto a quasi due minuti dopo l’inseguimento di ieri. Attualmente, il pluri-campione olimpico norvegese ha fatto valere l’evidente superiorità nelle volate e ha conservato il pettorale di leader con 7″ su Halfvarsson, 12″ su Sundby e 17″ su Belov, ma Northug ha già dimostrato in passato di patire oltremodo il Cermis, tant’è che si è sempre dovuto accontentare di un piazzamento nella graduatoria finale. E appare improbabile, visto l’andamento delle recenti gare e le proprie caratteristiche, che il norvegese possa tentare una fuga nella mass start per accumulare vantaggio. La 15km di domani, peraltro, potrebbe non smuovere gli attuali equilibri tra i primi quattro, per la grande competitività dimostrata da tutti i protagonisti. D’altronde, Halfvarsson e Sundby (così come Northug) non sono mai usciti dalla Top 10 finora, confermando di essere fondisti a 360 gradi, mentre Belov ha ‘steccato’ soltanto l’inseguimento di Oberstdorf, dove ha concluso al 14° posto. Proprio il russo è la grande sorpresa del Tour de Ski 2015, vuoi perché fino a questo momento era rimasto sempre all’ombra dei vari Legkov, Vylegzhanin e Chernousov, vuoi perché si tratta del primo Tour portato fino in fondo dal 24enne. Anche per questo, sul Cermis il russo rappresenterà la grande incognita, mentre l’unica certezza porta il nome di Martin Johnsrud Sundby, a conti fatti ancora il vero favorito della rassegna per efficacia, solidità ed intelligenza tattica. Certo, Halfvarsson ha messo in mostra una straordinaria condizione fisica, ma l’impressione è che lo svedese sia ancora un passo indietro al campione in carica, come dimostrano anche i tanti piazzamenti a cui si è dovuto accontentare il talentuoso scandinavo.

Alle spalle dei vari Dyrahug, Harvey e Cologna, distanti dal quartetto di testa, spunta in 12esima posizione l’unico azzurro in grado di battagliare per un piazzamento nella Top 10 sul Cermis. Roland Clara, dopo un inizio di stagione difficile, ha lanciato segnali confortanti fin da subito, confermati poi in tecnica libera e nelle gare a lui più congeniali, dove ha costruito gran parte dell’attuale classifica. E sulla scalata finale, l’altoatesino dovesse ritornare quello ammirato del 2011 (secondo miglior tempo) e del 2012 (quarto miglior tempo), allora il brunicense potrebbe anche tentare di migliorare quel quinto posto in classifica generale risalente al 2011. Cercherà di resistere in zona punti, anche se poco adatto al Cermis, Dietmar Noeckler, l’altro azzurro in zona punti in ventesima posizione. Curiosità intorno a Francesco De Fabiani, calato dopo lo splendido inseguimento di Oberstdorf e atteso alla prima volta sull’aspra salita.

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In campo femminile, come già anticipato, Marit Bjørgen ha cannibalizzato la corsa in maniera assoluta, ipotecando forse in maniera definitiva l’unico successo mancante (incredibile ma vero…) in un palmares stellare. La leggendaria fondista norvegese si è confermata una volta di più inarrivabile, vincendo cinque gare su cinque sempre con larghissimo margine sulle avversarie. Che, tra l’altro, sono solo due (norvegesi, ça va sans dire) e oltretutto anche lontanissime in classifica. Heidi Weng, in grande condizione fisica e in prospettiva probabilmente la norvegese più talentuosa, ha dimostrato di essere già al livello di Therese Johaug, tanto da scavalcarla nell’inseguimento di Dobbiaco e di portarsi in seconda posizione, a ben due minuti da Bjørgen e con un minuto di vantaggio sulla bionda connazionale. Sul Cermis, per la corona di vice-Bjørgen, sarà grande lotta. La quarta posizione, quindi la prima tra le umane, è occupata dalla svedese Emma Wiken, in grande spolvero sulla distanza e capace di tenere dietro anche la polacca Justyna Kowalczyk, ancora lontana da una condizione che le permette di contrastare lo strapotere norvegese. Nel complesso, da segnalare anche l’ottimo Tour de Ski disputato sin qui dalla Germania, capace di piazzare tre atlete nelle prime dodici con Nicole Fessel, Denise Herrmann e Stephanie Boehler (ottava, nona e dodicesima). In casa Italia, tra le tante ombre, sono apparsi dei barlumi di luce, soprattutto grazie a Gaia Vuerich nella sprint ma anche con Ilaria Debertolis, al momento in zona punti in 24esima posizione, piazzamento non impossibile da conservare (l’anno scorso fu 28esima) per la 25enne poliziotta.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Wikipedia

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