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Ciclismo su pista, Mondiali 2015: Viviani guida le speranze azzurre

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Domani si parte, domani inizia la rassegna iridata 2015 del ciclismo su pista (clicca qui per programma e orari): al velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines è tutto pronto per ospitare un Campionato del Mondo che costituisce sia l’appuntamento clou della stagione, sia un passaggio determinante in ottica Olimpiadi, aprendo di fatto la seconda metà delle qualificazioni.

Le nazioni destinate a dominare il medagliere saranno le solite: Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Germania, l’emergente (anche qui!) Colombia. L’Italia vuole però riaprire uno dei libri di storia più belli e scriverci una pagina entusiasmante, o quantomeno una più accettabile delle ultime tre edizioni dove complessivamente ha raggranellato una sola medaglia. Le carte in regola per fare bene ci sono, perché l’ultimo inverno è stato di gran lunga il più positivo da tanto tempo a questa parte: cinque medaglie agli Europei, ottime prestazioni in serie in Coppa del Mondo, oltre a riscontri altrettanto soddisfacenti in importanti challenge internazionali.

Il faro è lui: Elia Viviani, unico rappresentante della pista azzurra a Londra 2012, fresco campione europeo dell’omnium. Di questa specialità il veronese è ormai da anni uno dei migliori interpreti a livello assoluto, dunque una sua medaglia sarebbe pesantissima e al tempo stesso costituirebbe una fondamentale conferma del suo valore. Conferme, appunto: è questo che si cerca dal velocista della Sky e anche dagli altri. Ad esempio dall’inseguimento femminile, che ha compiuto letteralmente passi da gigante inverno dopo inverno sino al bronzo continentale: ripetere tale risultato su scala globale sarebbe fantastico, ma già un piazzamento poco più indietro rappresenterebbe un segnale molto significativo. Il trenino maschile, invece, ha patito più difficoltà e infatti vanta anche un ranking più difficile in chiave qualificazione olimpica: troppe volte Marco Villa è stato costretto quasi ad improvvisare, privato com’era dei suoi migliori elementi – fondamentalmente lo stesso Viviani e Coledan – per varie ragioni. In Francia la squadra sarà al completo e dunque avremo il riscontro sul reale valore del quartetto azzurro.
Altra carta importante è Simona Frapporti: anche in questo caso il podio appare difficile, però la bresciana è un’altra atleta che si è davvero migliorata moltissimo nella sua disciplina, ovvero l’omnium. Simona non ha probabilmente mai affrontato un Mondiale con una tale consapevolezza nei propri mezzi, dunque sarà molto interessante seguirla e vedere cosa riuscirà a fare in Francia. Per chiudere il cerchio con le prove olimpiche, i progressi di Francesco Ceci nel keirin sono notevoli, tanto da tenerlo ancora in corsa per la carta olimpica: i migliori della specialità restano ancora lontani, in ogni caso anche all’ascolano non mancano le possibilità di disputare un buon Mondiale.

E veniamo alle gare non olimpiche, non per questo meno importanti. Giorgia Bronzini è una campionessa dalla quale aspettarsi di tutto: nel suo infinito curriculum troviamo anche un titolo iridato nella corsa a punti (2009) e un bronzo datato 2013, appunto l’ultima medaglia italiana ai Mondiali. Nella specialità più imprevedibile, la piacentina può davvero fare grandi cose. Viviani sarà in gara persino nell’Americana, disciplina altrettanto imprevedibile, in coppia con Marco Coledan; Liam Bertazzo sarà invece il rappresentante azzurro nella corsa a punti, mentre Francesco Ceci disputerà anche il km da femo. Il già citato Coledan, perno dell’inseguimento a squadre, può dire la sua in quello individuale, dove ha saputo vincere in Coppa del Mondo: sua omologa femminile sarà l’esperta Silvia Valsecchi, elemento inamovibile del brillante trenino di Salvoldi, mentre Alex Buttazzoni ed Annalisa Cucinotta ci proveranno nello scratch, con Maria Giulia Confalonieri, infine, a caccia di gloria nella corsa a punti femminile nella quale ha conquistato più di una medaglia a livello giovanile. Tutte queste discipline, essendo uscite dal programma della Coppa del Mondo, presentano minori termini di paragone e risultano dunque più difficili da presentare prima di un grande evento, anche perché nelle varie competizioni internazionali il livello globale dei partecipanti è sempre stato molto altalenante.

In ogni caso, sommando specialità olimpiche e non, il quadro appare promettente per l’Italia, o quantomeno la possibilità di invertire il negativo trend delle ultime edizioni appare davvero alla portata.

foto: pagina Facebook Team Sky

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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