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Combinata nordica, Mondiali: Italia, tutto o quasi su una gara

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Quattro gare iridate, una – le prima – nella quale riporre il 90% delle speranze azzurre di medaglia: l’Italia della combinata nordica si presenta a Falun con la consapevolezza di non aver vissuto la stagione più esaltante, ma al tempo stesso di avere comunque almeno una carta importante da giocare.

Venerdì 20 febbraio, ovvero tra tre giorni, ecco l’asso: Alessandro Pittin può andare a caccia di un risultato pesante nella Gundersen dal trampolino piccolo. Come ripetiamo da anni, il salto fa la differenza: le doti del carnico sugli sci stretti lo rendono uno dei due o tre fondisti migliori del circuito, ma questa abilità può essere concretizzata solo con un salto ipotizzabile nelle prime 20-25 misure. Più indietro diventa difficile recuperare, anche perché il livello di competitività è davvero molto alto. Dalla Gundersen dal grande trampolino, dalla team sprint (sempre su large hill) e dalla gara a squadre (dal piccolo) possono venire fuori risultati interessanti, però la carta più significativa per centrare una medaglia resta appunto quella di Pittin nella prima gara del programma iridato.

Per quanto riguarda gli altri azzurri, Samuel Costa rappresenta sicuramente il saltatore più efficace: nel secondo segmento di gara a volte fatica a carburare, però nel complesso è sensibilmente migliorato rispetto ad un paio di stagioni fa, anche se recentemente non è stato al top della forma per via di un attacco influenzale. Lukas Runggaldier, al contrario, ha nel salto il proprio punto debole e nel fondo la capacità di girare sui livelli di Pittin: ovviamente, il suo Mondiale passa da una posizione accettabile, dunque abbastanza distante dal fondo della graduatoria, nel trampolino. Armin Bauer ha dato un segnale importantissimo in Val di Fiemme chiudendo all’ottavo posto nella prima Gundersen dal grande trampolino: come per Pittin e L. Runggaldier, le speranze di conseguire un piazzamento prestigioso passano da un salto nel quale tutto deve filare liscio. Infine Mattia Runggaldier: sebbene appaia ancora lontano dal ragazzo capace di diventare campione del mondo junior, nell’ultima apparizione in Coppa del Mondo non ha sfigurato, dunque Jochen Strobl ha voluto dargli fiducia. Un’occasione senz’altro da cogliere sia per accumulare esperienza, sia magari per levarsi un’importante soddisfazione personale.

foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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