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Oltre Cinquecerchi
Football Americano, SuperBowl 2015 – Trionfo di New England! Leggenda Brady, show Katy Perry
A Phoenix (Arizona, USA) i New England Patriots vincono il XLIX SuperBowl di football americano sconfiggendo i Seattle Seahawks per 28-24. I ragazzi di Bill Belichick conquistano così il quarto titolo della loro storia dopo quelli del 2001, 2003 e 2004.
Tom Brady è sempre più nella leggenda di questo sport: quarto SuperBowl conquistato anche per lui (sempre con la stessa casacca, alla sesta finale come mai nessun’altro), ancora da autentico protagonista risolutore, sempre più da numero 1 all-time del football, capace di strappare altri due record (13 passaggi da touch down nella finalissima e maggior numero di passaggi completi nella partita decisiva). Per uno che era solo la 199esima scelta! Altra lezione di vita dal mondo stelle e strisce.
Vendetta è fatta: in questo stadio, dove perse il SuperBowl del 2007 quando i Patriots era vicini alla stagione perfetta (titolo da imbattuti), oggi è sempre Tom Brady il Re.
Seattle Seahawks, Campione in carica, fallisce il back-to-back e perde così il secondo SuperBowl della sua storia dopo quello del 2005.
Una partita equilibratissima nella prima metà, spezzata poi nel terzo quarto, riaperta negli ultimi otto minuti per un finale in rimonta davvero da cardiopalma e degno dell’atto conclusivo del Campionato del Mondo (in fondo questo è…).
Spettacolo di elevatissima fattura in una dimostrazione di civiltà sportiva che non ha eguali in tutto il Pianeta. Per quattro ore, una volta all’anno, nella prima domenica di febbraio, un’intera Nazione si unisce per questo evento. Non è solo una partita, il SuperBowl trascende lo sport, è semplicemente il simbolo di un’identità che unisce oltre 300 milioni di persone da Est a Ovest.
Un autentico show che ha due capisaldi prima del kick-off: America (quest’anno cantata da John Legend direttamente al pianoforte) e l’inno nazionale (vocalizzato da Dina Menzel). Poi ci sono gli spot pubblicitari strapagati, le lunghe pause e il concertone di metà partita: Katy Perry, accompagnata da Lenny Kravitz e Missy Elliott, ha incantano i 100mila presenti (biglietti a peso d’oro) e tutti i telespettatori in giro per il Mondo.
La cantante l’aveva promesso: “i palloni saranno pure sgonfi (riferendosi alla polemica dopo la finale di Conference, ndr), ma io non mi sgonfierò”. La battuta a doppio senso, riferita alle sue graziose forme, non è passata inosservata e ha aumentato ancora maggiormente l’attesa sulla sua performance.
Si è presentata su una sorta di tigre meccanica, vestita in un fiammeggiante abitino giallo-rosso, per la hit “Roar”, adattissima al contesto. Ha poi danzato su una scacchiera a effetto mobile. Duello poi con Kravitz per “I Kissed a Girl”: lui magnifico alla chitarra, bravo a intonare in un gustoso schiena contro schiena.
Coreografia balneare e cambio d’abito velocissimo: vestitino con canottierina multicolor da spiaggia, danza con un paio di squaletti e con alcune palme, mentre scalda l’ambiente. E su “California Gurls” canta insieme al pubblico. Si cambia ancora, veste una lunga t-shirt nera classica da football con numero #49 e via col repertorio “rap”.
Il guardaroba è infinito, veste un lungo bianco argentato con stelline e una gamba nuda, una cometa la solleva in aria e la porta in giro per l’Arena. Il pubblico è festante sull’emozionante “Firework”, spettacolo di fuochi d’artificio a chiusura di una delle performance più sofisticate, intense e spettacolari delle ultime stagioni.
Il quarto d’apertura è di puro studio. Le due formazioni cercando di capire la difesa degli avversari, allargano molto il gioco più che spingerlo in profondità. New England va a nozze con questa tattica, ma c’è solo una seria occasione per sbloccare il risultato: a 100 secondi dalla fine, Tom Brady prova il passaggio risolutore in end zone a una decina di yarde dall’obiettivo ma viene intercettato alla grande da Seattle. 0-0 dopo i primi 15 minuti di gioco e le due squadre mantengono la tradizione: in tutti i loro SuperBowl giocati, entrambe non sono mai riuscite a segnare nel primo quarto.
Il primo drive di New England nel secondo quarto è quello vincente. Tom Brady è ispirato e mette in moto tutti i suoi attaccanti. L’avanzata è lenta ma prolificata. Si avvicina poi a una quindicina di yarde dalla end zone e lì sembra sfondare: primo un passaggio lungo ma la presa sfugge, poi un’invenzione di Edelmann che corre lungo e sul lancio successivo Brady pesca LaFell direttamente in end zone. A 9’47’’ da metà partita, arrivano i primi punti del XLIX e sono per i Patriots (7-0).
Seattle fatica a costruire gioco e non riesce a completare nemmeno il primo 1st & 10 del primo drive post marcatura. La sfida sembra trascinarsi stancamente all’intervallo, ma Wilson decide di battere un colpo e fa capire che c’è anche lui in questa partita.
Il quarterback di Seattle pesca Matthews a circa 40 yards di distanza. Numero da mastro autentico, i Campioni in carica si sbloccano e, sul 1st&10 successivo partito da 11 yarde dall’end zone, Lynch si inventa il touch down bucando la difesa avversaria: 7-7 a 2’16’’ dall’intervallo. La sfida è equilibratissima e più viva che mai, il risultato sembra non sbloccarsi ulteriormente.
Ma quando mancano solo 31’’ al concertone di Katy Perry, Tom Brady si inventa un’altra magia, lancia lunghissimo per lo sprinter Gronkowski rimasto troppo oscurato per quasi due quarti interi e regala il 14-7 a New England. Undicesimo passaggio da touch down in un SuperBowl nella carriera di Brady, altri numeri da record con cui eguaglia il suo mito Montana.
Finita qui? Macché. Per giocare gli ultimi 30 secondi ci vogliono circa 7 minuti, tra yellow flag e time-out, e Seattle trova il pareggio a 2’’ dall’intervallo! Wilson regala un cioccolatino a Matthews direttamente in end-zone per il 14-14. Dopo mezzora di gioco è tutto da rifare.
Nel terzo quarto i Seattle realizzano il primo strappo del SuperBowl. Il primo drive regala un emozionante lancio di Wilson: 45 yards direttamente nelle mani di Matthews e, sul down successivo, si risolve con un calcio da 3 punti a 11’09’’ dal termine del periodo.
I Patriots non riescono a produrre una serie reazione e Tom Brady viene intercettato per la seconda volta nel match: a 8’07’’ un suo lancio è troppo fianco e viene acciuffato circa a metà campo.
Seattle fiuta la possibilità dell’allungo e la concretizza. Il quarterback Wilson vede un buco nella difesa avversaria e si rende protagonista di una bella corsa da una quindicina di yards; sul successivo down ispira Lynch che infila i Patriots come il burro. A quattro yarde dall’end zone, Wilson trova un semplice passaggio per il liberissimo Baldwin che piazza il 24-14. È il massimo vantaggio di giornata, a 4’54’’ dal termine del periodo: solo due volte nella storia si è rimontato un gap di questa importante in un SuperBowl.
New England è in grandissima confusione, Brady è in affanno. Il drive successivo alla terza marcatura di Seattle si trascina fino al 4th e così il miglio quarterback della storia è costretto a un lungo calcio. Seattle difende che è una meraviglia e non a caso hanno uno dei migliori reparti arretrati di tutti i tempi (lo dicono le statistiche). 24-14 a 15 minuti dalla fine del SuperBowl.
La prima parte dell’ultimo quarto non regala emozioni, Seattle controlla e sembra a un passo dal successo. Non hanno però fatto i conti con l’infinito Brady che duetta benissimo con Edelman: un bel passaggio dritto per dritto di una ventina di yards, poi il ricevitore avanza ancora. E sul down successivo Brady trova Amendola in end zone per il 21-24 quando mancano ancora 7’55’’ alla conclusione.
I Seahawks iniziano ad avere il braccino e il primo drive finisce praticamente subito, consumando anche troppo poco cronometro (un minuto).
E nel momento più complicato della stagione salta fuori tutta la classe di Tom Brady. I Patriots risalgono il campo lentamente, yards dopo yards, con una costruzione di gioco complessa e ben studiata. Non forzano corse o lanci lunghi, ma sono concreti. Arrivano a un passo dall’end zone, Brady deve semplicemente appoggiare per Edelman che diventa l’eroe della serata insieme al suo quarterback.
Mancano due minuti. Seattle ci prova, si butta in attacco e arriva a 2 yards dal touch down che consegnerebbe loro il SuperBowl. A WIlson non riesce il passaggio finale a 20’’ dalla fine. Chiamata arbitrale molto dubbia, intercetto o no? Le incertezze sono tante, ma è palla New England! C’è spazio per una piccola rissa, prima della festa Patriots!