MotoGP
Motogp: non solo Rossi. Ducati, segnali di risveglio e simbolo dell’italianità
Da quando è cominciata l’avventura dei titoli mondiali vinti nel lontano 1996, Valentino Rossi è diventato il vero e proprio catalizzatore mediatico delle due ruote in Italia, mettendo in ombra tutto e tutti. La forza dei risultati di Valentino ha avuto lo stesso effetto “alone” che ebbe, negli anni 80-90, Alberto Tomba con lo sci alpino. Personaggio istrionico, estroverso, Rossi ha sempre valorizzato, con grandi qualità comunicative, le proprie vittorie diventate leggenda agli occhi di molti, attirando l’attenzione di un folto pubblico che, prima di lui, seguiva poco o nulla le due ruote.
In un certo qual senso, ha portato ad una sorta di assuefazione mediatica in cui, ad esempio, lo sfortunato Marco Simoncelli, scomparso tragicamente nel Gp della Malesia del 2011, ha avuto delle luci più per la sua fine prematura che per i risultati ottenuti precedentemente. Quanti dei “tifosi della domenica” ricordano le vittorie di Valentino? E quanti, invece, la vittoria del titolo iridato di Ducati con Casey Stoner? Domande retoriche, ovviamente, anche perchè, come avviene spesso in Italia, ci si è divisi in campanilismi tra “Ducatisti” e “Rossisti” senza considerare che entrambi hanno contribuito a rendere onore all’immagine del nostro Paese.
Concetti che porterebbero ad una lunga discussione che, gioco del destino, hanno visto la non fortunata esperienza del 46 a bordo della Rossa nelle stagioni 2011-2012. Polemiche a non finire che hanno messo in crisi l’immagine di Valentino e il lavoro della casa di Borgo Panigale. Dopo anni di difficoltà e il titolo targato 2007 sempre più lontano ricordo, la Ducati sembra aver ritrovato il filo del discorso interrotto.
Già nella passata stagione infatti, grazie all’ottimo lavoro di Andrea Dovizioso e sfruttando abilmente il regolamento, il team gestito dall’ingegnere Luigi Dall’Igna ha potuto testare privatamente il proprio materiale tecnico e migliorare di gara in gara le prestazioni velocistiche. Nei test a Sepang che si sono appena conclusi, in questo assaggio di 2015, la Ducati si è mostrata all’altezza della situazione, su un circuito che spesso non è stato molto favorevole. La strada tracciata da Dall’Igna e anche dal managament Audi ha conferito chiarezza nel progetto e continuità, cosa che si era completamente smarrita ai tempi di Rossi. Un po’ come sta accadendo in Ferrari, il fare gruppo sta portando ai risultati sperati anche se è ancora presto per pronunciarsi in modo così positivo.
Comunque le prove in Malesia, con una moto laboratorio, hanno evidenziato le migliorie descritte ed è lecito aspettarsi novità confortanti sia per quanto concerne Andrea Dovizioso che Andrea Iannone. Non c’è solo Valentino Rossi nella classe regina ma anche un marchio italiano che, con coraggio, sfida i colossi giapponesi, cercando di rappresentarci ai massimi livelli.
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Immagine: Wikipedia
giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com