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Sei Nazioni, la potenza inglese sotterra il coraggio azzurro: una buona Italia abbattuta a Twickenham

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Un inizio da sogno, poi il diesel Inghilterra carbura e annichilisce un’Italia positiva e volitiva per gran parte del match, capace di impensierire a più riprese i padroni di casa a Twickenham ma incapace di resistere per più di un’ora all’aggressività e allo strapotere fisico dei sudditi di Sua Maestà, come già successo all’Olimpico contro l’Irlanda. Coraggio e progressi si sono visti tutti e, di fatto, forse il passivo del 47-17 conclusivo è davvero fin troppo pesante per la Banda Brunel, a cui sono mancati però anche tanti punti al piede da un Haimona da 0/4 dalla piazzola.

I primi minuti sono nuovamente da incubo in touche, con due rubate su due per gli inglesi. Alla prima a favore dei padroni di casa, però, è Bortolami a rubarla e dalla propria metà campo gli azzurri si mettono in moto con una grande azione corale. Morisi trova l’intervallo giusto al largo e arriva fin dentro i 22 dei Leoni, Gori organizza bene e premia la superiorità sul lato corto, dove Sarto serve con i giri contati capitan Sergio Parisse per un’inaspettata meta al 4′ (Haimona non converte) che ammutolisce Twickenham. L’Inghilterra appare bloccata e l’Italia ne approfitta. Le cariche ospiti erodono la difesa inglese, Haimona inventa uno splendido calcetto a scavalcare Masi e gli azzurri arrivano nei 5 metri, ma un in avanti vanifica tutto. Nella stessa azione, da segnalare il duro colpo alla testa subito da Brown, a lungo a terra prima di essere portato fuori in barella. Alla ripresa, gli inglesi sono più propositivi e un buco di Joseph consente ai suoi di bussare per la prima volta. L’Italia, però, difende bene avanzamento e Biagi intercetta anche un passaggio di Youngs, ma non concretizza. Nei punti d’incontro, tuttavia, Robshaw&co. riescono ad essere maggiormente aggressivi e guadagnano un calcio di punizione al 20′, trasformato da George Ford. Restart, altra ondata inglese, altro fallo italiano in ruck e touche sui 5 metri azzurri al 23′, per l’episodio più controverso del match. Billy Vunipola viene imbracato da Gori, Ugo esce dal campo ma a contatto con il pallone e l’inglese, nel frattempo, riesce ugualmente a schiacciare in meta. Da regolamento, marcatura da annullare. Il TMO non è dello stesso avviso e la assegna tra mille dubbi. Tre minuti e gli inglesi raddoppiano e questa volta non serve la moviola, visto che Jonathan Joseph rompe il placcaggio di Haimona a metà campo e vola in meta (15-5). La reazione azzurra non si fa attendere, ma lo stesso Haimona sbaglia due fondamentali (uno da metà campo) piazzati in pochi minuti. L’Italia, inoltre, continua ad essere fin troppo indisciplinata e solo un grande cuore riesce a sventare una maul inglese sui 5 metri al 39′, con cui si chiude il tempo.

L’Inghilterra parte subito forte nel secondo tempo, Vunipola e i carrier inglesi cercano di creare scompiglio nella difesa e vi riescono a tratti, ma senza affondare sensibilmente. Nel breakdown, però, i padroni di casa fanno la voce grossa e costringono Minto al fallo, per il 18-5 di Ford dalla piazzola. Gli inglesi sembrano aver trovato l’abbrivio giusto per mettere sotto con continuità gli azzurri, ma in un momento difficile è McLean a togliere pressione con una bella presa al volo. E’ Sarto, poi, a scavalcare la difesa inglese e a portare l’azione nella metà campo avversaria. La trasmissione al largo è precisa e puntuale e Luca Morisi si infila perfettamente in mezzo alle maglie della difesa inglese, per uno splendido break di trenta metri che vale il 18-10 (49′). Haimona, però, conferma di essere in giornata no al piede e sbaglia ancora. Dal canto loro, i sudditi di Sua Maestà si rimettono subito sul piede avanzante e in un amen sono già nei 22 italiani, a far sentire tutto il peso del loro pack, che domina per larga parte in mischia. Proprio al termine di un ingaggio sui 5 metri, Ben Youngs gioca velocemente e beffa tutti con la terza meta inglese per il 25-10. Ford, poco dopo, ha anche l’occasione di mettere altri tre punti e non sbaglia. All’ora di gioco, poi, deliziosa giocata dell’apertura inglese che libera Joseph con una grande finta e manda in meta il centro di Bath. E’ il colpo di grazie per la Banda Brunel, che molla la presa e consente anche a Danny Cipriani di partecipare alla festa per la quinta meta inglese, al 63′ (42-10). Azzurri che ci provano, si portano sui 5 metri inglesi ma perdono un altro possesso. Inglesi ben più cinici e al 68′ una maul devastante porta in meta il veterano Nick Easter per il 47-10. Gli ultimi minuti, però, sono tutti targati Italia, che trova buone risposte dalla prima linea di riserve e dalla verve dei nuovi entrati. Bisegni, all’esordio, trova un ottimo buco nella difesa inglese e favorisce la corsa di Morisi al largo, che resta in campo e fa doppietta per il 47-17.

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