Rugby

Sei Nazioni 2015, a Twickenham Davide contro Golia: Italia, saprai ritrovarti?

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La squadra che più ha impressionato contro quella maggiormente in difficoltà sotto tutti gli aspetti. Visto così, il match di Twickenham potrebbe rivelarsi una mera formalità per l’Inghilterra, lanciatissima nella corsa alla vittoria finale del Sei Nazioni e in larga parte dominante contro il Galles. Nel rugby, d’altronde, non si inventa nulla, ma sarà proprio il compito a cui è chiamata l’Italia, per non sprofondare ulteriormente dopo l’impotenza dimostrata nell’esordio dell’Olimpico contro l’Irlanda. Magari sull’onda di quella sfida del 2013…

L’ultimo ricordo degli azzurri nel tempio inglese della palla ovale, del resto, è di quelli indelebili. Arrivò una sconfitta, certo, ma anche la più bella prestazione dell’ultimo lustro e della gestione Brunel, mai più ripetuta nei due anni successivi. Intensità, determinazione, intraprendenza e alcuna paura di giocare a viso aperto contro la squadra più forte d’Europa, con il relativo silenzio di Twickenham ad accompagnare ogni azione degli italiani. Sembra essere passata quasi un’eternità, data la grave involuzione a cui è andata incontro l’Italrugby dal termine di quel Torneo, eppure il mese di novembre sembrava aver ridato quell’impronta ad un gruppo finalmente unito e coeso, ben amalgamato tra senatori e nouvelle vague. Speranze rese vane da un’Irlanda capace di appiattire gli azzurri pigiando al minimo il piede sull’acceleratore, imbrigliando una nazionale confusa e disordinata con un gameplan semplice ma maledettamente efficace. Quello che, di fatto, non è riuscito ad adottare Brunel, anche a causa di un’evidente difficoltà ad imporsi nelle fasi di conquista e nei punti d’incontro.

E se la mischia e la touche hanno sofferto non poco al cospetto dei Verdi, la situazione potrebbe complicarsi notevolmente contro il pack più forte del Vecchio Continente, capace di alzare a livelli elevatissimi l’intensità nel breakdown e delle collisioni nonché di sfruttare al meglio ogni singola fase statica. L’ingresso di Bortolami nel XV iniziale potrebbe garantire una certa stabilità in rimessa laterale, ma l’altra faccia della medaglia invece non promette nulla di buono, alla luce degli infortuni di Zanni e Favaro e della scarsa condizione di Aguero. E gli azzurri, di fatto, non potrebbero proprio permettersi di vedere dominati i primi otto uomini ma, anzi, dovranno cercare di instillare i ‘dubbi’ agli indemoniati Robshaw e Haskell proprio nella battaglia fisica. Facile a dirsi, molto (da aggiungerne a piacimento) difficile a farsi. Inutile girarci intorno, in effetti: dalla tenuta degli avanti azzurri si determinerà l’andamento del match, insieme alla capacità degli azzurri di gestire i palloni che avranno a disposizione, con l’obiettivo di mantenere maggiormente il possesso rispetto al misero 37% di una settimana fa.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Credit FotosportIT/FIR

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