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Salto con gli sci

Salto femminile, Mondiali 2015: Vogt concede il bis dopo Sochi, Iraschko spreca tutto

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Prima atleta a laurearsi campionessa olimpica, prima tedesca a vincere in Coppa del mondo e ora pure ai Mondiali. Non soffre la pressione dei grandi appuntamenti Carina Vogt, la ventitrenne di Degenfeld che ha trionfato sul normal hill di Falun. Quasi incredula alla fine della gara iridata la teutonica; seconda al termine del primo salto, la Vogt ha approfittato della debacle di Daniela Iraschko, scivolata in terza piazza con un secondo salto di 89 metri. La campionessa iridata del 2011 è stata superata anche dalla giapponese Yuki Ito, quarta al termine della prima prova e autrice di un fantastico secondo salto che le ha permesso di agguantare l’argento a poco meno di due punti dalla Vogt.

Rovina tutto con un primo salto da dimenticare invece l’altra nipponica Sara Takanashi. Continua il poco feeling con i grandi appuntamenti per la diciottenne asiatica, brava a riscattarsi nella seconda serie ma ancora una volta di legno come a Sochi 2014. Può recriminare qualcosa anche Taylor Henrich. La canadese, in netta crescita negli ultimi mesi, non è riuscita a difendere la terza piazza ottenuta al termine del primo jump, scivolando in quinta piazza a quattro decimi dalla Takanashi.

Sesta posizione per l’altra nordamericana Sarah Hendrickson. La statunitense iridata due anni fa in Val di Fiemme ha preceduto le austriache Jacqueline Seifriedsberger ed Eva Pinkelnig. Chiudono la top ten l’altra atleta a stelle e strisce Jessica Jerome e la slovena Spela Rogelj. 

Per l’Italia è arrivata la 30^ posizione di Elena Runggaldier mentre non ha superato la prima serie Evelyn Insam. 

1 VOGT Carina GER 236.9
2 ITO Yuki JPN 235.1
3 IRASCHKO-STOLZ Daniela AUT 233.8
4 TAKANASHI Sara JPN 228.3
5 HENRICH Taylor CAN 227.9
6 HENDRICKSON Sarah USA 226.4
7 SEIFRIEDSBERGER Jacqueline AUT 225.6
8 PINKELNIG Eva AUT 223.8
9 JEROME Jessica USA 219.4
10 ROGELJ Spela SLO 217.9

Foto wikipedia

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francesco.drago@olimpiazzurra.com

3 Commenti

1 Commento

  1. Francesco Duca di Modena

    22 Febbraio 2015 at 01:12

    purtroppo, alla luce delle parole della Demetz dopo il ritiro, rivederla sul trampolino è probabile quanto una nevicata nella foresta amazzonica. Ciò che le è accaduto è stato troppo grave e le responsabilità troppo generalizzate… l’hanno fatta a pezzi e non hanno nemmeno provato a rimediare o perlomeno a giustificarsi. E dico questo con la morte nel cuore.
    Per quanto riguarda la Insam, è e rimane il nostro pezzo da 90: è la più dotata e la più completa, e quando è in forma non ha niente da invidiare alle dominatrici della disciplina. Confesso che quest’anno speravo che almeno per lei le cose girassero nel verso giusto (del resto – stando a voci di corridoio – è stata proprio lei quella che ha spinto di più per la conferma di Eybert-Guillon). Invece ha deluso più di tutte.
    Davvero, speriamo che la primavera porti consiglio e che sia l’anno zero del salto femminile.

  2. Francesco Duca di Modena

    21 Febbraio 2015 at 19:43

    Credo di poter affermare apoditticamente che l’annata del salto femminile italiano sia stata un disastro, iniziata malissimo (con la demolizione di un talento come Lisa Demetz, passato troppo sotto silenzio per i miei gusti) e proseguita nella mediocrità assoluta.

    Ciò è ancor più marchiano se si osservano i risultati di Eva Pinkelnig (che si è issata al vertice della disciplina nonostante abbia cominciato a saltare all’età di 25 anni… venticinque!) e di Juliane Seyfarth (una che andava fortissimo agli albori del salto femminile, poi sprofondata nell’oblio e letteralmente risorta quest’anno). Cosa vuol dire ciò? Che nel salto c’è spazio per rinascere! Anche per la nostra Runggaldier (che non ha vinto ciò che ha vinto per caso, ed è coetanea della Seyfarth) e soprattutto per la Insam, che ha solo 21 anni e ha sfiorato successi in Coppa del Mondo e il podio ai Giochi olimpici

    In primavera dovrà però essere effettuata una seria riflessione per rilaciare il movimento, che ormai è ridotto in macerie (dal 2011 abbiamo perso – per vari motivi – tre atlete nazionali, senza un adeguato ricambio, e i risultati complessivi sono sprofondati). I passi fondamentali sono a mio avviso la defenestrazione di Julien Eybert-Guillon e la nomina di un ct all’altezza. In secundis, bisogna a tutti i costi recuperare Manuela Malsiner, inserire adeguatamente la sorella minore Lara (che ha talento, altroché se ne ha…) e scandagliare a fondo tra le altre giovani per trovare forze fresche. Magari andando di nuovo a chiamare un certo Romed Moroder…

    • ale sandro

      21 Febbraio 2015 at 21:29

      D’accordo su tutto, e spero che Lisa Demetz possa essere un giorno reintegrata che ha ancora tantissimo “da dire” dai trampolini. Ovviamente non con la situazione attuale come direzione tecnica. Purtroppo in questo paese è una costante rovinare i giocattoli quando funzionano, passare da tre saltatrici nelle prime 10-15 al mondo volendo stare larghi, alla Runggaldier unica a passare il “taglio” dopo il primo salto, il tutto nel giro di 4 anni è incredibile (pur considerando quanto di buono fatto da Insam anche l’anno passato).

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