Sci Alpino
Sci alpino, Mondiali: i pochi promossi azzurri
Su ventidue atleti italiani che hanno preso parte ai devastanti Mondiali di Vail/Beaver Creek, solo in sei meritano la sufficienza. D’altronde, lo abbiamo ripetuto anche ieri, per una serie di ragioni si è arrivati ad una bruciante disfatta peraltro non nuova sulle nevi americane: pochi, quindi, possono essere i promossi che elenchiamo di seguito…d’altronde, sarebbe troppo facile e troppo lungo elencare chi, al contrario, ha reso meno delle aspettative.
Anzitutto due gigantisti, se non altro perché loro hanno colto il risultato di squadra migliore: Roberto Nani ha chiuso al sesto posto, Florian Eisath ottavo. Il livignasco ha fatto sognare tutti con una prima manche terminata al secondo posto, ma deve ancora compiere un piccolo salto di qualità per essere da zona podio: comunque è lì, tra i migliori gigantisti del mondo indipendentemente da tracciati e condizioni della neve, come ha confermato anche nell’evento più difficile che sicuramente gli darà molta fiducia per la parte finale della stagione. Della storia di Florian Eisath, escluso dalle squadre nazionali e da lì autore della miglior stagione della carriera, ne abbiamo parlato svariate volte: vogliamo ribadire anche in questa circostanza come la sua parabola possa fungere da esempio soprattutto per tante giovani speranze che magari, accantonate da qualche scelta frettolosa, non riescono più a risalire la china. Difficilmente vedremo Florian vincere in Coppa del Mondo, ma la tenacia e la costanza che ha dimostrato in questi anni e in particolare in quest’ultima stagione meritano solamente tanti applausi.
Gli altri casi di atleti degni di nota provengono dal settore femminile. Non si può non salvare l’orgogliosissima capitana Daniela Merighetti, che ha colto l’ottavo posto in discesa libera nonostante una fresca e dolorosa operazione al viso: lei sì, può essere davvero contenta di quanto fatto. Perlomeno incoraggiante Elena Curtoni, decima in superg: chi coglie il miglior risultato della stagione al Mondiale non può essere bocciata, per quanto nel suo caso i miglioramenti da compiere nel settore scorrevolezza siano fondamentali per puntare più in alto. Discorso simile per Francesca Marsaglia: incazzata nera proprio dopo un superg girato male, Frenci ha chiuso ottava in combinata, dimostrando ottime doti anche in una disciplina tendenzialmente molto ostica per i nostri colori. Ultima citazione per Marta Bassino: non ha concluso la sua gara, è vero, ma in quella prima manche di gigante ha entusiasmato tutti e momentaneamente salvato la barca azzurra. Il talento è tanto, seppur ancora acerbo: la giovanissima piemontese ha dato così un senso alla sua convocazione, da alcuni messa in discussione, e si proietta in un futuro davvero molto promettente.
Infine, menzione particolare per un ex atleta: Paolo De Chiesa, da parecchio tempo ottima seconda voce di RaiSport. Tante volte i giornalisti della televisione nazionale, di tutti gli sport, sembrano poco propensi all’analisi critica, come se ci fosse una certa accondiscendenza nei confronti delle scelte di qualunque federazione. Paolo non è così: dal microfono, dalla sua pagina Facebook e dagli articoli su Raceskimagazine lancia decise bordate mai nel mucchio, ma sempre attente, ficcanti e mirate al bersaglio giusto. Quando c’è da elogiare, Paolo elogia: quando c’è da criticare, Paolo critica e lo fa in modo costruttivo, qualità decisamente difficile da riscontrare in Italia. Un vero esempio di giornalismo sportivo obiettivo e oggettivo.
foto: pagina Facebook Roberto Nani
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com