Sci Alpino
Sci alpino, Mondiali: un Cacciatore e un Razzo per sognare in slalom
Non sarà facile, per i quattro ragazzi in pista stasera, recitare il ruolo di salvatori della Patria. Eppure è così: l’ultima gara è lo slalom speciale maschile e su Stefano Gross, Giuliano Razzoli, Patrick Thaler e Manfred Moelgg vertono le pressioni di una nazionale che ha drammaticamente fallito l’appuntamento iridato e spera in loro per apporre una pezza, più o meno bella, all’imbarazzante zero del medagliere.
Sulla Birds of Prey, i quattro già citati dovranno ovviamente pensare a tutto meno che a questo. Dovranno pensare unicamente a loro stessi, a quanto fatto finora e in passato, ad addomesticare palo dopo palo con precisione e potenza. Si può fare, soprattutto per uno Stefano Gross che a gennaio ha vissuto il mese più bello della carriera: una vittoria, la prima di sempre, e altri due podi per far capire che il Cacciatore fassano è tra i migliori interpreti al mondo dello slalom. Lo stesso gennaio ha restituito, dopo anni di attesa, un Giuliano Razzoli (quasi) in versione olimpica: quarto ad Adelboden, quarto a Kitz, sesto a Schladming, soprattutto la sensazione di essere tornato con i top della specialità, oltretutto con una costanza invidiabile.
Sono loro i nostri assi che sfidano in primis Marcel Hirscher, ma anche Felix Neureuther, Henrik Kristofferesen e Alexander Khoroshilov, tanto per citare la prima fila dello schieramento. La pattuglia azzurra non si esaurisce tuttavia col ventottenne di Pozza di Fassa e col campione olimpico reggiano: Thaler ha rinnovato anche in questa stagione, seppur con qualche difficoltà in più, il proprio piccolo miracolo di essere costantemente competitivo nonostante l’età elevata (a marzo sono 37). Qualche uscita gli ha tolto sicurezza, ma la gara iridata è proprio quella nella quale bisogna azzardare e dare tutto, senza calcoli per arrivare alla fine…senza rimpianti. Un atteggiamento del genere deve essere anche quello di Manfred Moelgg, il più grande slalomgigantista italiano del dopo Tomba dall’alto di tre medaglie iridate e di una coppa di specialità: ha del prodigioso vederlo in gara, a così pochi mesi dalla lesione del tendine d’Achille, e quanto fatto nelle prove di gennaio è certamente incoraggiante, sebbene lo collochi ancora piuttosto lontano dalla zona del podio. Però è Manfred Moelgg e siamo convinti che ci proverà fino in fondo.
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foto: credit Fisi
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com