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Sei Nazioni 2015: Italia-Irlanda, le pagelle: quante insufficienze, flop Haimona e Aguero

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L’Italia delude nella prima partita del Sei Nazioni 2015, perdendo malamente contro i campioni in carica dell’Irlanda 3-26 all’Olimpico. Gli azzurri, di fatto, sono costretti ad una strenua difesa per tutto il match, senza riuscire mai ad impensierire sul serio degli ospiti capaci di gestire al meglio la partita. Le pagelle della Banda Brunel.

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Andrea Masi, voto 5: tutt’altro che una garanzia questa volta. L’aquilano gioca una delle peggiori partite da tempo immemore in maglia azzurra. Sempre fuori posizione nel gioco tattico, dove Murray e Keatley lo mettono in croce a più riprese nel primo tempo. Prova ad essere presente in attacco con qualche bella carica, ma senza alcun successo.

Leonardo Sarto, voto 5,5: non può essere la sua partita, vista la grande difficoltà dell’Italia nell’aprire il gioco e di alimentare le ali con palloni di qualità. Il talento delle Zebre fa ben poco comunque per farsi vedere, ma si fa trovare pronto in difesa.

Michele Campagnaro, voto 6: un po’ troppo anarchico in difesa, dove si stacca spesso dalla linea per tentare l’intercetto visti gli ottimi precedenti. Vi riesce quasi in un frangente, ma l’occasione sfuma. Dimostra comunque di essere uno degli uomini più pericolosi del lotto con la propria esplosività. Da sola, tuttavia, non basta.

Luca Morisi, voto 6: partecipa attivamente alla Resistenza del secondo tempo, fino a collezionare ben diciannove placcaggi. Fa il suo, anche se la difesa non è necessariamente il pezzo forte della casa. Inoltre, la sensazione è che sia più un 13 che un 12.

Luke McLean, voto 5: fuori fase, come Masi. E se due elementi su tre del triangolo allargato non girano, se due tra le pedine più importanti della squadra si dimostrano poco in condizione, i risultati sono quelli odierni. Il buon Luke va in difficoltà nel gioco aereo (suo punto forte) e non offre le consuete certezze. Si sveglia solo negli ultimi dieci minuti, quando serve a poco.

Kelly Haimona, voto 5: tanti, tantissimi passi indietro rispetto a novembre. Anche un po’ preventivati, viste le grandi difficoltà già palesate con la maglia delle Zebre. Difende bene, eppure manca cinque placcaggi tra cui quello sulla meta di O’Donnell. Lento e farraginosa la sua manovra offensiva, dove non riesce mai ad incidere. Lo specchio della sua partita è la confusione creata nel secondo tempo con una sua mancata liberazione al piede, quando invece era necessaria.

Edoardo Gori, voto 5: le fasi statiche non girano ma la mediana non aiuta. E Ugo purtroppo ne è il responsabile principale. Il numero 9 toscano non riesce a dare continuità alla manovra azzurra, si dimostra fin troppo disordinato e quando prova a salire di giri lo fa male, spesso e volentieri. Murray, dall’altro lato, sembra fare quasi un altro sport.

Sergio Parisse, voto 5,5: sempre al centro, sempre pronto a prendersi le proprie responsabilità e a cercare di tirare la carretta. Al solito, risulta essere uno dei più brillanti in fase offensiva, dove dimostra il suo buon momento di forma. Meno incisivo in difesa, con tre placcaggi sbagliati. Ha il merito di provare sempre a creare qualcosa.

Francesco Minto, voto 6: uno dei migliori, ma su di lui francamente non c’erano dubbi in una partita che si annunciava durissima e senza esclusione di colpi. Mette la firma su venticinque placcaggi, numero abnorme che ben racconta l’eccessivo tempo trascorso a difendere dall’Italia. Ci mette tutta la grinta e l’ignoranza possibile.

Alessandro Zanni, voto 6: partita inficiata da un infortunio (si spera niente di grave), ma il flanker friulano cerca ugualmente di tenere testa ai dirimpettai irlandesi. In parte ci riesce anche, ma spesso predica nel deserto. Sostanza e quantità da vendere.

Joshua Furno, voto 5: O’Connell e Toner gli tolgono certezze in touche e il seconda linea di Newcastle dimostra di soffrire la manifesta inferiorità in rimessa laterale. Anche nel gioco aperto, difatti, è meno reattivo ed efficiente del solito e nemmeno la sua grande mobilità riesce a farlo emergere.

George Biagi, voto 6: il seconda linea italo-scozzese non vuole far rimpiangere Geldenhuys e vi riesce, giocando una partita di grande sacrificio contornata da ben ventuno placcaggi. Cerca di far sentire la propria presenza anche nei pochi frangenti in cui l’Italia riesce ad avere il possesso.

Martin Castrogiovanni, 6: uno dei più efficienti in campo. Tiene su la mischia praticamente da solo, rendendo la vita estremamente difficile a McGrath a più riprese. Il barbuto pilone del Tolone, inoltre, si fa notare più di molti altri anche nel gioco aperto, con una buona verve ed un elevato work rate. Unica pecca: non regge più 70′, andava fatto uscire prima.

Leonardo Ghiraldini, voto 6: sarebbe il miglior azzurro in campo, ma il giallo preso nel momento più duro del match gli costa mezzo voto in meno. Si conferma, comunque, un giocatore sempre più universale e completo, presente costantemente sia in attacco che in difesa. Un perno imprescindibile per l’Italia.

Matias Aguero, voto 4,5: la scelta più discussa di Brunel si rivela un flop. D’altronde, il pilone zebrato era rimasto fuori dai campi per quasi due mesi fine novembre e gennaio. Essere catapultato di fronte alla squadra più in forma attualmente, con così poco minutaggio, è di fatto un suicidio. E Mike Ross, in mischia, ringrazia, perché domina in lungo e in largo.

Andrea Manici, voto 6: gli bastano pochi minuti per mettere in mostra tutte le proprie doti nel gioco aperto. La touche, però, è ancora da registrare.

Alberto De Marchi, voto 5,5: in mischia non è un fattore, complice anche il calo di Castro superata l’ora di gioco.

Dario Chistolini, voto 6: doveva entrare prima probabilmente, ma conferma tutto il proprio talento in mischia chiusa nei pochi ingaggi nel finale di partita.

Marco Fuser, sv

Marco Barbini, voto 6,5: non fa rimpiangere in alcun modo un gigante come Alessandro Zanni. Il talentuoso flanker trevigiano conferma tutte le proprie importanti potenzialità, nonostante fosse all’esordio in maglia azzurra e su un grande palcoscenico come l’Olimpico. Grintoso, dinamico e intelligente tatticamente. E può solo crescere.

Tommaso Allan, voto 6: sfrutta al meglio il momento in cui viene fatto entrare in campo, ovvero quando l’Irlanda tira un po’ i remi in barca. Venti minuti importanti per la talentuosa apertura, che dimostra di poter valere una maglia da titolare. Corre, attacca e mette in apprensione i difensori irlandesi.

Giovanbattista Venditti, sv

All. Jacques Brunel, voto 4,5: la bocciatura non può che essere di quelle pesanti, perché non è accettabile una difesa per oltre 70′ e un possesso talmente sterile ed inconcludente. La mischia (in parte) e la touche lo tradiscono, ma l’impressione è che non riesca ancora a tirare fuori il meglio da alcuni giocatori. Sbaglia puntando su un Aguero fuori condizione e, inoltre, sbaglia (ma non è la prima volta) il tempismo nei cambi.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Credit FotosportIT/FIR

1 Commento

  1. Luca46

    8 Febbraio 2015 at 00:10

    I voti non sono un pochino cattivi considerando la forza dell’avversario. Considerando che la 22 avversaria non l’abbiamo mai vista, difendersi per 80 con queste squadre diventa proibitivo.
    Secondo voi non era meglio calciare un po’ di più, magari fare un gioco un po’ più sporco.
    La Touche è inguardabile e non è degna di un 6 nazioni, qui Brunel credo abbia grosse colpe.

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