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Volley, Mauro Berruto: “Così riparte la mia Italia. Riscriviamo un libro”. Nuovi nomi e su Savani…

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Siamo nel pieno del campionato e mancano ancora quattro mesi al debutto delle Nazionali di volley, ma proprio ora inizia a mettersi in moto la macchina dell’Italia.

Mauro Berruto, confermato Commissario Tecnico, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport a cui ha rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti.

 

Come ricostruire una squadra che è naufragata in Polonia? “Con il lavoro, con la disponibilità incondizionata di tutti. Naturalmente cercando anche volti nuovi: la Nazionale è un libro bianco su cui scrivere i nomi migliori”.

Su Cristian Savani, ex capitano dell’Italia, il coach piemontese non smentisce le voci su un suo possibile ritorno in maglia azzurra: “Un libro da scrivere è aperto a tutti coloro i quali hanno voglia di dare un contributo totale”.

Berruto fa anche i nomi di alcune possibili novità, ragazzi che stanno ben figurando in campionato: “Simone Giannelli, Tiziano Mazzone, Gabriele Nelli, Luigi Randazzo”.

 

Il nostro CT si è poi dilungato su una corretta disamina della crisi di gioco del nostro campionato che “non attrae più i big stranieri e nemmeno i migliori esponenti italiani”.

E qui nasce l’idea per cambiare il volley italiano: “Tornare a lavorare coi giovani, riproporre il progetto che ci portò a ottenere grandi risultati alle Olimpiadi di Londra e che ha prodotto sei titoli internazionali. Così nasce il Tour in giro per l’Italia pallavolistica: voglio ripartire dal lavoro settimanale nelle palestre per ridisegnare il futuro dell’Italia”.

Dobbiamo ripartire dal bel gioco, dalla voglia di esprimere una buona pallavolo, dal riaffermare la storia sportiva di una Nazionale, della mia Nazionale, dal cercare dentro di noi la certezza di essere pronti a una disponibilità incondizionata verso un progetto condiviso da tutti e perciò di tutti”.

1 Commento

1 Commento

  1. Al

    5 Febbraio 2015 at 16:09

    Visto che si parla di ripartenze, scrivo qui la mia nazionale impossibile: Baranowicz in palleggio, Vettori opposto (quando sarà diventato più costante), Zaytsev spostato alla mano in coppia con Lanza (stessa precisazione di Vettori). Al centro l’esperienza di Birarelli e il fisico di Piano. Libero Giovi o Colaci, entrambi ottimi.
    Dato che questa squadra è sbilanciata in attacco, che secondo me è il fondamentale più importante della pallavolo moderna, teniamo Kovar come primo cambio, se la ricezione inizia a ballare.
    Sulle cose da fare a livello federale, mi sembra che la pallavolo italiana abbia soprattutto un problema di soldi, e in quest’ottica sono d’accordo con la scelta di garantire il posto in campionato alle squadre per tre anni. Certo, è bello avere ogni anno le squadre che salgono e che scendono, ma con un orizzonte triennale, i presidenti e gli sponsor possono investire cifre maggiori, perché hanno più tempo per farle fruttare. Piaccia o no, sono i soldi che tengono in vita lo sport professionistico. L’importante è mantenere sempre un bilanciamento tra l’aspetto agonistico e quello economico, e mi sembra che garantire tre anni di visibilità per invogliare gli investitori, non sia un’esagerazione.
    La pallavolo italiana ha per ora perso la leadership sportiva ma siamo ancora il movimento che più cerca di innovare, non per niente ci siamo inventati la moviola in campo (il video check) e il ruolo del “libero” si chiama così in tutto il mondo. Se abbiamo un problema di fare crescere i giovani, non capisco perché non venga riservato un posto alla nazionale di sviluppo (il Club Italia) anche nell’A2 maschile, come avviene in A2 femminile.
    Il blocco triennale, il Club Italia etc sono tutte cose che potrebbero fare anche le federazioni di altri sport che faticano a trovare soldi e visibilità.

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