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Calcio Femminile, Cyprus Cup: più luci che ombre nel quarto posto finale

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Il quarto posto finale con cui la Nazionale di Antonio Cabrini ha concluso la propria Cyprus Cup è un risultato che ha in sé più luci che ombre.

In primis, le azzurre hanno dimostrato di potersela giocare con tutte, senza temere nessuno, pur fronteggiando avversarie qualificate, come ad esempio il Canada o anche la Corea e la Scozia. Una risposta importante, dopo la cocente sconfitta contro l’Olanda nel play-off valevole per la qualificazione al Mondiale proprio in terra canadese. Le ragazze di Cabrini hanno messo in mostra, infatti,  grande personalità, nonostante il gruppo fosse molto rinnovato e non abituato a giocare insieme. Tra le giocatrici che si sono distinte nel torneo, senza dubbio Alia Guagni autrice di due reti di cui una decisiva nel confronto contro la Corea del Sud. La giocatrice di Firenze è stata una vera e propria spina nel fianco per le difese avversarie, grazie alle sue discese che spesso sono state il viatico alle marcature della truppa italiana. Sicuramente per Alia una gran bella vetrina la competizione cipriota che può rilanciare la sua candidatura, come calciatrice di riferimento, nei futuri impegni cui la Nazionale sarà impegnata.

E’ ovvio che le note dolenti sono rappresentate dalla poca esperienza di un gruppo, come detto, giovane e non con le dovute conoscenze a livello internazionale. Spesso i goal subiti, come contro il Canada o il Messico, sono frutto di cali di tensione per giocatrici non ancora psicologicamente allenate a match così qualificati. Sfortunatamente, la nostra Serie A non è una palestra sufficiente per le calciatrici italiane ed è ovvio che l’impatto in competizione internazionali è pesante. Tuttavia, il materiale umano a disposizione del ct Cabrini è apparso all’altezza della situazione e conforta per il futuro. Vero è che servirebbe una partecipazione migliore, soprattutto degli enti dirigenziali riferendoci alla FIGC, dal momento che le prestazioni del calcio femminile, nonostante le promesse di qualche mese fa, vengono osservate non con la dovuta attenzione.

Non bastano dei buoni risultati a cambiare una tradizione che ci vede ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi in Europa, in particolare sotto il profilo dell’organizzazione. Occorre che queste ragazze non vengano dimenticate perchè, anche loro, debbono essere messe nelle migliori condizioni di potersi battere, a pari livello, con avversari che da anni sposano una politica di crescita e di parità di trattamento tra calcio maschile e femminile.

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Immagine: pagina fb Sara Gama

giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

Twitter: @Giandomatrix

 

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