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Calcio, Francesco Repice in esclusiva: “Pochi italiani giocano in Serie A? Libera circolazione dei lavoratori!”

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Uno dei radiocronisti più importanti della popolare trasmissione sportiva “Tutto il calcio minuto per minuto”. E’ la voce principale degli anticipi e dei posticipi del campionato di Serie A,  delle Coppe Europee (ha seguito, da inviato, 7 finali di Champions League) e della Nazionale di Calcio. Stiamo parlando di Francesco Repice che abbiamo avuto il piacere di contattare e che, in esclusiva, ci ha concesso un’intervista sui temi riguardanti i problemi del “Pallone” associati ad una logica di organizzazione.

Sono anni che ne parliamo ma il problema dello scarso numero di italiani presente nelle rose delle squadre di Serie A è sempre un problema all’ordine del giorno. Lei che cosa pensa a riguardo? E’ un discorso culturale o bisogna guardare ad altro?

In tutta onestà, credo che ci sia una grande ipocrisia dietro questa problematica. In definitiva, ci troviamo in un contesto europeo in cui vige la libera circolazione dei lavoratori e pertanto non possiamo porre dei limiti, come federazione, a qualcosa che va ben al di là di un background calcistico. In secondo luogo, non credo che sia tanto una questione di cultura ma bensì di interesse economico. In Italia, se andiamo a fare un paragone tra quello che può portare un giocatore italiano e uno straniero, viene premiato quest’ultimo perchè costa spesso di meno e, in alcuni casi, ha dietro sponsorizzazioni che forniscono risorse alle casse povere della nostre società. Pertanto per vedere più calciatori azzurri, bisognerebbe partire da un contesto maggiormente organizzato dalle fondamenta.”

In questo senso, come giudica le dichiarazioni di Arrigo Sacchi che fanno riferimento ad un’eccessiva adozione di stranieri di colore nelle primavere italiane?

“Sono considerazioni che ritengo sbagliate quelle fatte da Arrigo Sacchi. Mi spiace dirlo, per la stima che provo per l”ex ct della Nazionale, ma in un argomento del genere il colore della pelle non c’entra nulla. Come detto prima, bisogna partire da un modello maggiormente organizzato che stimoli, in qualche modo, tutte le società a seguire un percorso favorevole al movimento italiano. Questi veti preventivi non li condivido!”

Ricollegandoci ad una logica organizzativa, che cosa pensa della gestione che c’è stata a Roma nella partita di andata tra i giallorossi di Garcia e il Feyenoord? A chi vanno attribuite le dovute responsabilità?

La mia posizione è del tutto in linea con quella del Questore di Roma. Il lavoro della Polizia ha evitato ulteriori danni che avrebbero potuto coinvolgere in modo grave anche persone inermi come donne e bambini. Il nodo della questione è che sia da parte olandese che italiana non c’è stata la dovuta collaborazione. Questi tifosi sono noti per le loro “imprese” pertanto non sarebbero mai dovuti arrivare in Italia e sarebbe stato necessario porre in atto un’opera di filtro preventivo per far si che lo scempio cui, purtroppo, abbiamo assistito fosse evitato“.

Per chiudere, siamo reduci da un’ottima due giorni di Coppe che, in qualche modo, risolleva il morale del nostro sistema calcio. In questo senso, come valuta le dichiarazioni di Lotito che, nella sostanza e nella forma, lascia intendere come solo alcuni club possano ambire a dei palcoscenici prestigiosi?

“La risposta migliore al presidente Lotito l’ha data il Torino di Giampiero Ventura che è riuscito nell’impresa storica di battere l’Athletic Bilbao sul suo campo, cosa che non era mai riuscita a nessun club italiano. Le dichiarazioni del massimo dirigente della Lazio sono poco condivisibili per l’essenza stessa del campionato che è animato non solo da pochi ma da tutte quelle che società che lavorano e meritano il rispetto dovuto per ciò che fanno sul campo. Questa idea di “Super Lega” mi ha sempre lasciato decisamente perplesso e non credo che sia una soluzione ai mali organizzativi del nostro calcio.” 

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Immagine: pagina fb Francesco Repice

giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

Twitter: @Giandomatrix

 

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