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Formula 1

F1 2015: polemiche regolamentari e crisi di ascolti

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Indubbiamente la stagione 2015 sta fornendo tanti argomenti di discussione e divisione tra gli appassionati e gli addetti ai lavori. Uno dei temi più gettonati è quello del regolamento vigente che a detta di Helmut Marko, uno dei massimi dirigenti della Red Bull, “Uccide questo sport”.  Non appaiono casuali, nella tempistica, le dichiarazioni del boss della FOM, Bernie Ecclestone, secondo il quale la Mercedes godrebbe di un gran vantaggio sulla concorrenza dal momento che, in sede progettuale del propulsore, ci sarebbe stata una collaborazione tra i tecnici delle frecce d’argento e uomini della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA): “Loro sapevano un po’ di più della power unit perché le persone della Mercedes erano a stretto contatto con la Federazione Internazionale, per definire il concetto di questo motore.”dichiara Bernie. “Per questo hanno avuto un inizio così forte e l’hanno portato avanti e ora qualcuno li deve riprendere. Potevi azzeccare il progetto o sbagliarlo perché gli uomini della Renault, che tanto hanno spinto per questa rivoluzione, hanno fallito.” 

Le reazioni non si sono fatte attendere nel paddock e ci si è divisi tra visioni colpevoliste e innocentiste in un contesto che, come se non bastasse, ha avuto anche la grana “Van Der Garde” con il pilota olandese che vince la causa contro Sauber e pretende il volante di una delle due monoposto, salvo poi fare retromarcia e “accontentarsi” di un lauto compenso. Potremmo parlare anche di una F1 che vede 14 vetture al via del primo Gp dell’annata, tra macchine che rompono il propulsore nel giro di ricognizione, prima di prendere posto in griglia, e misteri ancora non svelati sulle cause di un incidente.

In questo contesto, il Circus annoia e allontana non tanto per il dominio Mercedes ora messo in discussione,  ma soprattutto per l’asset confusionario e troppo polemico che suscita disaffezione nell’appassionato o in chi da anni è lì a seguire le gare anche a costo di dover fare le cosiddette “levatacce” davanti la tv. Secondo Mika Hakkinen, bi-campione del mondo con la Mclaren nel 1998/1999, un incentivo per stimolare una maggiore competizione riguarda il ritorno dei test :“La competizione potrebbe essere più bilanciata se ci fossero più occasioni di provare le monoposto come accadeva in passato”.

Tuttavia le derive sono tante e si riscontrano anche negli ascolti decisamente in calo rispetto a 12 mesi fa e parliamo di dati inerenti al nostro Paese. Nonostante, infatti, la Ferrari abbia dimostrato di aver recuperato una certa velocità, SKY  e la stessa Rai hanno registrato un vero proprio tonfo negli ascolti.

Per quanto riguarda la pay-tv dai 614.634 spettatori della diretta dell’anno scorso in Australia si è passati alla metà circa ossia 363.380. Nello stesso modo la tv di Stato ha ottenuto una perdita di quasi quattro punti di share scendendo dal 23,23% del 2014 a 19,55% di quest’anno. Cifre che parlano chiaro e, notizia di qualche ora fa, l’uscita del Gp di Germania dal calendario della stagione 2015, per mere questioni economiche, fanno capire che la deriva, che sta prendendo tutto il background dello sport motoristico più importante del mondo, è molto preoccupante.

Probabilmente, bisognerebbe capire che la bellezza di uno sport lo si costruisce attraverso il consenso e l’agonismo ed entrambi questi fattori, per regolamenti, scelte aziendali ecc. sono stati fortemente disattesi. Che cosa ci resterà tra qualche tempo? La pista ci darà la risposta o forse i conti di Mr Ecclestone.

 

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giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

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