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Golf, la vittoria più bella per Dustin Johnson. McIlroy irrequieto, italiani anonimi in Sudafrica

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DJ è tornato e, secondo il suo allenatore Joey Diovisalvi, “è nella miglior condizione in cui lo abbia mai visto”. I sei mesi di lontananza dal golf, per una presunta sospensione da parte della PGA per la terza positività alla cocaina, non hanno minimamente intaccato il talento di Dustin Johnson, tornato più forte di prima e capace di andare a segno cinque settimane dopo il suo rientro. Tuttavia, nonostante avesse ripreso a calcare i green da poco più di un mese, la sua pesantissima vittoria nel Cadillac Championship (torneo targato World Golf Championships) non può essere definita una sorpresa. Anzi. Il quarto posto conquistato a Pebble Beach e la seconda posizione nel Northern Trust Open come uno dei grandi favoriti al Trump National Doral. E il 30enne di Columbia non ha deluso le aspettative, cogliendo l’attimo giusto nell’ultimo round per scavalcare J.B. Holmes e Bubba Watson.

Il Blue Monster di Miami è un campo perfettamente adatto alle caratteristiche di Johnson, certo, ma lo statunitense ci ha messo ovviamente del suo: tirare le sue classiche bombe di oltre 300 yard in modo preciso e costante per quattro giorni è roba da fenomeni. Roba da Dustin Johnson insomma, al suo nono successo sul PGA Tour in otto anni di professionismo. Numeri importanti, a cui – chissà – potrebbe aggiungersi presto un Major, da dedicare al suo primo figlio, Tatum, avuto sette settimane fa dalla compagnia Paulina Gretzky. Una parte da protagonista, in questa vittoria, l’ha recitata anche lui.

Per un Dustin Johnson che può festeggiare uno dei momenti più belli professionalmente, c’è stato un Rory McIlroy nervoso ed impaziente come poche volte si è visto. Il nono posto del Doral è senz’altro un ottimo risultato, ma per una macchina costruita per vincere il confine con la delusione si fa estremamente sottile. Il numero uno al mondo non ha mancato di sciorinare alcune perle del proprio sconfinato repertorio, ma la pressione a cui è inevitabilmente sottoposto il giocatore più forte del pianeta si è fatta sentire. Un episodio su tutti: il bastone letteralmente scaraventato in acqua dopo esservi finito con un colpo azzardato nel secondo round. Un comportamento non da McIlroy, condannato da molti e, tanto per cambiare, finito al centro dell’attenzione mediatica oltreoceano. La dura legge del numero uno, insomma. Tiger ne sa qualcosa.

E gli italiani? Anonimi, non la prima volta in stagione. Con Francesco Molinari fuori dai primi 50 del ranking e quindi escluso dal field del Cadillac, i tre azzurri presenti ad Eastern Cape (Sudafrica) per l’Africa Open hanno stentato non poco e Renato Paratore, dopo i primi sette tornei portati a termine, ha fatto registrare il primo taglio mancato nella sua carriera da professionista. Una settimana negativa da cui il 18enne non potrà che trarne vantaggio in futuro. Devono preoccuparsi del presente, invece, un balbettante Marco Crespi e soprattutto Edoardo Molinari, il cui miglior risultato finora è stato uno scialbo 33esimo posto. Troppo poco per uno del suo talento.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Twitter Sports Illustrated

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