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Golf, ultime chance di Masters per F. Molinari in Texas. Manassero, arriverà il riscatto in Marocco?

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Continua il percorso di avvicinamento verso il primo Major della stagione, il Masters, per i tanti big impegnati sul PGA Tour. Dalla Florida, il circuito più importante al mondo si sposta in Texas, per il Valero Texas Open (montepremi $ 6.200.000) di San Antonio, in programma su un JW Marriott confermatosi lo scorso anno come uno dei Par 72 più difficili degli Stati Uniti. Il giusto banco di prova, insomma, per le insidie e i vari trabocchetti di Augusta.

Tra gli uomini più attesi, ci sarà senz’altro Dustin Johnson, al ritorno dopo la straordinaria vittoria del Doral nel Cadillac Championship. DJ  vorrà trovare ulteriormente il giusto setup per tentare l’assalto al primo torneo del Grande Slam tra due settimane, al pari di un Jordan Spieth agguerrito e già piuttosto in forma. In ottica FedEx Cup, entrambi proveranno l’assalto alla leadership di Jimmy Walker, sempre molto regolare e costante nel proprio rendimento. Alla ricerca di buone sensazioni i vari Phil Mickelson, Matt Kuchar, Jim Furyk, Billy Horschel, il nord-irlandese Graeme McDowell e il tedesco Martin Kaymer, mentre proverà a replicare il buon torneo di pochi giorni fa Zach Johnson. Chi, invece, può puntare decisamente in alto sono Kevin Na, Brendan Steele, Jason Kokrak, Shawn Stefani e Harris English, in grado di offrire buone prestazioni recentemente. Ci proveranno anche gli australiani Steven Bowditch, detentore del titolo, e Matt Jones, oltre al vincitore dell’Arnold Palmer Invitational, Matt Every.

Penultima chance di rientrare nei primi 50 del ranking mondiale e, quindi, di partecipare al Masters, per Francesco Molinari. Il torinese ha mostrato segnali incoraggianti nel finale a Bay Hill, ma per poter ambire al Major più prestigioso in assoluto servirà qualcosa di più. Servirà una prestazione da top player, a cui ultimamente il torinese non ci ha più abituato.

L’European Tour, invece, dopo lo sfortunato Madeira Islands Open (annullato per maltempo e da recuperare a luglio), si sposta in Marocco, destinazione Agadir, per il Trophée Hassan II (montepremi € 1.500.000). Una gara stabilmente in calendario da sei anni, da cinque sul Golf du Palais Royal, che avrà quest’anno una valenza maggiore poiché si tratta dell’ultimo step prima del Masters, decisiva quindi per chi aspira ancora ad un posto per Augusta.

In particolare, possono rientrare nei cinquanta del ranking il francese Alexander Levy, gli inglesi Andy Sullivan (secondo un anno fa), Tommy Fleetwood e Ross Fisher il tedesco Marcel Siem e il sudafricano George Coetzee, tutti naturalmente in corsa per la vittoria finale. Siem, inoltre, ha già vinto (e dominato) nel 2013 in Marocco. Possono puntare alla vetta anche gli altri transalpini Grégory Bourdy e Gary Stal, il campione in carica Alejandro Cañizares e il connazionale Pablo Larrazabal, il belga Thomas Pieters l’argentino Emiliano Grillo e un altro inglese, David Horsey.

La pattuglia italiana sarà formata da cinque elementi, tra cui non figura Edoardo Molinari. Ci sarà un Matteo Manassero ancora a caccia del primo taglio stagionale, dopo cinque eliminazioni consecutive, perlomeno per muovere una desolante money list. Renato Paratore aveva approcciato al meglio il torneo di Madeira, ma dovrà cercare di catalizzare quel momento positivo in terra marocchina, così come Alessandro Tadini. Deve necessariamente cambiare marcia Marco Crespi, alla pari di Andrea Pavan, assente da un mese.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Federgolf

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